Caravaggio ai raggi x. Ecco quello che promette la nuova mostra di Caravaggio che ha aperto i battenti a palazzo Reale di Milano con una missione: quello di polverizzare ogni record. Non solo di pubblico: la mostra è già prenotatissima e gli organizzatori hanno ampliato e limato ogni possibile margine degli orari di apertura. No, il record cui punta “Dentro Caravaggio” è più intimo e recondito: la nuova mostra milanese su Caravaggio è una full immersion nel cuore di quel lombardo che cambiò l’arte per sempre. Le venti tele esposte, riunite a Milano per la prima volta, sono state scandagliate nel profondo grazie a “radiografie” e studi scientifici che puntano a svelarci come Michelangelo Merisi pensasse ai suoi quadri prima di realizzarli. Dubbi, pentimenti d’artista, cambi di scena e disegni preparatori: la mostra di Caravaggio svela, attraverso un complesso quanto fruibile apparato multimediale, il passato, il prequel che sta sotto il velo del dipinto.

La mostra di Caravaggio

La mostra di Caravaggio a Milano: i  dubbi di Michelangelo

L’esposizione sarà aperta fino al 28 gennaio 2018 e volontà degli organizzatori è stata quella di inaugurarla proprio nel giorno del compleanno di Michelangelo Merisi, come a rifondare un nuovo punto di partenza degli studi sul pittore. La mostra, posta sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica, è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, palazzo Reale e MondoMostreSkira, in collaborazione con il MIBACT ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il gruppo Bracco è partner dell’esposizione per le nuove indagini diagnostiche. Main sponsor è Intesa Sanpaolo. L’allestimento è progettato da studio Cerri & Associati. La mostra è curata da Rossella Vodret, coadiuvata da un prestigioso comitato scientifico presieduto da Keith Christiansen. Milano ha già ospitato, in 67 anni, due grandi esposizioni su Caravaggio: nel 1951 l’esposizione curata da Roberto Longhi ebbe il grande merito di far riemergere dall’oblio e dalla noncuranza della critica la figura del maestro lombardo. Poi nel 2005 una nuova mostra permise di comprendere meglio il peso dell’influenza di Caravaggio anche oltre i confini nazionali.

La  mostra di  Caravaggio a palazzo Reale a Milano affonda le sue radici in una serie di indagini diagnostiche condotte fra 2009 e 2012 su opere – allora furono circa 22 – custodite nelle chiese, nei musei e nei palazzi di Roma. Il progetto, promosso da Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario della morte del pittore e dalla Soprintendenza speciale per il patrimonio artistico del polo museale Città di Roma, insieme ad Icr, Istituto centrale per il restauro, fece irrompere la tecnologia nella ricerca. Riflettografie e radiografie erano già state sperimentate su tele e affreschi di Giotto. Da allora il dado è tratto: così si indaga nel terzo millennio per far divenire l’opera “tridimensionale” e capire davvero che cosa ci sia “sotto” e cosa ci sia stato “prima” nella mente dell’artista. Sfatando, intanto, uno dei mille miti sul Merisi. E cioè che non disegnasse affatto le sue figure ma le dipingesse direttamente traendole fra luce e oscurità. Le analisi non sono hanno dimostrato che Caravaggio disegnava le sue figure a piombo o a secco, ma che spesse volte cambiò idea.

La mostra di Caravaggio

La mostra di  Caravaggio a Milano: l’opera multimediale

Ognuna delle 20 tele esposte si presenta prima nella sua esplosione di chiaroscuri ed emozione, poi sul retro dell’allestimento di ogni tela, si passa all’analisi dei dettagli, grazie a grandi schermi e video che mostrano, con focus e zoom, i dettagli più reconditi del quadro e la sua gestazione pittorica. Così si scopre che nella celebre “Fuga in Egitto” quell’angelo bianco dalle ali nerissime, piazzato, in modo così rivoluzionario, al centro della scena e di spalle, prima doveva essere in una posizione più “canonica” e defilata, a destra della tela. Ma solo così Caravaggio divenne geniale: pensando e tornando sui suoi passi. Nella “Sacra famiglia” non è solo lo sguardo di una Madonna quasi spaurita a conquistare la scena, ma anche quelle sue dita, attorno ai fianchi di Gesù, che Caravaggio dipinse dopo come in un patchwork di tonalità bianco su bianco. Le indagini diagnostiche e le nuove ricerche documentarie hanno portato a una rivisitazione soprattutto della cronologia delle opere giovanili.

