“Biella tra l’monte e il verdeggiar de’ piani”. A volte i poeti hanno il dono della sintesi, così Giosuè Carducci scatta la fotografia di quella “Bièla” piemontese che, nel Medioevo, dominò sulla pianura, protetta dall’abbraccio largo delle Alpi e del monte Rosa che, ancora oggi, fa capolino nelle belle giornate di cielo azzurro, per far capire chi comandi veramente e come la guida di Biella racconti sia il retaggio del lavoro dell’uomo sia i doni della natura.

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Guida di Biella: la storia e la tradizione

Biella è un ritratto di signora della provincia italiana: grazia, dettagli e operosità ne scandiscono le ore. Arte, natura e possibilità riempiono l’agenda del visitatore. Al centro del Piemonte, ad una ottantina di km da Torino, racconta la sua lunga storia con evidenti tracce del lascito medievale. Ed il battistero di san Giovanni con le sue forme mignon, sgranocchiate dal tempo, è il testimonial più riuscito di questa eredità oltre ad essere uno degli edifici più significativi del romanico piemontese. Costruito tra il VII e l’XI secolo, è a pianta centrale con quattro absidi semicircolari divise da lesene. Sopra la porta si trova un tipico esempio di quella che era l’arte del reimpiego di materiale antico: e infatti spicca un bassorilievo romano raffigurante Ercole con un cupido.

Il benvenuto a Biella non può che partire da qui: nella città “piana” si trovano la basilica e il rinascimentale chiostro dedicato a san Sebastiano, mentre il barocco è rappresentato dalla chiesa della santa Trinità. Poi si sale ai piani alti. Sì, perché Biella è una magia a due piani, come molte delle città che provano a reggere il confronto con una cornice montuosa e maestosa. E allora ecco il borgo del Piazzo, un antico borgo medievale che corrisponde alla parte alta della città, raggiungibile con una funicolare. Centro di Piazzo è piazza Cisterna, un tempo sede del municipio e del mercato, con il Palazzo del Dal Pozzo, i portici medievali e la casa Teccio, una delle case più suggestive della città. Qui si trova anche la chiesa romanica di San Giacomo e vicino alla chiesa il Palazzo Gromo Ternengo, originario del XVI secolo e restaurato nell’800.

La città alta e quella bassa

Poi, arriva il momento di lasciare andare le gambe e passeggiare per scoprire il centro della città, andando a zonzo fra palazzi signorili, portici e strade lastricate, lungo le quali si ritrovano le antiche porte che un tempo chiudevano l’accesso alla città alta e ridiscendere alla zona chiamata di Biella Piano, la zona ovviamente pianeggiante, attraversata da via Italia che è considerata la strada principale nel centro. E il cuore commerciale e i suoi edifici storici ospitano boutique e negozi ed è il posto giusto per fare una pausa rilassante in uno dei suoi tanti caffè magari a poca distanza dal teatro Sociale Villani, cuore pulsante della cultura cittadina.

Dopo aver esplorato il centro la guida di Biella porta ad affacciarsi al territorio circostante che può vantare molte aree protette tra cui occorre sicuramente citare l’area dell’Oasi Zegna e il parco Burcina. Quest’ultimo è un’area protetta, ricca di boschi di oltre 57 ettari con una altitudine che va dai 500 ad oltre 800 metri. Oltre a proteggere il territorio questo è uno straordinario punto di osservazione: da qui si gode un ampio panorama dalla collina morenica di Serra alla pianura del Canavese fino alle risaie del territorio vercellese. Il punto da non perdere poi è la valle dei rododendri che si allarga per oltre due ettari e che a maggio, nel periodo della fioritura, offre uno spettacolo floreale unico.

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L’oasi Zegna e i suoi sentieri

Un altro capitolo dedicato alla guida di Biella e dei suoi dintorni è quello che presenta l’Oasi Zegna, una area naturalistica protetta nata negli anni ’30 dalla volontà dell’imprenditore Ermenegildo Zegna che volle proteggere una fetta di territorio offrendo anche alla gente della zona uno spazio per lo sport e il tempo libero. Per farlo si costruì una strada panoramica e si iniziò una complessa opera di riforestazione con oltre 500mila tra conifere, rododendri e ortensie. Ora in quell’oasi, oltre ad avere una rete di sentieri per escursioni e camminate, si possono praticare molte attività sportive immersi nel verde dell’Alta Valsessera.

A non molta distanza da Biella poi si trova il santuario di Oropa, un luogo di devozione di particolare importanza dove ancora, dopo sei secoli, ogni anno arrivano oltre 800mila fedeli e pellegrini. Il suo patrimonio artistico è molto prezioso ma al cuore di tutto sta la famosa statua lignea della Vergine Nera che è il simbolo stesso del Santuario: è per lei che i pellegrini che affollano ogni giorno il santuario ed è a lei che le loro preghiere. Si trova conservata nella Basilica Vecchia, in un sacello decorato con splendidi affreschi del 14 ° secolo. Vicino al Santuario si trova il Sacro Monte con 19 cappelle che mostrano la vita della Vergine, con centinaia di statue multicolori e che rappresentano un esempio straordinario della devozione a partire dal 1600.