Vorreste andare a Rio de Janeiro a vedere l’enorme statua del Redentore sul Pan di Zucchero ma non ve la sentite di attraversare l’Atlantico? Nessun problema. La stessa emozione si può vivere molto più vicino a noi. Per la precisione a Maratea, in Basilicata, dove si trova, appunto, una statua del Cristo che domina la città. Ora, la musica che vi accompagnerà sarà la tarantella e non il samba, la statua è più recente – essendo stata alzata negli anni ’60,- ed è più bassa visto che arriva a 21 metri contro i 38 di quella di Rio. Ma è decisamente più comoda e le cose da vedere a Maratea sono tante. In più il panorama sul mare è altrettanto spettacolare.
Cosa vedere a Maratea: Il Cristo di San Biagio
Il Cristo di Maratea infatti si trova sul monte San Biagio, a 650 metri d’altezza e domina il golfo di Policastro e da quassù si viene avvolti dalla bellezza di questi luoghi. Forse ancora non abbastanza capiti e apprezzati. E se le guide turistiche parlano di «perla del Tirreno» per una volta non stanno esagerando.
Da quassù il mondo è tutto diviso in due colori: l’azzurro del mare e il verde della macchia mediterranea che arriva a sfiorare le spiagge. Più al largo scogli e isolotti che accompagnano gli oltre 30 km di litorale che sembra indeciso: incerto se cedere alla dolcezza delle sue spiagge o se usare invece il piglio austero di falesie e pareti rocciose.
Quale che sia la scelta, tuttavia, la discesa al mare per i turisti è sempre un piacere e resta l’imbarazzo di scegliere se tuffarsi nella spiaggia di Fiumicello, di fronte allo scoglio di Calicastro, una ampia baia con mare cristallino e lido sabbioso o dirigersi verso la più drammatica spiaggia nera di Cala Jannita che si trova vicino ad una grotta e rivela, nel contrasto con il blu, la sua natura vulcanica.
Come che sia, dopo il mare, tutti poi arriveranno al borgo di Maratea, abbarbicato in alto sulla collina, che ancora oggi accoglie i turisti con lo stesso aspetto di quando su queste balze si rifugiarono gli abitanti per sottrarsi agli attacchi dei pirati: e quindi vicoli e piazzette, archi e portali, torri di osservazione e, stranamente, tante chiese. Per la precisione la bellezza di quarantaquattro – per un paese di meno di cinquemila anime – come recita la tradizione locale che elenca la lunga lista di edifici religiosi e cappelle ma anche grotte di eremiti e spazi di preghiera spesso preziosamente affrescati. E parliamo dell’eredità di una religiosità lontana e profonda che qui si sposa con la natura.
Quarantaquattro chiese da scoprire
Una ricchezza che è bello scoprire andando a zonzo per le strade dove non si può non incappare nella antichissima chiesa di San Vito e soprattutto nella basilica di San Biagio, intitolata al patrono del paese, che si trova in cima al borgo, dove fu fondato il primo nucleo del paese e dove un tempo spiccava un tempio dedicato a Minerva. Insomma, un posto speciale, e non a caso poco lontano si trova anche la grotta dell’Angelo dove, probabilmente, visse un eremita. Uno tra i primi ad essere colpiti da questo luogo che, lo ha scritto Indro Montanelli, «è forse uno dei paesaggi e dei panorami più superbi d’Italia».
Mare, un borgo medievale e tanta storia. Ce ne sarebbe a sufficienza per accontentarsi, scegliere di fermarsi e godersi qualcosa di fresco nei bar di piazza Buraglia, nel cuore del paese, davanti all’obelisco del 1700, ma in realtà c’è molto da fare e da vedere a Maratea anche per chi ami la natura e la vita all’aria aperta. Senza cedere alle lusinghe di un luogo così sottilmente affascinante.
La cittadina, infatti, è circondata dal territorio di tre parchi naturali: quello del Pollino, del Cilento e dell’Appennino Lucano e questo permette di andare a scoprire zone boscose tagliate dal fiume Noce dove si può immergersi nel verde tra distese di alberi di aceri e olmi. Ma nelle radure poi, appena si alza il vento, si sente il profumo dei cespugli di ginepro, di finocchio selvatico e di ginestra.
In spiaggia per scoprire il Tirreno
Un viaggio nella natura prima di tornare a tuffarsi nel mare: le destinazioni possibili sono molte ma scegliamo la spiaggia A’Gnola, la più lunga di questo tratto di costa, vicino a dove il Noce infine trova, finalmente, il mare. Una delle tante da godere e vedere a Maratea.
La sabbia è chiara, il fondale scende tranquillo ed è facile decidere che il bagno di sole e mare impedisce di spostarsi altrove. Ma sarebbe un peccato perché in fondo alla spiaggia, verso nord, c’è un sentiero che entra nella roccia e porta alla cala della Secca. Sopra c’è la roccia, sotto i piedi piccole pietre chiare e davanti il mare. Il sogno di tutti è viverla da soli. Ma non è facile e allora si può tentare di raggiungere la spiaggia dei Crivi. Si arriva solo in barca ed è lunga una trentina di metri. La roccia qui sembra scolpita e nella pietra ci sono fossili arrivati dal passato. Di oggi sono invece i pesci che nuotano sotto la superficie e basta una maschera per vederli pinneggiare. Il Cristo Redentore, lassù in alto, vigila e protegge. Qui, nel blu, sembra che nulla di brutto possa mai accadere.
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