Per molte città essere nominate Capitale europea della cultura rappresenta il premio definitivo, il blasone di cui farsi vanto. E dopo non resta che pavoneggiarsi e vivere di rendita. Ma questo non vale per Lille. Si, perché questa città di poco più di 200mila abitanti, capoluogo del nord francese, Dna fiammingo e fierezza tutta francese, dopo il riconoscimento europeo del 2004 ha proseguito la sua corsa tanto da ottenere, nel 2020, anche il titolo di World Design Capital. Il bello è che durante un viaggio a Lille si capisce al volo che la sua corsa verso  la bellezza non abbia nessuna intenzione di rallentare.
viaggio a Lille

Viaggio a Lille: nel nome dell’arte

Lo si capisce benissimo già uscendo dalla stazione ferroviaria dove spiccano colorati e divertenti personaggi che scandiscono la strada che porta alla Grand Place: sono le sculture del finlandese Kim Simonsson, uno dei tanti artisti internazionali che partecipano ad «Utopia», il grande evento che fino a ottobre riempie d’arte e di cultura le vie e i palazzi. E soprattutto l’atmosfera.
Già, perché «Utopia» non è altro che l’ultima puntata di una storia iniziata nel 2004 ma che punta addirittura al 3000. A riprova che occorre sognare in grande. E che le grandi città non lo sono solo per il numero di abitanti ma per la capacità che hanno di rinnovarsi, mettersi in gioco. Rilanciare le sfide.
«Quando è nato il progetto di Lillle3000 abbiamo deciso di esplorare le culture e le questioni del nostro mondo, proiettandoci verso la creazione contemporanea, l’innovazione e il futuro», spiegano nella città che attira ora frotte di turisti da tutta Europa attirati da un mix irresistibile di arte moderna e storia, palazzi di mattoni rossi e installazioni di tendenza. Insomma, ieri e domani uniti insieme danno vita ad un oggi irresistibile. E d’altra parte basta poco per farsi rapire.

Bellezza fiamminga in salsa francese

La città, lo abbiamo detto, è una perfetta icona di bellezza fiamminga con antiche case con i tetti a gradoni, vicoli col pavè e la sorpresa di piazzette che sbucano tra i palazzi. Godendosi una birra d’abbazia in un estaminet, uno dei classici localini che si trovano sparsi in giro, non stupirebbe vedere arcigni mercanti fiamminghi passare con i loro carri carichi di sete e di spezie.
Ma, nello stesso tempo, a poche centinaia di metri, ci si sente piccoli di fronte ad Euralille, il modernissimo quartiere nato dalla riqualificazione di una zona degradata, dove ferma il treno proiettile che collega l’Europa all’Inghilterra e dove i grattacieli portano la firma degli archistar Jean Nouvel e Christian de Portzamparc.
Un ulteriore contrasto in una realtà che, da questi confronti, sembra trarre forza e bellezza. La stessa che si respira entrando nell’antico ospedale dei conti di Fiandra: fu fondato nel 1237 e fino al 1939 è stato ospizio e orfanotrofio. Adesso, invece, accoglie opere di arte contemporanea che arrivano da tutto il mondo e che raccontano con visionaria fantasia- questo è uno dei temi scelti per Utopia -il rapporto tra la natura e l’uomo. Non a caso una delle immagini più potenti che vi si incontrano è quella di un serpente che con le sue spire ci sta avviluppando.
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Le tradizioni del luogo: tra dolci e movida

Ma poi, appena oltre gli austeri muri di mattoni e la cappella seicentesca affrescata, ecco di nuovo il piacere di strade strette e mai rumorose dove sedere ai tavolini dei caffè magari sbocconcellando una gaufre liloise, la versione locale del waffle che si mangia in tutto il nord Europa. E il viaggio a Lille è anche questo.
E’ piena di crema alla vaniglia e la gente del luogo ne va pazza al punto che, si dice, che De Gaulle si facesse spedire carichi di gaufre dalla pasticceria Meert, nel cuore della città, fino all’Eliseo. Anche per governare, ogni tanto, serve un po’ di dolcezza.
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La stessa maliarda sensazione che si respira andando in giro senza una meta precisa, godendo le facciate dei palazzi che paiono di trina verso l’ora del tramonto ben sapendo che l’apparente sonnacchiosa grazia della città con il buio si trasforma in una movida che si direbbe latina: in rue Royal, fino a tardi, i marciapiedi sono pieni di giovani, i menu spaziano dallo spezzatino fiammingo chiamato Waterzoï alla pasta nei tanti locali italiani passando per i curry e i sushi. E le carte delle birre sono sterminate, piene di perle con la schiuma.

Una metropoli europea

Tutto questo poi, in un luogo fortunato che si trova nel cuore d’Europa: il confine con il Belgio è così vicino che si potrebbe toccare e non a caso Lille fa parte della Eurometropoli Lille–Kortrijk–Tournai: un agglomerato di città, sui due lati del confine tra Francia, Fiandre e Vallonia, che si sono unite, ancora una volta, già pensando al futuro e ad un continente che tutti vorremmo senza dogane e barriere.
Forse potrebbero essere proprio l’arte e la bellezza a dare la spallata ai cascami di un passato che ci rallenta. Lille che lo ha capito si avvia ad aprire la strada. Un esempio è in piscina: basta infatti percorrere una ventina di chilometri per arrivare a Roubaix, la città famosa per la gara ciclistica che la collega a Parigi. Qui, si trova uno dei musei più interessanti del nord della Francia realizzato in quella che era una piscina olimpionica.

Viaggio a Lille: la bellezza e la tradizione

Doveva essere a piscina più bella di Francia, ed ora è uno spazio museale tutto da scoprire.  Qui si trovano opere d’arte intorno alla vasca realizzata tra 1927 e il 1932 dall’architetto Albert Baert per il sindaco di Roubaix che all’epoca era un importante centro industriale per i tessuti. Ora intorno alle vecchie docce si trovano collezioni d’arte del XIX e XX secolo con capolavori di Pablo Picasso, Giacometti e Rol Tanguy.

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Analoga esperienza la regala la visita al Musée des Beaux-Arts, uno dei più grandi contenitori d’arte francesi, il quarto del paese esclusi i musei parigini. Nato all’inizio dell’800 per accogliere la grande massa di opere raccolte durante la Rivoluzione e le guerre napoleoniche contiene capolavori straordinari che sono a fianco delle opere modernissime selezionate per Utopia. E nei suoi sotterranei ora è sorta persino una Foresta Magica.

E il tuffo nella bellezza è garantito. Tutto questo, lo abbiamo detto, partendo dal passato ma sognando in grande e pensando al 3000. Anche se poi, nel nostro viaggio a Lille, comodamente seduti di fronte alla quinta di mattoni ed eleganza dello slargo tra Place du Théâtre e la Vecchia Borsa sarà facile mettersi a contare le cariatidi che ne ornano la facciata. Sono molte e sempre diverse ed è facile perdere in conto. Ma il bello è proprio questo: si sta così bene che vale la pena di confondersi e ricominciare.