Copenaghen non è ovviamente solo la Sirenetta. Anzi, la capitale della Danimarca ha molti volti diversi, zone con anime differenti che rendono la visita una continua scoperta. Il tutto in una città che si visita comodamente, senza distanza eccessive e con una qualità della vita che resta sempre ad altissimo livello. Ecco allora una breve guida dei quartieri di Copenhagen: da quelli più trendy a quelli notoriamente alternativi, dalla zona degli hipster a quella multietnica. Con mille personaggi da scoprire come se si fosse in una favola di Hans Christian Andersen.

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I quartieri di Copenaghen: la rinascita di Vesterbro

La nostra passeggiata tra i quartieri di Copenaghen parte da Vesterbro. E se lo aveste visto solo un decennio fa ne sareste probabilmente sorpresi. Ora questa zona, nell’area sud ovest della città è forse il quartiere più alla moda ma fino a non molto tempo fa godeva di una pessima fama. Ed era la zona a luci rosse. Ora, invece, si passeggia tra piccole gallerie, ristoranti shabby chic, piccoli bar e circoli dove si fa musica.

Certo, ogni tanto resistono piccole sacche di quello che fu un tempo  ma ora è molto frequentato e non certo per le signorine allegre ma per i suoi alberghetti ricercati e gli spazi dove mangiare cucina bio. Il quartiere, di fondo, mantiene una anima operaia ma molto sta cambiando e ora i negozi di abiti vintage stanno togliendo spazio ai vecchi bar mal frequentati. Per qualcuno è un peccato che sia così.

Lo abbiamo detto: i quartieri di Copenaghen sono diversi e unici. Anche quando si trovano a poca distanza tra di loro. Un esempio è quello di Kødbyen, che è praticamente quello che a New York sarebbe il Meatpacking District. Ovvero la zona dei macelli.

Gli ex macelli ora sono di moda

Kødbyen si trova a Vesterbro, a pochi minuti dalla stazione centrale di Copenaghen e gli ex macelli sono stati rinnovati e trasformati in ristoranti, bar e studi d’arte. Il risultato? Ora tanti dei suoi abitanti vengono qui per un aperitivo, una cena o per sentire musica nei piccoli club , spesso sotterranei. La scelta è ampia e gli indirizzi di moda cambiano continuamente ma sappiate che qui si possono trovare tacos e tapas, hamburger gourmet ma anche locali con cucina stellata di cuochi che si sono fatti le ossa al mitico Noma. Per scegliere seguite la folla, infilate la testa nei locali e fatevi ispirare dall’ambiente.

No, non siamo a Parigi. Ma anche la guida dei quartieri di Copenaghen propone la propria versione del Quartiere Latino. Si trova all’interno della zona chiamata Indre By, che poi è il centro storico della città, che è la zona dove si trovano anche molti dei musei più interessanti,  e prende il nome dal fatto che è sorto intorno alla università. Dove, è ovvio, anticamente il latino era la lingua più parlata. Ora, ovviamente, la lingua è un’altra ma resiste una atmosfera giovane e rilassata con librerie e parecchi locali divertenti affollati di studenti.

Ma non solo: in questa zona si trovano anche parecchie attrazioni che risalgono al passato come la Torre Rotonda, la sinagoga ottocentesca e soprattutto la  Vor Frue Kirke o, la cattedrale dedicata a Nostra Signora in stile neoclassico ma sorta a metà ‘800. Nella torre ci sono anche la campana più antica e quella più grande del paese.

La lunga  via dello struscio

Non lontano da qui poi si spalanca lo Stroget, ovvero il viale centrale della città, cuore dello struscio e dello shopping e una delle vie pedonali più lunghe d’Europa. Qui si trovano i negozi di souvenir e le vetrine delle catene globali, marchi di design e una ampia scelta di locali di tutti i generi. Si cammina per oltre un km e mezzo e quindi c’è tempo e spazio per guardarsi intorno ricordando che quella che sembra una strada è, in realtà, una infilata di una serie di strade e piccole piazze dai nomi ostici: Frederiksberggade, Nygade, Østergade Nytorv, Gammeltorv e Amagertorv.

