L’immagine di Varsavia come una giungla di cemento grigio, un distesa di sgraziate case di epoca sovietica non corrisponde alla realtà. Almeno a guardare gli ultimi quindici anni di storia recente di questa città che con impegno sta provando a cambiare volto. Certo, questo non significa che la città non abbia molto ancora da fare per diventare una destinazione di fascino o che i suoi quartieri periferici non portino come una condanna la propria anima di grigiore di epoca comunista. Ma la lista di cosa vedere a Varsavia vi stupirà: la capitale polacca del ghetto e di Chopin ha molto da offrire, una vivace scena culturale e una divertente vita notturna. E per una jungla di cemento non c’è davvero da lamentarsi.
Cosa vedere a Varsavia: le rovine della guerra
Ecco perché per arrivare all’oggi è opportuno che la nostra guida sulle cose da da vedere a Varsavia parta dall’altro ieri: alla fine della seconda guerra mondiale l’85% della città era stata distrutta e la maggior parte della popolazione era morta, fuggita o, dramma nel dramma, era stato deportata nei campi di concentramento.
Questo perché prima dello scoppio della guerra più di un terzo della popolazione era di religione ebrea e sconcerta rendersi conto che di quella eredità non resta quasi più nulla perché quella comunità, ricca e produttiva, è stata praticamente sterminata. Toccò quindi alle autorità comuniste il difficile compito di ricostruire il centro storico dopo le distruzioni del conflitto in generale e dei 63 giorni di rivolta per cacciare i nazisti: duecentomila persone erano morte e le strade erano un cumulo di macerie.
Cosa vedere a Varsavia: si può rinascere come la fenice?
Si trattava quindi di rinascere come la fenice. E come qualunque guida vi dirà questo sforzo è riuscito. La “nuova” città vecchia è risorta e anche se alcuni critici si ostinano a biasimare questa scelta il centro è stato rimesso in piedi. In un modo che non ha eguali. In un primo momento vista la dimensione dei danni si pensò persino di spostare la città a Lodz, che aveva ancora la maggior parte degli edifici in piedi. Ma poi nacque nel 1945 l’Ufficio per la ricostruzione della capitale e tutto ebbe inizio.
L’idea venne portata avanti dal professor Jan Zachwatowicz, che era il capo del Dipartimento di Architettura Monumentale di questo ufficio che sostenne che andava ricostruita Varsavia per un motivo patriottico: una nazione e i suoi monumenti culturali sono una sola entità. Che non può essere dimenticata. I lavori durarono fino al 1952 e in parte sfruttarono come modello qualcosa di unico: addirittura dei quadri di grandi pittori del passato come Canaletto che avevano ritratto le piazze e le vie e che vennero ricostruite come in fotocopia.
Come modello i quadri del Canaletto
Molti degli edifici del centro storico sono stati quindi ricostruiti come erano prima della guerra – ovvero come erano nei quadri– senza tener conto dei cambiamenti che sono stati fatti nel corso dei secoli e non incorporati nelle ricostruzioni. Questo sforzo pionieristico è stato riconosciuto nel 1980, quando il centro di Varsavia è stato scelto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO. Non male per una città che ha saputo lanciare la sfida a Cracovia e Danzica e che ora rappresenta una metropoli da oltre un milione di abitanti. Divisi dal fiume Vistola e uniti dalla storia e dalla voglia di andare avanti fieramente.
La guida su cosa vedere a Varsavia: la via Reale e i palazzi
Come dicevamo la guida di cosa vedere a Varsavia vi racconterà che la città è attraversata dal fiume Vistola; la maggior parte delle attrazioni turistiche si trovano sulla riva sinistra. Il centro turistico è la “Via Reale“, che corre da nord a sud dalla città vecchia all’attuale centro cittadino. La città ha la fortuna di avere anche molti spazi verdi con laghetti e piacevoli caffè all’aperto, sempre affollati d’estate. In questi parchi spesso si tengono anche concerti gratuiti che attirano folle di persone e anche questa è una scena molto lontano dalle immagini di grigiore dell’epoca.
Oggi poi la città offre una vita notturna sorprendente che inizia a crescere non appena il sole tramonta sui suoi palazzi. Un dettaglio: l’alta stagione turistica va da maggio a ottobre, quando le temperature sono piacevoli, anche se ci sono giorni in cui si superano i 30ºC. I mesi più freddi sono gennaio e febbraio, quando le temperature possono raggiungere i -30 ° C.
Cosa vedere a Varsavia: costruzioni storiche e retaggi stalinisti
Abbiamo detto di ciò che è rinato. Ma nella lista di cosa vedere a Varsavia non si possono scordare le cose che sono rimaste. E tra questo c’è di certo il Palazzo della Cultura e della Scienza. Si tratta di una “meraviglia” della architettura socialista, costruita tra il 1952 e il 1955 e per decenni è stato il più grande e il più alto edificio (231 metri) dalla Polonia, oltre che un simbolo delle ambizioni di Stalin. In realtà, questo edificio è stato donato proprio da Stalin agli abitanti di Varsavia e la vista dalla piattaforma al trentesimo piano offre una magnifica vista della città. Insieme con una serie di uffici, l’edificio ospita un auditorium, un cinema, un teatro e pista di pattinaggio.
