Agli antipodi va tutto al contrario. Lo dimostra il fatto che persino il vecchio, e sempre valido adagio dell’emisfero boreale  “Nemo propheta in patria”? in Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli, proprio non funziona. Chiedete al regista Peter Jackson che nella sua Aoteaora, terra australe di kiwi e maori, è ritenuto un perfezionista, ma anche ben più di un grande saggio. Merito dei suoi sei film – la trilogia del “Signore degli Anelli“, successo planetario dal 2003 al 2005 – e delle tre pellicole in cui anche Lo Hobbit è stato articolato. La riprova? Bastava essere in Courtenay place a Wellington dove dopo la realizzazione dei film si radunarono migliaia di persone, rigorosamente divise per costume fra elfi e raminghi: “Sono un figlio di Pukurea Bay – ha arringato alla folla il regista – : non potevo pensare di ambientare i film in nessun altro luogo”. In effetti John Ronald Reuel Tolkien, il papà della saga dell’Anello, avrebbe approvato: la sua mitologia e la Terra di Mezzo ha trovato casa perfetta fra le scogliere, i fiumi e i vulcani delle due isole della Nuova Zelanda, la terra del Signore degli Anelli. Pardon, al largo del Mar di Tasmania. E i loro abitanti? Divisi e uniti al contempo fra suggestioni di haka rugbystiche e abitudini anglosassoni, i kiwi, come vengono chiamati i neozelandesi, si sono abituati. Anzi si sono proprio calati nella parte: “In fondo non siamo così diversi dagli hobbit” spiega faceto Mister Campbell, “Anche noi siamo socievoli, non complicati e amiamo stare fra amici”. Glissa sui sei pasti al giorno, sui piedi pelosi e sull’altezza, ma lui per la premiere di Lo Hobbit ha osato un costume da Granpasso anche se per lavoro fa il custode ad Hobbiton, la collina di Matamata, a Waikato, 160 km sud da Auckland, che per tutti oggi è diventata The Shire: ovvero, manco a dirlo, la Contea.

Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli

Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli: scopriamo la Contea

Prima era una cittadina rurale decisamente sonnacchiosa – una torre panoramica, la “Firth”, e una cascata su rocce scure – , poi le leggende narrano che un giorno del 1998 l’elicottero di Jackson atterrò accanto ad una scarpata al centro di una grande fattoria di ovini e cavalli. L’accordo per avere quel pendio in esclusiva da allora ha prodotto un miracolo: le case di Bilbo e Frodo Baggins – 44 “buchi” in tutto -, se ne stanno ancora li. Occorse un anno per far crescere erba e piante in pieno stile hobbit e da fine 2011 nella Contea ha riaperto anche la locanda del Green Dragon per chi voglia fermarsi qui. Questa è la prima tappa, imprescindibile per ogni seguace della “Compagnia dell’anello”. Il viaggio “oltre confine” prosegue, come nel libro, verso est: e in breve vi sentirete accogliere con un “Kia ora”, ovvero “benvenuti” a Rotorua e sulle rive del suo lago, nell’abbraccio della Bay of Plenty. Capirete di esservi giunti quando il sentore di zolfo vi solleticherà le narici: la chiamano la terra delle lunghe nube bianca, dono del suo potenziale geotermico sommerso, sintetizzato dalla forza di Pohutu, il più famoso dei geyser locali che si diverte ad esplodere, anche 20 volte al dì, nella riserva di Whakarewarewa. Roccaforte della cultura maori, Rotorua è una divagazione essenziale per afferrare il più puro spirito della Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli. Da una parte sportivi mai domi impegnati in escursioni in mountain bike, water rafting e pesca. Dall’altra la calma di un saluto “hongi”, naso contro naso, prima di accomodarsi in un marae, la casa di suggestioni polinesiane, assistendo al rito senza tempo delle danza di guerra. Se dimostrerete di conoscere qualche segreto del rugby avrete l’amicizia di tutti garantita.

