Cinquant’anni e non sentirli. Oppure, se preferite: una splendida cinquantenne. Singapore ha festeggiato da poco il suo primo mezzo secolo di indipendenza e la Lonely Planet, la più celebre delle guide turistiche, la ha onorata definendola come il posto che i viaggiatori di tutto il mondo devono vedere assolutamente. Ma cosa offre questa isola di poco più di 40 km di larghezza a poca distanza dalla Malesia e nel bel mezzo dell’affollata arena delle rampanti nazioni asiatiche? Praticamente tutto. Perché Singapore ha mescolato Oriente e Occidente, templi e grattacieli, Buddha e Allah, stilisti e mercanti. E li ha fatti convivere. Diventando una delle capitali del mondo moderno. Con molte sorprese per chi la visita. Ecco una guida di Singapore minima: per capire la tigre d’Oriente
Guida di Singapore: i nuovi quartieri
Marina Bay è il nuovo quartiere icona della città. E una guida di Singapore deve per forza partire da qui. Qui tutto ciò che c’è è grande. Anzi, enorme. Grattacieli, palazzi, attrazioni. Sembra il sogno di un gigante che non si accontenta mai. E dopo essersi regalato un nuovo ciclopico edificio continua a costruire. Qui si può ammirare il panorama della città dall’alto della Singapore Flyer, una delle ruote panoramiche più grandi del mondo che offre, per chi non soffre di vertigini, anche la possibilità di cenare a 165 metri di altezza. Meglio scegliere le giornate senza vento.
Non solo: su tutto svetta il Marina Bay Sands, un colosso formato da tre grattacieli appaiati sul tetto dei quali, a circa duecento metri di altezza, si trova una enorme terrazza, lo Skypark, con palme, ristoranti e una piscina a sfioro. Grande tre volte quella olimpica, si può sguazzare nel fresco del monsone. All’interno, un casino, un albergo a cinque stelle da qualche migliaio di stanze, centinaia di negozi e persino un canale che scorre al coperto. Ci sono anche le gondole che scivolano al chiuso tra le vetrine degli stilisti. Attenzione: i gondolieri non sono di Venezia. E le barche scivolano su rotaie immerse nell’acqua.
Guida di Singapore: Gardens by The Bay
Centouno ettari per 220mila piante. Ecco in due numeri i Gardens by The Bay, i nuovi giardini affacciati sulla baia. Inaugurati di recente, hanno cambiato il volto della città. Questi enormi spazi verdi offrono percorsi a tema, serre al coperto, una rete di ruscelli e diversi laghetti al centro dei quali si trovano i Super Trees. Non sono in realtà alberi ma giardini verticali alti tra i 25 e i 50 metri che svettano nello skyline dei grattacieli. Questi alberi artificiali sono ricoperti da piante di circa 200 specie diverse.
E sulla cima ci sono anche ristoranti e spazi per il relax. Per chi ha amato il film Avatar è come trovarsi dentro la pellicola. I Gardens offre anche un enorme spazio destinato a un mercato dei fiori e quattro aree dedicate alle culture che compongono il mix di Singapore: malese, cinese, indiana e inglese. Gli appassionati di botanica non vorrebbero mai andare via: le orchidee sono centinaia e tutte diverse. Una guida di Singapore oltre che si grattacieli dovrebbe avere un capito dedicato ai fiori.
Guida di Singapore: Chinatown e Little India
Temple Street un tempo era il quartiere a luci rosse della Chinatown. Oggi è una delle aree più di moda, piena di ristoranti, gente e negozi. Il tutto nel cuore del vecchio quartiere cinese fondato da Sir Raffles, il governatore arrivato quaggiù quando Singapore era poco più di un covo di marinai e tagliagole. E’ bastato il fermo buon senso di Sir Raffles per trasformarla in poco tempo nella cassaforte di Sua Maestà la regina d’Inghilterra e nella più lucrosa base della Compagnia delle Indie.
Il lord, che ancor oggi occhieggia in marsina in statue corrucciate di fronte al travolgente skyline della città, aveva il pallino degli affari e stabilì regole ferree: le varie etnie – cinesi, indiani, malesi – si spartiscano ciascuna il proprio quartiere e i marciapiedi abbiano coperture e portici. Da allora sono passati due secoli ma tutto questo vale ancora. Così pur essendo cambiato il mondo resistono i vari quartieri – Chinatown appunto, ma anche Little India – e ognuno ha mantenuto un’anima e un proprio stile. Chinatown in particolare, dopo il recente rilancio, è un luogo splendido per lo shopping o per il pranzo tra le vecchie case che furono negozi, appartamenti, case coolie con camere in affitto, caffè e fumerie d’oppio.
Due chilometri di paradiso: almeno se amate lo shopping. Una guida di Singapore per chi ama la moda vi porterà per forza qui. Questa strada è il vero cuore commerciale di Singapore e qui, uno dopo l’altro, si trovano i più grandi centri commerciali del Paese. E forse dell’intero Far East. Qui si trovano i flagship store degli stilisti occidentali e dei sarti orientali oltre ad ogni altro genere di lusso. Il più clamoroso – ventinove piani di lusso e vetrine – è probabilmente il Ngee Ann City, dall’inconfondibile colore rosso e a forma di tempio.
Torri e shopping
Le torri gemelle e l’edificio di collegamento sono interamente rivestiti in marmo, l’ingresso principale osa due enormi colonne d’argento e sorvegliato da due maestosi cani importati dalla Cina, simbolo di prosperità. All’interno del mall sono presenti tutte le firme: ricordatevi la carta di credito gold prima di entrare. Poco lontano il Tanglin Shopping Centre è il posto giusto dove cercare antichità a prezzo non certo di favore. Una curiosità che nessuna guida di Singapore potrà nascondere: il clima terribile quasi tutto l’anno. Ecco perché i mall di Orchard Road sono collegati da tunnel e passaggi sopraelevati e sotterranei. Per poter fare shopping fino allo sfinimento. Finirete i soldi: ma almeno non avrete sudato.
Una volta qui c’erano depositi, magazzini e moli per le navi. Ora qualunque guida di Singapore vi dirà che ci sono grattacieli, hotel, ristoranti di moda e un’infinità di bar. La sera il buio fa fatica a calare scacciato dalle migliaia di luci. Clarke Quay era uno dei porti della città, sul fiume Singapore. Oggi è una delle zone più vivaci e trendy. Impossibile stabilire quale sia il locale giusto, l’unica cosa è gironzolare e farsi irretire dal profumo. Anche perché probabilmente ci sono poche aree al mondo con una tale concentrazioni di cucine diverse. Esiste poi una specie di galleria coperta (con onnipresenti sbuffi d’aria condizionata per dare refrigerio all’afa) dove di sera volenterosi gruppi pop sparano musica occidentale. Viene voglia di ballare: ma è facile trovarsi fradici di sudore.
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