Se si parla di Copenaghen e delle zone da vedere non si può non citare la zona del vecchio porto della città. E certamente quella che è un po’ la cartolina e lo scorcio perfetto per un selfie. Stiamo ovviamente parlando di Nyhavn, l’icona fatta di case a schiera colorate sei-settecentesche, di barche, più o meno antiche, ormeggiate a dare una ventata di aria marinara.

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Dal vecchio porto alla zona turistica

Così, quello che fu un tempo una zona un po’ malfamata, come tutti i porti – con luridi bar per marinai e botteghe di tatuaggi – è ora il classico quartiere turistico pieno di locali e bar, perfetto nei giorni d’estate per una lunga sosta ai tavolini bevendo birra e ascoltando le canzoni eseguite dai tanti musicisti di strada. Non solo: questo fu anche il punto dove abito per una ventina di anni il grande scrittore Hans Christian Andersen che guardando dalle finestre della sua casa si ispirò per le favole. All’inzio del canale, fatto costruire dal re Cristiano IV nel 1670 per fare arrivare merci e ricchezze fin nel cuore della città, si trova ora un monumento a forma di ancora che ricorda i marinai morti.

Dopo il porto ora puntiamo ad ambienti più vip. E per farlo tra i quartieri di Copenaghen puntiamo verso Nørrebro, la zona più fashion della città. E una di quelle sempre piene di vita. Le strade dello shopping più amate sono Ravnsborggade e Sankt Hans Gade sono dove si trovano le vetrine delle boutique più eleganti ma anche negozi di capi vintage ma sempre di un certo stile. Ci sono anche alcuni mercatini da visitare e se cercate oggetti di arredamento di seconda mano puntate verso Elmegade. Oltre che per fare acquisti si può venire qui di sera per cenare in uno dei tanti locali. Guardatevi attorno: si passa dal piccolo locale etnico al ristorante stellato.

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La libera città di Christiania

Una zona invece di tutt’altra natura è quella della libera città di Christiania, fondata negli anni ’70, quando una ex base militare su Christianshavn fu occupata da un gruppo di hippy. Meglio conosciuto per le bancarelle di marijuana di Pusher Street, in realtà ha molto altro da offrire. Ci sono panetterie creative, ristoranti vegetariani, locali per concerti e jazz bar. In una atmosfera di assoluta libertà.

Poco lontano ecco l’ultima tappa del nostro viaggio tra i quartieri di Copenaghen: Christianshavn: è nato nel 1600 su volontà del solito re Cristiano IV che voleva ampliare le zone mercantili e creare uno spazio utile per difendere la città. Per farlo ha allargato la terra creando una specie di isola artificiale solcata da un canale che le da una atmosfera che ricorda Amsterdam anche grazie alle case colorate e i vicoli che le separano mentre ormeggiate sull’acqua stanno delle houseboat. E non a casa qui si trova anche, l’Orlogsmuseet, il museo navale di Danimarca. Ma non solo per passeggiare si viene in questa zona: il quartiere ospita due chiese che meritano di essere viste sicuramente.

Le chiese i locali di moda

La prima è la chiesa del Redentore con la sua famosa guglia a spirale e la chiesa di Cristiano dedicata al re che ha un interno così pomposo da apparire più simile ad un teatro. In più, parlando di teatro, qui si trova anche il Teatro dell’Opera di Copenaghen , famoso per la architettura innovativa e particolare mentre i canali intorno sembrano farlo uscire dalle acque.

Dopo tanto vagare viene naturale fare una pausa. Intorno troverete molti locali piacevoli dove assaggiare la cucina moderna danese ma se vorrete osare sappiate che qui ha la sua sede il Noma. E’ stato premiato per anni come il miglior ristorante al mondo. Peccato che si debba prenotare mesi prima e una cena costi parecchie centinaia di euro. Ma voi non vi spaventate: entrate in un locale affacciato sull’acqua e ordinate uno Smørrebrød, ovvero un panino aperto con pane nero e aringhe o salmone e una birra. Alzate il calice e pronunciate la frase rituale: Skål. Copenaghen, sorridente ricambierà il saluto.