Per l’ufficiale inglese Thomas Edward Lawrence, noto ai più come Lawrence d’Arabia, è «simile ad una divinità». Per chi riesce a passare una notte in uno dei suoi campi tendati è la garanzia di una grande emozione, quando il sole precipita dietro le montagne di granito e tutto si colora di rosso. Il Wadi Rum, il deserto della Giordania, è comunque sempre un luogo magico dove la natura si svela. E dove l’uomo, finalmente, capisce la propria piccolezza e fragilità.
In ogni caso il Wadi Rum è una tappa imperdibile durante un viaggio in Giordania. E se non è un deserto di dune è comunque uno scrigno di meraviglie. Il panorama è formato dalle montagne di granito e arenaria scolpite da millenni di erosione, con il vento e l’acqua che pazientemente hanno inciso la roccia.
Wadi Rum, il deserto della Giordania. Come arrivare e quando andare
Il Wadi Rum si trova nella parte meridionale della Giordania e si raggiunge grazie alla autostrada che corre tra la capitale Amman e la località costiera di Aqaba che dista una quarantina di chilometri. Lasciata l’autostrada si segue una strada secondaria che in 20 km porta all’ingresso dell’area protetta (è anche Patrimonio Unesco): qui si trova il Wadi Rum Visitors Center dove è facile organizzare visite e tour mentre per i pernottamenti è meglio prenotare per tempo. Le tante guide locali offrono tour con i cammelli, escursioni in fuoristrada di mezza giornata o di una giornata intera. Un consiglio: evitare le stagioni più fredde e più calde perché nel deserto si possono avere condizioni davvero estreme.
Anche se una gita di un giorno nel Wadi Rum offre la possibilità di vedere panorami spettacolari è certo che il modo migliore per vivere il deserto è quello di rimanere un po’ più a lungo. E accamparsi per la notte. La sosta permette di vedere il deserto al tramonto e all’alba, quando i colori delle montagne e della sabbia si ammorbidiscono e brillano nella luce che scolora. Senza luci artificiali, poi, il cielo notturno si trasforma a sua volta in uno spettacolo e permette di ammirare un numero di stelle incredibile.
I campeggi e le guide
Diverse piccole compagnie turistiche basate nei villaggi beduini gestiscono campeggi all’interno del parco. Il pernottamento si può prenotare sui siti internet e in alcuni casi all’arrivo al Wadi Rum Visitor Center. In generale i campi tendati sono piccoli e e sparsi in tutta l’area del parco. Tutti offrono un’esperienza “glamping”, con sistemazioni in tenda individuali (di solito con letti veri e propri) e una zona di bagni separata, da condividere. Ovviamente cena, colazione e trasporto sono inclusi nel pernottamento.
Ci sono anche tour organizzati da grandi agenzie di Aqaba, Petra e Amman ma spesso offrono sistemazione in campeggi ai margini del parco: in quelle zone il panorama è solitamente meno suggestivo e si tratta di strutture molto grandi, dove l’emozione della notte nel silenzio del deserto si perde.
Un viaggio per vedere il Wadi Rum, il deserto della Giordania, offre la possibilità di ammirare panorami diversi, creati dalla natura nel corso di millenni. Si passa da distese di sabbia striate di arancione e di rosa a falesie torreggianti a perdita d’occhio. Ma ci sono alcuni punti che non si possono perdere.
Il mito di Lawrence
Lo abbiamo detto prima: parlando del Wadi Rum si finisce per citare sempre il mitico Lawrence d’Arabia che qui passò parecchio tempo al tempo della rivolta araba scoppiata durante la prima guerra mondiale. E il film “Lawrence d’Arabia” del 1962 lo ha fatto diventare un personaggio pop. E proprio a questo ufficiale britannico è dedicata una impressionante falesia che viene chiamata I sette pilastri della saggezza come il libro scritto da Lawrence. Si tratta di una enorme falesia, con i fianchi sminuzzati dal vento e dall’acqua in forme simili a pilastri che spicca in mezzo alla sabbia, molto vicino al Wadi Rum Visitor Center. C’è una piattaforma di osservazione che offre una vista eccellente di questo monolite. E sembra quasi la scultura di un gigante.
Proseguendo sulle tracce dell’ufficiale inglese il percorso nel Wadi Rum si arriva alla sorgente dedicata a Lawrence: il nome originale è Ain Ash-Shalalah e secondo la tradizione è il luogo di riposo citato nei Sette Pilastri della Saggezza. Ma c’è altro oltre alla citazione letteraria: la zona della sorgente, ombreggiata da alberi e circondata da rocce con antiche iscrizioni, si trova al centro di un altopiano di sabbia ed uno dei panorami più famosi del Wadi Rum.
All’ombra del canyon
La roccia scolpita dal vento è il simbolo di questo deserto: e il canyon di Khazali dimostra come il tempo abbia inciso la pietra. Questo canyon attraversa una massiccia formazione rocciosa ed è un perfetto soggetto per le foto con la sua superficie di arenaria increspata che ricorda la cera delle candele che cola. Mentre la sabbia all’entrata del canyon è striata di rosa e arancione. A fare la guardia al tutto spicca un fico solitario.
All’interno del canyon, le alte pareti fanno ombra al sole ed è deliziosamente fresco. La pietra ospita iscrizioni rupestri che dimostrano che il canyon è stato usato come luogo di riparo fin dai tempi antichi.
I ponti di roccia e le dune di sabbia
Se invece non temete il caldo e amate camminare potrete andare a vedere il ponte di roccia di Burdah. Burdah è il più alto dei tre archi naturali nell’area del Wadi Rum. E’ stato creato dall’erosione del vento e dell’acqua che ha intaccato la più morbida roccia circostante. Il ponte si trova ad 80 meri d’altezza e la vista dall’alto merita la fatica fatta.
Il più popolare però degli archi di roccia è l’ Umm Fruth. E’ meno difficile da raggiungere visto che basta una breve arrampicata sulla parete rocciosa per arrivare in cima. E da li si può camminare lungo il ponte. Questo luogo si trova vicino alla zona delle dune di sabbia e alle iscrizioni della parete rocciosa di Anfaishiyya, quindi le tre aree sono perfette per un breve itinerario in fuoristrada.
Concludiamo la nostra guida del Wadi Rum, il deserto della Giordania, parlando del simbolo del deserto: le dune di sabbia. Questo è più che altro un deserto di roccia ma ci sono aree a, centro del parco dove si possono vedere le dune. Il momento migliore per provare a scalarle è verso il tramonto. Il calore sarà meno opprimente e la luce radente potrà regalare sfumature inattese. E allora la tavolozza del deserto, di colpo, mostrerà tutta la sua ricchezza.
Scopri altre idee di viaggio
Prepara le valigie e tuffati nel mondo di TRAVELFAR