La mostra di Caravaggio

La mostra di Caravaggio: capolavori da tutta Italia

Tra i musei e le collezioni italiane che hanno prestato i propri capolavori figurano le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma-Palazzo Barberini e Galleria Corsini, con “Giuditta che taglia la testa a Oloferne” (1601-1602 circa), fra le guest star, ma solo fino al 10 dicembre, accanto a “San Giovanni Battista” (1604 circa) e “San Francesco in meditazione” (1606). Dalla galleria Doria Pamphilj di Roma arrivano “Riposo durante la fuga in Egitto” (1597) e “Maddalena penitente” (1597); i Musei Capitolini partecipano con quella tela della Buona Ventura (1597-1598 circa) che, ai raggi x, mostra come ruotando il quadro di 90 gradi, compaia un disegno preparatorio di una Madonna, forse dello stesso Caravaggio che, per ritrarre quella zingara “egiziana”, aveva condotto nel suo studio una cartomante di strada. Fra le altre tele più celebri c’è il “Ragazzo morso da un ramarro” (1597-1598) mentre dagli Uffizi di Firenze arriva il “Sacrificio di Isacco” (1603). Da Vicenza ecco la “Coronazione di spine” (1604-1605 circa); dal museo Civico Ala Ponzone di Cremona ecco “San Francesco in meditazione” (post 1604). E poi la Basilica di Sant’Agostino di Roma ha concesso la “Madonna dei pellegrini” (1604-1605); mentre arriva da Napoli la “Flagellazione di Cristo” (1607). Nel “Ritratto di un cavaliere di Malta” (1607-1608) che arriva da palazzo Pitti, l’elsa della spada appare modificata e così forse la solennità della posa sarebbe cambiata per sempre. Infine le Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, per la Collezione Intesa Sanpaolo, hanno concesso, per circa un mese, fino al 27 novembre, il “Martirio di Sant’Orsola” (1610).

La mostra di Caravaggio

La mostra di Caravaggio: inediti dall’estero

Ma è soprattutto il patrimonio che arriva dall’estero ad essere una vera novità per la mostra di Caravaggio a  Milano. Il pittore, “americano” riconquista l’Italia con alcune tele provenienti da Kansas City e Detroit (Marta e Maddalena) e con il “San Francesco in estasi” (1598-1599) dal Wadsworth Atheneum of Art di Hartford. Dal Met di New York non poteva mancare la “Sacra famiglia con San Giovannino” (1602-1604). Nella mostra di Milano su Caravaggio ad essere passato “ai raggi x” non è solo l’arte del Merisi, ma la sua intera vita. Così a corredo dei sui dipinti ecco un corpus di manoscritti e documenti d’archivio che ne raccontano i capitoli più turbolenti della breve quanto travagliata biografia. Non pagava l’affitto ed ecco la denuncia del suo affittuario con tanto di inventario dei suoi beni, messi nero su bianco da una calligrafia corsiva, precisa e ineluttabile quasi quanto fu il suo breve destino. Gli rubarono il mantello e il ladro nell’ammettere il furto confessa anche che tipo fosse quel Merisi. “Non si dedica allo studio con assiduità: quando ha lavorato 15 giorni si da al bel tempo per un mese”. Il materiale arriva dall’archivio di Stato di Roma e Siena e contribuisce ad approfondire la figura di uno dei più grandi pittori del mondo, lombardo di nascita, figlio del mondo per vocazione.

La mostra di Caravaggio: orari e info

La mostra è aperta il  lunedì dalle 14.30 alle 22.30. Il martedì, mercoledì e domenica dalle 9.30 alle 20.  Il  giovedì, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.  Il lunedì  dalle 8.30 alle 14.30 è riservato alle scuole.  E’ prevista una chiusura anticipata alle 20 nei giorni 29 settembre, 16 e il 23 ottobre. Il prezzo dei biglietti (audioguida inclusa):  Intero: € 13. Infoline e prevendite  tel. 02/92800375; www.vivaticket.it. Informazioni online: www.palazzorealemilano.it –  www.caravaggiomilano.it