E in più da qui si gode anche un panorama unico che spazia da Perugia sino ad Assisi. Qui si trovano tracce romane ma la struttura è evidentemente medievale con i suoi palazzi antichi e le tante chiese. Non è un caso se qui sono nati ben sei santi. Fino al 1240 Montefalco era chiamata come Coccorone e cambiò nome dopo la quando Federico II la distrusse e la ricostruì battezzandola così visto il gran numero di falchi che qui nidificavano. Successivamente Montefalco divenne dominio della potente famiglia Trinci, e successivamente fu inglobata nei possedimenti del papato.
La strada del vino Sagrantino: partiamo da Montefalco
Per entrare nella città la strada più suggestiva passa per la porta Sant’Agostino del XIV secolo dove si vedono ancora le feritoie un tempo usate per colpire i nemici. Da qui si sale lungo corso Umberto e poi per corso Mameli che conduce alla piazza principale, ovvero la piazza del Comune. Prima però un omaggio alla chiesa duecentesca di Sant’Agostino anche se il monumento più importante si trova in via Ringhiera Umbra – il nome è doveroso visto che qui spalanca un belvedere unico sulla valle del Topino e la piana del Clitunno – ed è il museo ospitato nella ex chiesa di San Francesco, lascito trecentesco dei frati Minori.
Ora prima di partire per proseguire il viaggio sulla strada del vino Sagrantino un ultima sosta alla piazza del Comune dove convergono le cinque strade principali del borgo e dove si trovano i palazzi più importanti come il palazzo comunale, la ex chiesa di San Filippo Neri e il palazzo de Cuppis ma anche l’ufficio informazioni turistiche dove chiedere consigli sulle cantine da visitare e i posti giusti per le degustazioni. Molte cantine offrono degustazioni gratuite, alcune richiedono un piccolo contributo, mentre altre, in particolare i viticoltori più piccoli, richiedono che le prenotazioni vengano effettuate prima dell’arrivo. Vengono offerti tour di alcune cantine, ma generalmente è richiesta in questi casi di iscriversi in anticipo.
Bevagna, torri e chiese medievali
Proseguendo il viaggio sulla strada del vino Sagrantino ecco Bevagna, una specie di riassunto di storia che spazia dal tempo dei romani al medioevo. Il paese è non lontano da Spello e Foligno e infatti la porta attraverso cui entrare nel borgo si chiama proprio porta Foligno. Oltrepassandola si vedono le antiche mura, ancora abbastanza ben conservate con le torri che proteggono il paese che ha il suo cuore nella piazza Silvestri, nella quale spiccano il palazzo dei Consoli e le due chiese romaniche di San Michele Arcangelo e San Silvestro. Ma lo abbiamo detto: qui la storia è ovunque.
Terme romane e cantine
E infatti basta percorrere pochi passi su una ripida strada per arrivare davanti alle terme romane. O almeno quello che resta con stanze ancora impreziosite da mosaici del II secolo d.C. con scene di vita in mare, con figure di tritoni, cavallucci marini, aragoste e calamari. Dopo una foto lasciate andare le gambe e perdetevi nei vicoli, godendo gli scorci degli antichi palazzi, le atmosfere medievali prima di uscire dal paese e andare a fare una sosta in una delle cantine come Adanti o La Fonte. E qui il Sagrantino è di casa.
La strada però prosegue. E noi andiamo avanti. La nostra destinazione è Gualdo Cattaneo, un borgo che sorge dove un tempo c’era solo un castello abbarbicato a dominare un luogo strategico, tra la valle del Tevere in territorio umbro e la valle umbra ovvero quella dove si trovano Spoleto e Foligno.
Quel castello esiste ancora ed è la rocca dei Borgia, una fortezza progettata da Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta nel 1493. Francesco da Pietrasanta progettò una torre a sezione circolare, collegata da mura che formavano due lati di un triangolo, per consentire ai difensori un controllo totale della fortezza che oggi ospita mostre e convegni. Dopo la rocca il paese ispira una passeggiata per vedere anche le antiche chiese tra cui quella di Sant’Antonio e Antonino che nasconde una cripta molto suggestiva con reliquie di santi. Ma Gualdo non è un solo castello: è una rete di castelli. Nei dintorni infatti si trovano altri fortilizi da scoprire e visitare.
Un tour tra i castelli
Nel giro di non molti chilometri ecco infatti il castello di Marcellano dove si svolge un presepe vivente che coinvolge tutti gli abitanti ma anche il castello di Barattano, che è arrivato sino a noi mantenendo molte delle sue antiche caratteristiche. E entrando nelle mura, tra vicoli e torrioni, sembra che il medioevo sia finito ieri. Qui, fermatevi per un po’ e godetevi il panorama. In lontananza sicuramente vedrete la forma di uno degli altri castelli e fa effetto pensare che sono sorti per la guerra. Ora, per fortuna, qui si respira una profonda pace.
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