Hong Kong, la città meno cinese della Cina, è un mondo complicato e in continua evoluzione. E dai tempi delle giunche, dei mercanti con gli abiti coloniali, dai tempi in cui il “porto profumato” – questa la traduzione del nome – era il rifugio per pirati e contrabbandieri tutto è cambiato. Oggi è una jungla caotica e vibrante di acciaio e bambù, vetro e neon che, dopo aver rosicchiato più terreno possibile al mare continua a crescere in verticale attraverso i suoi infiniti grattacieli. E il risultato è che tutti i quartieri di Hong Kong potrebbe essere una città a sé stante, diversa e con un carattere proprio. E con sette milioni di abitanti e oltre 25 milioni di turisti sarebbero città tra le più abitate al mondo.
Ecco allora una breve guida per sapere cosa vedere a Hong Kong, cosa aspettarsi passando tra viali moderni circondati da grattacieli e vicoli che sembrano arrivare da un Oriente che non c’è più. Perché questa, lo abbiamo detto, non è una citta. Ma tante città. Anzi, un mondo.
I quartieri di Hong Kong: Kowloon, dove la vita pulsa
Se c’è uno dei quartieri di Hong Kong che riassume e concentra i suoi contrasti è sicuramente Kowloon. Si trova sulla penisola di fronte all’isola di Hong Kong e per parecchio tempo ha detenuto il record di zona più popolata del mondo. E’ qui che sembra concentrarsi il flusso continuo di turisti e gente del posto perennemente impegnati a passare tra uffici, strade, negozi, templi e mercati senza dimenticare i ristoranti. Che gli abitanti di Hong Kong vanno matti per ogni luogo dove si mangia, compreso quelli del cibo di strada.
In questa zona, tra le altre cose, si trova il mercato notturno di Temple Street, dove ogni giorno, al calar della notte, accanto alle bancarelle con mille assaggi vengono sciorinate infinite distese di prodotti contraffatti e imitati. Il paradiso della borsa Chanel e del Rolex assolutamente falso con i più veri cataloghi dove scegliere il modello preferito. Sempre e comunque, però taroccati. Nel parco di Yuen Po Street, invece, ci sono due curiosi mercati: uno specializzato nei fiori e l’altro negli uccelli dove una settantina di venditori propongono uccelli da compagnia.
La cosa stravagante è che i clienti spesso vengono qui portando con se le gabbiette dei propri uccellini come se dovessero presentare i nuovi amici. E le gabbiette frequentemente sono ornate e rifinite come fossero vere casette.
Pesci rossi portafortuna
Per finire non lontano, in Tung Choi Street, si trova anche il Golden Fish Market dove si viene tradizionalmente per comprare pesci rossi che portano fortuna e pesci tropicali oltre a rettili e altre strane creature. Attenzione: in alcuni casi vengono venduti animali protetti perché a rischio estinzione. Proseguendo verso il mare si arriva a Victoria Harbour, dove fotografare le vecchie barche con la vela colorata sullo sfondo dei grattacieli di Central. Ed è qui che alle 20 in punto, ci si affolla per vedere Symphony of Lights lo spettacolo di luci e suoni che coinvolge e colora 45 edifici dell’isola di Hong Kong e di Kowloon.
Di tutt’altro genere è l’ambiente che si respira, sempre restando tra i quartieri di Hong Kong a Kowloon, nel tempio di Wong Tai Sin, dove tra lanterne rosse e bastoncini d’incenso si può immergere nella suggestione di un luogo santo del taoismo. Oppure nel monastero delle monache di Chi Lin, un’oasi di pace assoluta dove si può passeggiare nei giardini di Nian Lan, contemplando la sua bellissima pagoda dorata e visitando il suo monastero in legno di teak, costruito – secondo la tradizione- senza neppure un chiodo.
Central: il cuore finanziario dell’Asia
Il quartiere di Central, sull’isola di Hong Kong, riunisce nei suoi ampi viali gran parte dell’essenza della città. Da un lato, ci sono i suoi grattacieli sempre più alti, dove si concentra la maggior parte dell’attività finanziaria, non solo di Hong Kong, ma di buona parte dell’Asia anche se sempre più forte è la concorrenza di altre tigri come la Malesia e Singapore. Ma questo è anche il luogo preferito dagli expat, dagli uomini di affari e di quelli che amano la bella vita.
Qui infatti durante le ore di punta ci si può immergere in fiumi di esseri umani che sciamano dagli uffici, si scapicollano per raggiugere la metropolitana o scegliere il locale dove bere e fare tardi. E si spazia dai locali più semplici a club dall’atmosfera costosa e trendy. Qui si può scegliere tra pub come a Dublino e churrascherie sudamericane, menu giapponesi e una infinità di ristoranti italiani più o meno credibili. Intorno, poi come detto, ecco i grattacieli in mezzo a cui salgono le scale mobili che conducono al cuore di questa zona ricca e divertente chiamata Soho.