Proseguendo la passeggiata si arriva al Castello Reale che è stato ricostruito con una spesa enorme tra il 1971 e il 1984 anche se alcuni elementi dell’originale per fortuna sono stati salvati. Il castello, situato su un altopiano che domina il fiume Vistola, è stato costruito dai duchi di Mazovia e ampliato quando il re Sigismondo III Vasa trasferì qui la capitale. E’ stato la residenza dei re polacchi dagli inizi del XVII secolo fino alla fine del XVIII secolo. Oggi è un museo che espone arazzi, mobili antichi, ritratti e collezioni di porcellane e la visita vi porterà attraverso gli appartamenti e le camere dei Re, pesantemente ornati con dipinti che rappresentano le storie polacche.
Un ghetto da 400mila persone. Prima della tragedia
Continuando a vagare si arriva a quello che fu il ghetto e che aiuta a capire come Varsavia prima della Seconda Guerra mondiale, fosse, dopo New York, la più grande comunità ebraica nel mondo con quasi 400mila abitanti. Dopo l’invasione nazista gli ebrei furono confinati e costretti a rimanere nel ghetto ebraico che si trova ad ovest della città vecchia e da qui moltissimi furono deportati e uccisi.
Una curiosità che la nostra guida non può dimenticare è che il quartiere si chiamava Muranow in onore della quasi omonima isola veneziana perché a costruirlo fu secoli fa un architetto arrivato proprio dalla laguna veneta. Nel 1943 gli ebrei sopravvissuti scatenarono una rivolta che durò tre settimane e che si concluse però con la vittoria dei nazisti che rasero al suolo il ghetto. Un monumento, eretto alla fine del 1980, segna il punto in cui gli ebrei furono deportati in treno al campo di concentramento di Treblinka dopo la rivolta del ghetto.
In questa chiave il nostro parziale elenco di cosa vedere a Varsavia deve prevedere una sosta al Rising Museum, inaugurato nel 2004, nel 60° anniversario dello scoppio della rivolta: il museo rende omaggio a tutti coloro che hanno combattuto e sono morti per l’indipendenza del loro paese. Ospitato in una ex centrale elettrica del tram, il museo moderno guida i visitatori attraverso mostre interattive, filmati e fotografie. Interessante è anche il museo Polin che racconta 1000 anni di storia della vita fianco a fianco tra i polacchi e gli ebrei. Situato nel cuore dell’ex quartiere ebraico include il luogo delle più intense battaglie della insurrezione del 1943.
Pezzi si storia nella guida su cosa vedere a Varsavia
In generale da non perdere è una passeggiata poi per la Città Vecchia nota anche come Stare Miasto, quella che si può visitare partendo dalla piazza del Mercato e godendosi le tante piccole strade e vicoli che qui si intrecciano e dove si trovano molti locali, bar e posti dove sedersi per godersi il passaggio. Poi, dopo una occhiata doverosa ad una strada ricca di palazzi come la via Piwna si può puntare sulla celebre Strada reale che collega la piazza del castello al palazzo reale di Wilanow.
Si tratta di una lunga prospettiva di oltre quattro chilometri in realtà composta da tre strade. Il palazzo Wilanow fu commissionato alla metà del XVII° secolo da re Giovanni III che sognava una residenza estiva. I lavori sono proseguiti sino al 1696 ed è sempre stata uno luogo prediletti nella storia dai monarchi polacchi. I visitatori ancora oggi possono visitare gli interni e la galleria che raccoglie i ritratti dei più famosi polacchi. Infine non si può dimenticare la chiesa di San Martino che si trova sulla già citata strada Piwna.
Voluta nel 1356 dal duca di Mazovia, Ziemowit e da sua moglie Eufemia, è stata come quasi tutto il resto ricostruita. Il corpo principale della chiesa è in stile barocco, e si trova accanto ad un del 16° secolo. La chiesa oltre che per il suo valore storico è importante perché ha giocato un ruolo importante come punto di riferimento nella resistenza degli anni ’80, diventando un luogo frequentato dai membri dell’opposizione.
La città di Chopin e cosa vedere a Varsavia
Questa città ospita nelle sale del palazzo Ostrogski un museo dedicato al grande Frederic Chopin che è probabilmente la più importante raccolta del genere. Questa esposizione che risale alla metà degli anni ’50 si sviluppa su diversi edifici e uno di questi è proprio la casa dove abitò il musicista e si compone di oltre settemila oggetti tra lettere autografe, manoscritti, dipinti e ricordi di Chopin.
Ma non solo storia: di recente il museo è stato modernizzato e reso multimediale. Ora ci si si può tuffare nella musica durante la visita nelle sale divise per argomento che analizzano l’eredità e la grandezza del musicista polacco. Per chi voglia poi saperne di più la nostra guida vi suggerisce di andare a visitare anche la casa natale di Frederic Chopin nella tenuta di Zelazowa Wola dove i genitori del musicista lavoravano. Qui si può visitare una esposizione e godere del parco dove è stata realizzata una installazione dedicata al compositore e al suo pianoforte. E a questo punto è chiaro: come si fa a pensare ad una distesa di palazzoni sgarbati quando si possono ascoltare i Notturni del grande Frederic?
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