I monumenti, le perle di una città, di solito, sono al livello del suolo, te li trovi davanti quando cammini. Ma ci sono rare eccezioni: e tra queste c’è la Basilica Cisterna di Istanbul. Che è nascosta, sottoterra, in apparenza invisibile. E non a caso nella oscura lingua turca si chiama Yerebatan Sarayı: ovvero palazzo sommerso.
Abbiamo detto palazzo ma in realtà questa meraviglia è semplicemente un contenitore per l’acqua, una delle 60 cisterne sotterranee della città. Furono costruite durante il periodo bizantino per fornire riserve d’acqua nel caso in cui la città fosse stata attaccata e non serviva per essere visitata. Ma oggi, con le luci soffuse, il bosco di colonne e il suono dell’acqua che cade appare magica. Come se invece che sotto qualche metro di terra portasse in un altro mondo.
La Basilica cisterna di Istanbul: un palazzo sommerso
Ma come nacque la Basilica cisterna di Istanbul? A volerne la costruzione, di certo non facile all’epoca, fu l’imperatore Giustianiano nel 532 che fece ampliare, grazie al lavoro di 7000 schiavi, una precedente struttura sorta sotto Costantino. Per portare l’acqua qui, dalla foresta di Belgrado, a circa 20 km da Istanbul, fu costruito un acquedotto di cui restano piccoli tratti e che permetteva alla Basilica Cisterna di contenere oltre 80 milioni di litri d’acqua.
Questa riserva serviva per le esigenze della popolazione e soprattutto per rifornire i ricchi palazzi tra cui il perduto Grande Palazzo di Costantinopoli e altri importanti edifici della zona. Anche i giardini del Topkapi venivano irrigati con l’acqua che arrivava da qui e che fu usata fino a quando fino al 1453 quando i turchi ottomani presero la città dai Bizantini. Poi cadde l’oblio sulla cisterna visto che gli ottomani non amarono mai quell’acqua che secondo loro era stagnante.
Fu silenzio di secoli fino a quando alla metà del 1500 l’esploratore olandese Petrus Gyllius riscoprì la Basilica Cisterna di Istanbul dopo aver raccolto i racconti degli abitanti del luogo che parlavano di grandi pozzi sotto le loro case. Gyllus riuscì a trovare delle scale che portavano alla vasca e lo raccontò nei suoi diari di viaggio tanto che divenne celebre e fu restaurata diverse volte, prima nel 1720 e poi alla fine del 1800. Ma nella forma attuale è stata riaperta nel 1987.
La foresta di colonne
Ma dopo tanta storia andiamo a scoprirla: la cisterna è colossale visto che è lunga 140 metri e larga 65. Ed è grande, appunto, più o meno come una cattedrale. Si dice che un tempo potesse contenere fino a 100.000 metri cubi d’acqua, il che ci dà un’idea della sua enorme capacità. La prima cosa che cattura l’attenzione è il sistema di 336 colonne di marmo che sorreggono il tetto, quasi a ricordare una magnifica foresta.
Ci sono 12 file di 28 colonne, ognuna alta 9 metri. Gli stili delle colonne sono vari, poiché sono state riutilizzate da altri monumenti e strutture. La maggior parte appartiene agli ordini ionico e corinzio, anche se non mancano colonne doriche mentre le pareti laterali sono di mattoni spesse oltre 4 metri. E per essere impermeabili hanno all’interno una speciale malta.
Abbiamo parlato di un bosco di colonne: e alcune di queste sono una vera celebrità.
Quelle teste di Medusa
Delle 336 colonne, le più famose sono quelle con la testa di Medusa nel basamento. Nella mitologia greca, Medusa era una delle tre Gorgoni, un mostro con serpenti al posto dei capelli che trasformava in pietra chiunque la guardasse. Le origini di queste due teste non sono certe ma si dice che provengano da un arco dedicato a Costantino. E che siano state poste a testa in giù per annullare gli effetti distruttivi del suo sguardo.
La Basilica cisterna di Istanbul è stata sottoposta a numerosi consolidamenti anche perché la zona è sismica e si correvano grossi rischi per la sua incolumità. Durante l’ultimo intervento sono state sostituite le passerelle che corrono tra le colonne e permettono di raggiungere scorci sempre suggestivi. Ora sono poco sopra dell’acqua, che non raggiunge il metro d’altezza per vedere il fondo e hanno sostituto le barchette con cui un tempo si poteva visitare.
Un set per film di successo
Un luogo così speciale, è ovvio, ha attirato l’attenzione di tutti. Ecco perchè è stato utilizzato anche come set cinematografico. Qui è stata girata una celebre scena del film di 007 “Dalla Russia con amore” e più recentemente è stata il fondale per la scena finale di “Inferno”, tratto dal romanzo di Dan Brown con Tom Hanks.
Ma non solo film: qui, anche grazie alla perfetta acustica, vengono organizzati anche concerti musicali. Se vi capita non perdeteli perché la musica in quel contesto ha un fascino unico.
Informazioni utili
La cisterna è aperta tutti i giorni, dalle 9:00 alle 17:30. Il biglietto d’ingresso costa poco più di cinque euro. Per la visita programmatela quando andrete a vedere le altre bellezze della città. Santa Sofia si trova a poco meno di 200 metri di distanza e la Moschea Blu a meno di 400. Per arrivare basta prendere il tram della Linea T1 fino alla fermata Sultanahmet.
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