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“Dove sono il cavallo e il cavaliere?”: ne “Le due Torri” se lo domandava il re Theoden ed anche nel nostro personale “sequel” è ora di rimettersi in viaggio. Verso “la meta”, quel Monte Fato dove tutto ha inizio e fine. “La base immersa nella cenere, l’alto cono imponente avvolto dalle nubi”. Il computer, certamente, ha fatto molto ma non ha scalfito la bellezza del vulcano Ngauruhoe che per metà anno svetta innevato , star incontrastata del Tongariro National Park, patrimonio Unesco. Lassù a quota 2290 Jackson trovò la perfezione per rendere la realtà spaventosa della Mordor di Tolkien. “Il cratere è unico”, spiega un ranger del parco, ”perfetto per la scena” anche se nel parco il vulcano più alto è il Ruapehu che sfiora i tremila metri mentre il più attivo è invece il Tongariro che ha eruttato diverse volte in questi anni. Quasi volesse a suo modo salutare il “ritorno dell’anello”. Infinite le passeggiate in questo parco che è il più antico della Nuova Zelanda. Le escursioni in vetta (mai più di 3 ore andata e ritorno) sono più facili fino a marzo. Se dovesse esserci neve preferite piuttosto sciare al Whakapapa village dove anche il Gotha dello sci mondiale rifinisce la preparazione estiva, inseguendo non l’anello ma la neve dell’inverno australe.

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Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli: i vulcani sono di casa

Con un giorno in più vale la pena di conquistare un altro vulcano: ed è quello sommerso che contiene il lago di Taupo, il più grande bacino neozelandese, adagiato in una caldera vecchia di 300mila anni. Non lontano da qui, sul più piccolo lago di Rotoaira, è nata la famosa Ka-mate, l’haka con cui la nazionale di rugby degli All Blacks ha invaso il mondo a colpi di mischie, placcaggi e mete. Prima del più bonario terzo tempo con una pinta in mano. Se la natura qui da una grande mano ad immaginare le avventure di Frodo, ora incalzato dagli spettri, ora salvato da Aragorn, c’è un altro luogo nel libro così suggestivo da far ritenere che in natura non possa esistere. Se credevate che Gran Burrone fosse solo uno scherzo della fantasia e della penna di Tolkien, a Wellington vi ricrederete. “Rivendell”, la terra della bella Arwen e degli elfi, come la chiamano quaggiù, se ne sta col suo corredo di cascate che scendono dai Taurarua ranges, proprio come deve averla immaginata lo scrittore sudafricano. Fate rotta sul parco di Kaitoke e sulla Hutt Valley, una cinquantina di km da Wellington, e perdetevi in quella “valle dove il male non era mai penetrato”.

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Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli: la capitale Wellington battuta dal vento

Poi tuffatevi nel fermento di quella Wellington  che un tempo era per tutti “la ventosa” ma che oggi molti han ribattezzato “Welli-wood”, patria eletta della cinematografia australe. E’ qui che vi sentirete rivolgere il più classico degli interrogativi, anche appena arrivati: “Che cosa pensi della Nuova Zelanda?”. Non rispondete che adorate la Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli e parlate del più e del meno prima di dedicarvi a un paio di giorni di visite  a “welly”, l’esuberante capitale del Paese. Musei, gallerie d’arte, ristoranti e caffè sono l’ideale riparo in caso il vento sferzi increspando anche le acque del porto di Lampton. In caso di tregua degli elementi invece dirigetevi anche in funicolare ai Botanic gardens, i più panoramici 25 ettari della città. Poi tuffatevi nella vita di Cuba Street senza dimenticare i due simboli della città, il Beehive, (l’alveare) contrappunto del cuore civile e governativo della capitale e il Te Papa, il “museo” , sintesi più preziosa di questa “sea land”. Solo allora vi sentirete a casa. Proprio come un vero Baggins. Che qui è certo casa sua: in Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli.

Nuova Zelanda la terra del Signore degli Anelli