Ulaanbaatar non è come te la aspetti. A voler trovare un paragone potrebbe essere come una città che dorme per secoli. E poi  esplode di colpo. E che per questo deve ancora riprendersi. Fino a circa 15 anni fa, UB, come la chiamano da queste parti,  era una sonnolenta capitale di poco meno di 500.000 abitanti in un paese che viveva lentamente. Poi i tecnici di alcune imprese minerarie internazionali hanno frugato sotto le zolle e scoperto di tutto sotto le sue colline: oro, carbone, rame e persino uranio. Così un paese come la Mongolia che era stato ritenuto a lungo un pigro satellite del mondo sovietico improvvisamente si è  risvegliato seduto su una cassaforte piena di qualcosa come 1300 miliardi di dollari di minerali. Ecco perché una guida scritta allora che avrebbe dovuto spiegare cosa fare e vedere a Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, adesso andrebbe riscritta. Entro il 2005 la popolazione era quasi raddoppiata arrivando a 947.000 persone; oggi siamo a oltre un milione e trecentomila persone che costituiscono circa il 45 per cento dei tre milioni di anime del paese. E il bello, o il brutto, che ne arrivano 40mila di nuovi ogni anno attirati dalla nuova ricchezza. Anche se la crescita è poi rallentata (il pil è salito del 3% nel 2016) in seguito al crollo dei mercati, in generale,  la ricchezza della Mongolia è cresciuta di dieci volte tra il 2000 e il 2012. E tutto è ora diverso.

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Cosa fare e vedere a Ulaanbaatar: un paese in crescita

Un articolo scritto per raccontare cosa fare e vedere a Ulaanbaatar vi fornirà una seconda sconcertante notizia: le mappe e le cartine sono inutili. A parte una o due strade principali (Peace Ave, Narnii Road, Seoul Street e poche altre), le strade di Ulaanbaatar difficilmente hanno indicazioni e anche i numeri civici non esistono (se in più ci aggiungete la differenza di alfabeto capirete molte cose). Gli abitanti del posto usano Peace Avenue come un punto di riferimento fondamentale oppure si servono di Chinggis Avenue, il cuore amministrativo della città che corre da nord a sud sul versante occidentale di Sukhbaatar Square, in direzione sud. Alla fine troverete davanti il Zaisan Memorial, un enorme monumento di epoca comunista posto su una collina che rappresenta gli eroi russi e mongoli che hanno combattuto insieme durante le guerre mondiali. Non è certo un capolavoro ma è un punto di vista panoramico da cui si può intravvedere tutta la città. C’è anche una grande statua buddista in fondo.

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Cosa fare e vedere a Ulaanbaatar: pub e grandi firme

La seconda impressione che si prova chiedendosi cosa fare e vedere a Ulaanbaatar è quella di essere capitati in un posto di gente stravagante. Il boom economico ha portato con sé tutta una serie di negozi di alta moda come Louis Vuitton, Burberry, Armani, Tommy Hilfiger che si trovano nei nuovi centri commerciali anche se la maggior parte delle persone non potranno mai neppure entrare visti i costi. Nello stesso modo anche ciò che suona occidentale è diventato di gran moda e ora la gente fa la coda per andare a mangiare in locali dalle caratteristiche surreali: molto di moda per esempio è la catena Bandidos che propone cucina indiana-messicana (si, non è uno scherzo) o nei pub del marchio Oirish che promettono esperienze irlandesi. Nella capitale sono una quarantina. Tra gli stranieri che abitano qui si preferisce il Gran Khan Irish Pub, di fianco al teatro nazionale, dove tra i manifesti Guinness si bevono birre d’importazione e fiumi di Gengis Vodka.

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Cosa fare e vedere a Ulaanbaatar: la città nomade

La storia di Ulaanbaatar risale alla fondazione nel 1639 di un monastero formato da yurte, le tende tradizionali che qui si chiamano ger, chiamato Orgoo o Urga nei pressi della antica capitale mongola di Karakorum circa 250 km a ovest del sito attuale della città. Il monastero poi, come era prassi fra i mongoli nomadi, diventò una città mobile spostandosi ogni pochi anni. Il monastero di Urga per esempio venne spostato 25 volte dalla fondazione al 1778 quando arrivò nella attuale posizione dove si stabilì definitivamente. A questo punto era formato da migliaia di tende e templi, accoglieva diecimila monaci, ed era posto proprio sulla strada seguita dai mercanti che viaggiavano tra la Cina e la Russia. Ma era e restava comunque un capoluogo sottoposto al governo della Cina.
Nel 1911 fu dichiarata l’indipendenza e questo portò a lunghi anni di guerre fino al 1924 quando i russi la trasformarono in uno stato fantoccio dominato da loro. Nel 1924 il nome della città venne cambiato da Urga a Ulaanbaatar e molti dei monasteri e dei templi furono distrutti nelle purghe religiose del 1930.

