Può una città essere una stella? Certo che si si. E non è un modo di dire. Palmanova, infatti, è proprio quello: una stella perfetta piazzata nella pianura friulana. Ed è così dal 1593. E anche per questo l’Unesco l’ha premiata facendola entrare, nel 2017, nella lista dei patrimoni dell’Umanità come parte delle opere di difesa veneziane. Ed è una lista che parte dalla Lombardia e arriva al Montenegro passando per la Croazia. Abbiamo parlato di 1593 ma esiste anche un giorno preciso? Certo e ogni guida di Palmanova ve lo dirà: il 7 di ottobre, anniversario della vittoria veneziana sulle forze ottomane nella battaglia di Lepanto, combattuta circa 20 anni prima.

Guida di Palmanova: la città ideale. Ma fortificata

Giusto una ricorrenza? Per nulla. Una scelta politica e simbolica ben precisa. Si perché all’epoca della fondazione della città quello che ora è il Friuli era conteso tra la Repubblica Serenissima e l’Austria degli Asburgo. Con il più gli ottomani che da est premevano. Cosa tenerli a bada? Semplice: con una fortezza per di più pensata seguendo il modello utopico della città ideale rinascimentale. All’epoca l’idea di una città dalla forma perfettamente geometrica e circondata da mura era popolare tra filosofi, artisti e architetti e molte rappresentazioni di una città così perfetta possono essere trovate nell’arte e nella letteratura del tempo. E Pienza, anche se di un secolo più vecchia, ne è un esempio evidente.

Così, quando agli architetti della Repubblica di Venezia è stata offerta la rara opportunità di costruire da zero un’intera città, hanno colto al volo l’occasione per mettere in pratica l’idea intellettuale. La nuova città di Palma fu fondata, come detto,  il 7 ottobre 1593 con la forma di una stella a nove punte, con tre circonvallazioni a nove lati che intersecavano le strade che si irradiavano dalla grande piazza principale al centro. La prima cinta muraria fu completata nel 1623, mentre la seconda fu costruita alcuni decenni dopo. La cinta muraria più esterna, il terzo anello, fu costruita tra il 1806 e il 1813 durante il dominio napoleonico, quando la città fu ribattezzata Palmanova.

I musei e la sua piazza Grande

E Napoleone ha un ruolo importante: la città infatti resistette per due secoli sotto Venezia fino a quando fu appunto presa d’assedio dalle truppe francesi. Ma senza perdere il suo aspetto unico ma solo allargandosi di un livello in più.  Il punto di partenza di ogni guida di Palmanova è la grande piazza centrale: dopo aver percorso una delle tre porte è qui che si arriva e ci si trova davanti il Duomo, la loggia dei Mercanti, il Municipio, che fu palazzo del Provveditore, e quello del Museo storico militare.

Partiamo però dal Duomo: è l’edificio più importante di piazza Grande ed è un esempio di stile veneziano trapiantato qui in Friuli. Lo dimostra anche il leone di San Marco che occhieggia dalla facciata in pietra bianca e che forse emoziona di più dell’interno con la sua unica navata e le cappelle laterali. Anche se non si può non soffermarsi sulla pala assai amata opera del Padovanino.

Proseguendo si passa alla vicina loggia dei Mercanti e a seguire al palazzo del Provveditore. Era ovviamente colui che comandava in città per conto di Venezia mentre oggi, più semplicemente, è il palazzo dove ha il suo ufficio il sindaco e si svolge la vita del Comune.

guida di Palmanova

Un museo all’aperto. Sui bastioni

Una città fatta a stella pensata come una fortezza poi doveva per forza avere una anima militaresca. E anche nei nostri giorni per fortuna pacificati la si ritrova nel museo Storico militare che in realtà è diffuso. La esposizione infatti occupa il palazzo che era del governatore delle Armi ma si allarga anche alla porta Cividale e all’aperto, che si snoda lungo le fortificazioni dell’epoca passando dai baluardi ai terrapieni con ancora lo spazio per le artiglierie.

Dopo questo vagare la giusta pausa. Tutto intorno alla piazza Grande ci sono diversi caffè e locali di vario genere: lasciate andare lo sguardo e scegliete quello che più vi ispira ricordando che anche nelle altre strade ci sono diverse osterie. Il menu però deve essere quello locale friulano: formaggi, soppressa e prosciutto di San Daniele. E un calice di vino dei Colli orientali per brindare ad una città. Bella come una stella.