Tra gli edifici più emblematici del distretto finanziario ci sono l’HSBC, progettato dalla star Norman Foster nel 1985 e considerato un capolavoro architettonico e il colosso della Bank of China, dal cui 43° piano si gode di una vista affascinante. Accanto ad essa, hanno il loro posto anche altri gioielli della Hong Kong coloniale come la Cattedrale di San Giovanni o il vecchio Palazzo del Consiglio Legislativo.
Scale mobili, gallerie e tanti locali
Salendo dal distretto finanziario fino a Soho si arriva anche ad una zona di gallerie d’arte e negozi di design e sui muri si notano spesso graffiti ben più sofisticati dei soliti murales urbani. Ma c’è anche qualcosa di diverso: tra le scale e le strade che salgono ci sono cubicoli di artigiani, come gli affilatori di coltelli, e piccoli ristoranti ricavati in spazi minuscoli.
A pochi passi si trovano altri due tesori del quartiere: il Man Mo Temple, uno dei più antichi templi di Hong Kong e Cat Street, la strada degli antiquari. Dove però occorre fare attenzione che il pezzo antico sia, di nuovo, un moderno falso “made in China”.
Per finire, si deve arrivare sino in cima per vedere tutti i quartieri di Hong Kong: quando ai arriva ai 552 metri di Victoria Peak lo sguardo corre tutto intorno. Per arrivare si può scegliere la storica funicolare, che ha più di 125 anni, o uno dei bus che si arrampicano da Central. In ogni caso, questo è il posto giusto per godersi il panorama su Hong Kong. E di giorno o di notte qui è impossibile non fermarsi a scattare foto a raffica.
I quartieri di Hong Kong: moda e lusso
Ma i quartieri di Hong Kong da scoprire non sono ancora finiti: nel senso che l’isola omonima riesce a esprimere anche zone decisamente diverse da quelle degli hipster e della finanza. Tra questi ci sono Admiralty e Causeway Bay, che occupano una ampia parte dell’isola e sono considerate tra le zone più eleganti. Si tratta di aree residenziali di lusso, dove i palazzi sono ben diversi dai formicai di Kowloon e dove si trovano anche i negozi delle griffe più importanti. E non a caso gli affitti a Causeway Bay sono tra i più alti al mondo. Superando anche quelli sulla Quinta strada di New York. Ovunque spiccano le pubblicità dei marchi del lusso, i caffè fanno gara per offrire confort e servizi esclusivi e le facciate delle case sono coperti di schermi che trasmettono spot globali.
Ma è anche una zona di ristoranti per gourmet: qui bisogna dimenticare le bancarelle di cibo da strada di Kowloon – ovvio: qualcuna c’è anche qui, in fondo siamo ad Hong Kong- ma sono poche. E negli altri locali oltre alla tovaglia ci sono anche da attendersi conti adeguati. Dopo pranzo poi si possono sgranchire le gambe nel Victoria Park, il parco più grande della città dedicato alla Regina omonima e il luogo più amato dai cultori del tai chi, dai runner e dai bambini che vengono a vedere il piccolo zoo. Oppure andare a provare l’ebrezza delle scommesse all’ippodromo Happy Valley Racecourse. Il brivido è garantito.
Lantau: l’isola dove sembra di tornare al passato
Infine il nostro tour tra i quartieri di Hong Kong porta lontano. In un luogo che pare venire da un altro mondo e che merita in ogni stagione. Stiamo parlando dell’isola di Lantau, una delle centinaia che formano la città-stato. La più grande di tutte. Ma anche quella che ha mantenuto la sua anima più originale. Non esagerate però: qui si trova anche il parco di Disneyland e l’aeroporto internazionale e quindi la modernità è riuscita ad entrare. Ma la natura ha retto.
Scopritelo andando a vedere i tanti sentieri che si immergono nel verde della campagna o le spiagge quasi sempre poco affollate prima di andare al monastero di Polin dove si trova il grande Buddha seduto. Grande non è un modo di dire: è alto 23 metri e spicca tra le colline anche perché per arrivare occorre salire 268 gradini. Ma ne vale la pena così come imperdibile è il viaggio sulla funivia che porta sino a qui. Si gode la vista come a volo d’uccello.
Poi, dopo una sosta al ristorante vegetariano del monastero partite verso Tai Lao, un piccolo villaggio di pescatori in cui le auto non accedono e dove le case sono ancora su palafitte come un secolo fa. La gente del posto viene per rilassarsi, i turisti per fare un salto nel tempo. In entrambi i casi è un modo per vedere l’altro volto del “porto profumato”. Che qui profuma di oriente perduto.
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