Chissà cosa pensava il pioniere Jack Swilling quel giorno del 1868 quando decise di mettere su casa e fondare una città in quel pezzo di terra secca, a due passi dal Salt River. Di certo immaginava al massimo un mucchietto di case arrostite dal sole. Invece 150 anni dopo quell’insediamento è diventato Phoenix, la quinta città degli Stati Uniti. E tutto questo nonostante si trovi nel bel mezzo del deserto di Sonora, un posto dove in origine spuntavano solo Saguaro. Che, per chi non lo sapesse, è il nome dei cactus a candelabro tipici dei film western. Miracoli della storia americana che obbliga la nostra guida di Phoenix  a raccontare come adesso gli abitanti siano, nell’area vasta, oltre 4 milioni e mezzo con una crescita superiore a quella di qualunque altra città a stelle e strisce.

guida di Phoenix in Arizona

Guida di Phoenix: il villaggio diventa metropoli

Uno sviluppo che ha riempito di case, strade e gente la “Valle del sole” che comprende anche le vicine città di Scottsdale, Mesa e Tempe che si sono trasformate di fatto in periferia della capitale che tra i suoi tanti vanti ha quello di ospitare più alberghi a cinque stelle di qualsiasi altra città degli Stati Uniti. Si perché anche grazie a resort di lusso con ogni tipo di centro benessere, aree commerciali scintillanti, ristoranti esclusivi e ottimi campi da golf, – il tutto impreziosito da circa 300 giorni di sole all’anno – la zona è diventata una imperdibile destinazione per le vacanze invernali di persone che arrivano da tutto il resto del paese.

In particolare, è ovvio, per un pubblico maturo con potere d’acquisto a molti zeri e tanto tempo libero. Ma prima che i soliti maligni inizino a dire che questa è quindi una destinazione per pensionati la nostra guida di Phoenix  blocca l’obiezione: la città è sede delle Università di Phoenix e di quella dell’Arizona così come ospita oltre una dozzina di college. Insomma, c’è una grande popolazione studentesca che garantisce che Phoenix resti giovane.

guida di Phoenix in Arizona

Phoenix: sport e zone di lusso

Eppure, nonostante tutto quello che abbiamo detto, la prima occhiata potrebbe lasciare perplessi. In fondo, vista dal cielo, la città può apparire come una enorme distesa di case divisa in quattro parti dal autostrade multicorsie. Ecco perché occorre approfondire un attimo e capire che la città nel deserto ha più da mostrare che alberghi di lusso, cactus e centri commerciali. La nostra guida di Phoenix  infatti ricorda che qui si trova l’eccellente Heard Museum che in palazzo coloniale spagnolo ospita migliaia di opere d’arte e reperti dei nativi americani.

Poi c’è il Phoenix Art Museum, il più grande del sud-ovest degli Stati Uniti, che vanta una collezione permanente di classici contemporanei, nonché un ricco calendario di mostre temporanee. Per chi ama lo sport poi vale la pena di sottolineare che qui hanno la loro base gli Arizona Cardinals, una delle squadre della Fnl di football americano mentre al Maryvale Baseball Park giocano a baseball gli Arizona Diamondbacks. Nelle vicinanze si trova il Desert Botanical Garden, un giardino botanico fondato nel 1939 e dedicato ai giganti della sabbia, ovvero i cactus più grandi del mondo.

guida di Phoenix in Arizona - Desert Botanical Garden

Shopping e locali eleganti

Proseguendo il nostro viaggio e continuando a sfogliare la guida di Phoenix in Arizona arriviamo a Scottsdale, un sobborgo lussuoso che occupa la parte inferiore della valle del Salt River. Questa area è un paradiso dello shopping ma ci sono anche molti eventi che attirano gente come appuntamenti per appassionati di cavalli arabi anche se molti dei visitatori si limitano poi a giocare in uno dei tantissimi campi da golf e, alla sera, a visitare i club e i ristoranti eleganti. Intorno si trovano comunque alcuni piacevoli sentieri escursionistici per chi voglia avere un contatto più profondo con la natura di questa parte di deserto. Un posto dove, è ovvio, fa caldo.