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Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i quartieri di yurte vennero quasi tutti cancellati per fare posto ai quartieri dormitorio con i palazzi in stile sovietico. La Ferrovia Transmongolica è stato completato nel 1956 e continua a collegare Ulaanbaatar a Pechino e Mosca. Ora, come detto, la città è enormemente cresciuta: ma gran parte dei nuovi arrivati abitano ancora nei quartieri formati da tende senza acqua, elettricità e riscaldamento moderno e che ancora usano stufe a carbone.

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Se avete in mente di visitare la città e vi chiedete cosa fare e vedere a Ulaanbaatar vi suggeriamo di prepararvi con cura. Non basta infatti andare a zonzo e chiedere: pochissime persone a Ulaanbaatar parlano inglese o altre lingue. La maggior parte conosce almeno un po’ di russo ma la lingua locale è il mongolo, una lingua lontanamente legata alle lingue turche ma del tutto incomprensibile.

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Cosa fare e vedere a Ulaanbaatar: musei e templi

Al primo posto nell’ideale lista di cosa fare e vedere a Ulaanbaatar c’è il monastero di Gandan, a ovest della città. Ospita un enorme Buddha d’oro circondato da migliaia di piccole statue che rivestono le pareti della sala principale. Si tratta dei simulacri dei lama del monastero trucidati per ordine di Stalin nel 1937 ma ci sono per fortuna ancora 150 monaci che abitano il tempio che nel 1992 è stato ufficialmente nominato dal Primo Congresso buddista della Mongolia come centro principale dei buddisti del paese.
Si possono poi visitare due musei: il primo è il Museo d’Arte della Mongolia che ospita capolavori dell’arte mongola moderna, reperti dell’età del bronzo, reperti etnografici e pezzi che arrivano da monasteri buddisti. Il Museo Nazionale della Mongolia che prima si chiamava Museo della Rivoluzione, è stato costruito nel 1971 ed è uno dei musei più importanti della città. Si sviluppa su 10 sale e raccoglie buona parte di ciò che è arrivato dal passato nei settori della archeologia e della cultura in generale. Si ritiene che oltre il 30% del totale degli oggetti di valore museale della Mongolia siano conservati in questo museo.

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Quindi tocca alla visita al Museo Zanabazar di Belle Arti, a due isolati a ovest del Palazzo del Governo. La collezione comprende oggetti che vanno dall’età della pietra sino al 20° secolo. Particolarmente interessante è la collezione di arte buddista che risale al 17° secolo. L’attuale edificio del museo è stato costruito nel 1905 da un mercante russo e ospita anche sculture, dipinti e bozzetti di Zanabazar, l’artista vissuto nella metà del 1600 e ritenuto il più importante per la Mongolia. Il museo ha più di 10.000 oggetti nella sua collezione permanente, di cui circa 500 sono esposti nelle gallerie del secondo piano.
Infine da non perdere è anche il monastero di Choijin una esposizione unica di arte religiosa e sulla storia del buddismo in Mongolia. Il monastero fu attivo fino al 1938 e nel 1941 fu incluso nella lista dei monumenti storici e culturali e trasformato in un museo. Ora è un bell’esempio di architettura buddista e si compone di 5 templi e 5 porte ad arco. Nel tempio principale si trova la statua di Choijin Lama e la mummia imbalsamata del maestro.

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Per vedere una performance di artisti del Circo di Stato si può assistere a questo tipo di spettacolo che qui gode di grande fortuna. Il circo di Stato si trova a sud della piazza principale, alla fine del Tserendoriin Gudamj. La piazza principale vanta anche un pomposo Palazzo della Cultura e il palazzo rosa brillante dell’Opera di Stato e del Balletto. Ma durante l’inverno spesso sono chiusi.
Per acquistare souvenir della Mongolia, provate il Black Market (a circa 8 km dal centro della città) che occupa una superficie pari a quella di un campo da calcio: ma attenzione ai borseggiatori e non aspettatevi niente di particolarmente esotico. Soprattutto evitate il sabato per non essere travolti dalla folla. Il negozio statale in Peace Ave. è piuttosto squallido ma vende abiti tradizionali più yurte di tutte le dimensioni. È anche possibile fermarsi per un caffè nel forno-caffeteria al piano terra.

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L’ultimo capitolo della guida su cosa fare e vedere a Ulaanbaatar riguarda il clima: UB è piacevole in primavera e in estate ma in inverno fa un gran freddo. Anche in ottobre è possibile indossare una T-shirt e pantaloncini se si scende verso il deserto del Gobi (circa 550 chilometri da UB). In autunno e in inverno le giornate sono luminose ma le temperature possono essere molto rigide e serve un abbigliamento adeguato. Di notte, per capirci, si scende spesso sotto i -15 gradi. Il paradosso è che nei ger, le tende tradizionali, si sopporta bene. Molto peggio negli alberghi economici che spesso spengono il riscaldamento. A luglio l’occasione del viaggio può essere quella di partecipare al celebre Festival di Naadam che celebra i tre sport nazionali della Mongolia (lotta, equitazione e tiro con l’arco); la processione fino allo speciale stadio dove si svolgono le gare a sud della città inizia nella principale piazza di UB. Nel mese di novembre, i locali celebrano la festa della Repubblica, e tra gennaio e febbraio, c’è una festa nazionale molto sentita.

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