Lo conoscono tutti. Anche se non lo sanno. Perchè basta dire Valencia per sentirsi rispondere paella. Ecco, se la paella esiste, e la Spagna ha esportato in tutto il mondo questo piatto diventato icona del gusto, lo si deve proprio all’Albufera di Valencia. Che con la sua acqua e la sua natura attira turisti da tutto il mondo calamitati da questo antico golfo marino, diventato un lago di acqua dolce. E dalla sua acqua nasce il riso della paella. Ma non solo.

L’Albufera di Valencia: la patria della paella

L’Albufera di Valencia, e il Parco Naturale dell’Albufera che comprende questa zona, è oggi infatti il più grande lago di Spagna, con oltre 2800 ettari di estensione ed una delle più importanti zone umide a livello internazionale. E non a caso qui nidificano e trovano rifugio oltre 300 specie diverse di uccelli. Ci sono tutto l’anno ma in particolare durante l’inverno come raccontano i fenicottori con il loro balletto. Anche se siamo solo a 20 km dalla frenetica vita di Valencia, la città delle Fallas.

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Ma da dove nasce questo lago sul mare? L’Albufera di Valencia è una zona che si è formata oltre 1,8 milioni di anni fa e da allora ha contribuito alla vita e al benessere di questo pezzo di Spagna. I Romani hanno battezzato questa enorme laguna costiera come Nacarum Stagnum, ovvero “Lago di madreperla”, grazie ai riflessi cangianti che la colorano al tramonto ma saranno però i Mori di al-Ándalus, che dominarono la penisola iberica durante il Medioevo, a darle il nome definitivo: al-buhayra,che significa “piccolo mare”. E come un piccolo mare attrae ogni anno più di 200.000 persone.

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Una baia separata dal mare

Il lago noto come Albufera di Valencia nacque quando una baia posta tra le foci dei fiumi Túria e Júcar finì per essere separata dal Mar Mediterraneo a causa di un banco di sabbia che si accumulò naturalmente per le correnti e le onde. E ben presto venne sfruttata prima come zona di caccia e poi di coltivazione del riso.

Il banco di sabbia, chiamato La Devesa, è proprio l’artefice di questo ecosistema. E come è logico, nel corso del tempo, si è trasformato in maniera sconvolgente. L’originaria striscia affiorante è infatti diventata una zona verde, conosciuta come La Pinada, con pini, cespugli e banchi di macchia che si inerpicano sulle dune che possono raggiungere fino a sei metri di altezza. In più ci sono anche delle belle spiagge. E questo spiega perchè l’Albufera di Valencia non attira solo gli appassionati di natura ma anche coloro che banalmente vogliono godersi il sole e il mare.

Un tempo però la tintarella non era la prassi: e gli arabi pensarono bene di sfruttare questo piccolo mare d’acqua dolce per scopi alimentari. Nel periodo della loro dominazione iniziarono ad organizzare e allargare le risaie e oggi, non a caso, il riso di Valencia, che ha ottenuto la Dop, è famoso. E con lui la paella valenciana che ha un tale valore che in città è stato addirittura dedicato un Museo al riso.

Cosa vedere e cosa sapere

Ma dopo tanto parlarne viene il momento di andare a visitare la Albufera di Valencia. E ci sono diversi modi. D’altra parte lo abbiamo detto: la laguna è vicina alla città e ci si può arrivare anche in bus. Poi c’è l’imbarazzo della scelta. All’interno del parco ci sono una serie di sentieri ben segnalati a disposizione per i visitatori (sia per quelli a piedi sia quelli in bicicletta) ma forse il modo migliore è quello di puntare subito al Centro Visitatori del Racó de L’Olla dove si possono scoprire le cose da vedere. E scegliere un percorso. Il Centro si trova proprio nel punto dove la Devesa, la duna di sabbia, si avvicina all’acqua, a metà strada tra i villaggi di El Saler e El Palmar.

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Da qui parte poi un sentiero, chiamato percorso rosso – o  ruta roja –  che si immerge nel verde della macchia mediterranea e con un placido percorso porta ad una torre-belvedere da cui sig gode una bella vista sulla laguna. Da qui, magari armati di un binocolo, si possono sbirciare gli uccelli che popolano il mare dolce così come in altri punti consigliati per il birdwatching, come il Tancat de la Ratlla o il Mirador del Pujol.

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Ma non c’è solo il sentiero rosso: gli itinerari segnalati sono cinque, tutti riconoscibili per un colore che li identifica. Per esempio il sentiero verde si dirige verso la zona delle risaie e sfiora i canali di irrigazione permettendo di capire come questa area abbia condizionato, in senso positivo, la vita della sua gente.

Il sentiero azzurro, invece, che parte dal villaggio di Catarroja racconta la storia, la tecnica e le tradizioni delle barche usate per la navigazione nella Albufera di Valencia. E queste imbarcazioni, le cosiddette albuferencas, sono ancora assai comuni.

L'Albufera di Valencia

 Sentieri colorati e gite in barca

Per salire a bordo, e regalarsi una piccola crociera, si possono sfruttare i sei moli comunali sparsi nei vari villaggi anche se i più popolari, e più affollati, sono quelli di El Saler e El Palmar. Costano pochi euro, durano in media una quarantina di minuti e le più spettacolari sono quelle che partono poco prima del tramonto. Vedere il sole che scende in mezzo della laguna è un vero spettacolo.

Come detto nel parco ci sono diversi villaggi ma quello dove molti fanno tappa si chiama El Palmar. Se sperate in un luogo vivace e moderno resterete delusi: è un villaggio che da sempre è stato abitato dai pescatori della zona, una sorta di isola di risaie e orti in mezzo all’acqua. La caratteristica del paese sono le vecchie case tradizionali, le barracas, ma soprattutto i ristoranti. La cittadina non arriva a mille abitanti ma ci sono almeno una trentina di locali. E sono sempre affollati. Fate come la gente del posto: scegliete quello che vi attira di più e sedetevi sui patio e tutto intorno a mangiare grandi padelle di paella bevendo vino. Il tempo sembrerà rallentare.

L'Albufera di Valencia

 Albufera di Valencia: dove mangiare

Ma quale è il migliore ristorante? Ognuno vi dirà la propria opinione. Ma di sicuro meritano la sosta lo storico Restaurante La Albufera, aperto nel 1963 e ancora molto amato, il più ricercato Bon Aire Restaurante o l’Arroceria Maribel: quest’ultima è arrivata persino sulla Michelin. E se il cibo è buono l’atmosfera fa il resto.

Come arrivare all’ albufera di Valencia

Il modo più semplice è con il bus. Basta prendere la linea 24 o 25 che parte dal centro di Valencia per arrivare comodamente al villaggio di El Palmar da dove si può proseguire per una gita in barca.

Si può arrivare sino a qui anche in bici seguendo la ciclabile che però in alcuni tratti può essere sterrato. E sono alcuni km per chi non fosse allenato. Una buona alternativa è quella di noleggiare uno scooter a Valencia e poi dirigersi verso la laguna. Non si fatica e si è liberi di andare e venire senza dover rispettare gli orari.