Con il suo clima arido, Phoenix è stata classificata la città più calda negli Stati Uniti e una delle più calde del mondo. La temperatura arriva a 38° C per una media di 90 giorni all’anno da giugno a settembre. La maggior parte delle giornate sono soleggiate e calde, e le precipitazioni sono scarse, anche se ci sono i temporali, a volte anche violenti, tra luglio e settembre. L’inverno è più fresco ma spesso c’è la nebbia mentre la neve è rara. In compenso spesso nei mesi freddi si scende sotto zero.

La cultura dei nativi

Abbiamo detto che ci sono cose da fare e vedere: giriamo le pagine allora della guida e puntiamo subito all’Heard Museum, dedicato all’arte e alla cultura dei popoli nativi del sud-ovest degli Stati Uniti, con ricche esposizioni di manufatti di vimini, ceramiche, gioielli, tessuti e una ricca collezione di bambole Kachina. E’ considerato uno delle collezioni più importanti del Paese e ci sono oggetti che risalgono addirittura alle epoche precolombiane, quando gli indiani erano i padroni delle praterie. La mostra è stata fondata nel lontano 1929 in un palazzo storico e adesso ha due sedi distinte una a Central Phoenix e l’altra a North Scottsdale. Seguendo i percorsi e le varie sezioni potrete scoprire davvero molto sulla storia dei nativi americani.

Phoenix e il sogno di Lloyd Wright

Proseguendo il viaggio si può andare a vedere un luogo legato ad uno dei figli più celebri di Phoenix: Taliesin West. Si tratta della casa e sede della scuola di architettura del celebre architetto Frank Lloyd Wright. Situata ai piedi dei monti McDowell, la scuola è ora la sede internazionale della Frank Lloyd Wright Foundation e base della Frank Lloyd Wright School of Architecture. L’edificio è stato costruito con materiali autoctoni come la pietra locale e il legno di sequoia e seguito interamente da Wright e dai suoi apprendisti tra il 1937 e il 1959. Ora sono possibili visite guidate per saperne di più.

Desert Botanical Garden

Ne abbiamo già parlato e occupa un posto d’onore nella guida di Phoenix: è il Desert Botanical Garden, uno spazio che si estende per estende per circa 140 acri, con 55 acri coltivati, dove si trovano decine di migliaia di piante curate da circa 1000 volontari e 100 dipendenti del parco. In primavera le piante fioriscono riempiendo il deserto di una gamma in apparenza infinita di colori.

Ci sono molti sentieri da percorrere e i visitatori dovrebbero prendere in considerazione di dedicare almeno tre ore alla visita per godere dei panorami e vedere i vari settori. Per tutti è una sorpresa scoprire quanta vita si trovi nel deserto tra piante e animali. Il parco resta aperto sino a sera abbastanza tardi per permettere anche di vedere la vita notturna che prende vita quando il sole tramonta. Per chi voglia c’è anche la possibilità di cenare o fermarsi in un locale decisamente romantico.

guida di Phoenix in Arizona

Le case dei pionieri

Infine un tuffo nella storia della città: al centro di Phonix si trova Heritage Square, una parte dell’insediamento originario che è stato ora trasformato in una zona turistica con otto case d’epoca restaurate. Questi edifici in genere risalgono alla fine del 1800 o all’inizio del 1900 e molti ora ospitano negozi e ristoranti. La casa in stile vittoriano Eastlake Rosson House, costruita nel 1895, è il pezzo forte di questo blocco di città e la principale attrazione turistica. La Burgess Carriage House, situata nel centro di Heritage Square, è stato costruito intorno al 1900 e oggi serve come centro di informazione.

Per concludere il nostro breve viaggio non possiamo mancare il Pueblo Grande Museum and Archaeological Park, un luogo definito di interesse storico nazionale e dedicato al mondo perduto del popolo Hohokam. Qui si potrà cercare di sapere un po’ di più su questo popolo che colonizzò la Valley of the Sun ammirandone le costruzioni, i canali, gli utensili usati da questa tribù di nativi che visse in questi luoghi circa 1.500 anni fa. Si può ripercorrere la storia della loro cultura osservando gli oggetti esposti al museo o seguendo i percorsi che attraversano gli scavi archeologici.

Una curiosità: il loro nome significa “il popolo scomparso” e nessuno sa cosa il destino abbia riservato agli Hohokam di cui si può dire, con certezza, che svilupparono una comunità di 2.500 persone dedite all’agricoltura e alla coltivazione del cotone sui 4.000 ettari di territorio che occupavano. Questo molto prima dei coloni e degli uomini arrivati dal mare. Ovvero di noi.