La capitale economica della Birmania (o come si chiama adesso Myanmar), Yangon è un mix avvincente di pagode dorate, architettura coloniale, case fatiscenti avvolte da una rete di ponteggi pericolanti e strade dove sembra che i gas di scarico si mescolino alla storia. Una storia che ha conosciuto le durezze della dittatura militare ma che per fortuna dal 2010 ha sperimentato un deciso alleggerimento della oppressione tanto che nel 2012 sono state istituite libere elezioni mentre gli oppositori politici, per prima la celebre Aung San Suu Kyi, sono tornate a parlare e fare politica. Il risultato? Che per fortuna, si è smesso di parlare solo di politica e di problemi sociali e si è ricominciato ad elencare le cose da vedere a Yangon. E, per fortuna, non si tratta di una lista striminzita.
Cosa vedere a Yangon. E quando andare
Yangon è stata la città sede del governo coloniale della colonia britannica fino all’indipendenza della Birmania arrivata nel 1948 diventando la capitale del paese ora indipendente fino al 2005 (quando la capitale ufficiale è stata trasferita a Naypyidaw). Posta alla confluenza di due fiumi può contare su un vasto porto – il principale del paese – e ha la fortuna di essere accarezzata spesso da una piacevole brezza che ne rende il clima gradevole. Almeno per quello che è lo standard di questa parte di mondo dove il caldo e l’umidità sono pesanti da sopportare.
La stagione dell’afa va da febbraio fino a giugno, con temperature medie vicino a 40 gradi centigradi, mentre i monsoni colpiscono da giugno fino a ottobre. Da novembre a febbraio la temperatura media scende circa a 30 gradi e questo è il periodo di gran lunga il momento migliore per visitare Yangon.
Il volto della antica capitale che cambia
Della storia abbiamo detto, del clima pure: ora concentriamoci sulle cose da vedere a Yangon. La città ospita il maggior numero di edifici coloniali intatti in Asia; anche se alcuni potrebbero obiettare che la definizione di “intatto” è decisamente discutibile. La scarsa manutenzione e di conseguenza la presenza di edifici fatiscenti raccontano meglio di ogni libro di storia l’evoluzione di questo paese e della sua antica capitale dove tuttavia non si è mai persa la vibrante energia positiva dei suoi abitanti e della loro vita quotidiana.
In questi periodo tuttavia si assiste ad un volenteroso tentativo di migliorare le infrastrutture turistiche e infatti si stanno riducendo per frequenza quei disservizi che un tempo erano la prassi come le interruzioni di corrente o la presenza, in alcune piccole strade del centro, di cumuli di macerie. Internet tuttavia resta spesso ancora un bene prezioso e evanescente, almeno al di fuori degli alberghi di lusso dove scendono gli occidentali.
Cosa vedere a Yangon: il ruolo della religione
Camminando per le strade di Yangon ma in genere di tutto il Myanmar – attenzione ad attraversare – incontrerete molti monaci e monache buddisti che vagano cercando le elemosine in particolare durante le loro passeggiate mattutine. Sono tanti e a volte in fila bloccano anche il traffico. Non vi spazientite: non si fa. Il tempo per visitare la città può essere elastico anche se almeno due o tre giorni sono da mettere in conto per cercare di cogliere un po’ della storia e del colore del paese; uno dei modi migliori è quello di indugiare in negozi di tè e sorseggiare la scura bevanda dolciastra lascito degli inglesi. Qui ognuno ne scola litri su litri.
Poi ci sarà tempo di visitare i mercati sempre pieni di gente come Bogyoke Aung San e il mercato del pesce aperto sino a tarda notte. Il Bogyoke Aung San è decisamente tagliato sul gusto dei turisti e qui potrete trovare i vostri souvenir tra le circa 2000 botteghe al coperto su due piani che lo affollano. Attenzione: chiude presto, verso le 17.30.
Cosa vedere a Yangon: templi e pagode
Il gioiello splendente della città, la prima pagina tra quelle dedicate a cosa vedere a Yangon è comunque dedicata alla Pagoda di Schwedagon, il tempio d’oro visibile in tutta la città e simbolo di un paese che si basa e di fa forza sulla propria forte radice buddista. Lo stupa è ricoperto di lastre d’oro del peso stimato di 52 tonnellate e sormontato da un diamante da 76 carati, oltre ad essere coperto da molti altri gioielli. Il tempio fu costruito tra il VI e il X secolo, anche se il sito in cima alla collina Singuttara è considerato sacro da oltre 2.500 anni.
Non a casa questo tempio è è il sito più sacro per i buddisti birmani, ed è un punto di riferimento quotidiano per i fedeli. Si dice che alcune reliquie del Buddha siano ospitate nello stupa, insieme a molti altri oggetti arrivati dal lontano passato e grandi tesori. Ci sono scale per salire su ogni lato ma per i più pigri c’è pure un ascensore. L’ingresso meridionale è il più utilizzato perché conduce fuori città mentre quello orientale, anche se danneggiato dagli inglesi molto tempo fa, è popolare perché conduce verso una zona di mercati e quindi è sempre affollato.
Shwedagon è un luogo di culto, preghiera e meditazione ed è importante rispettare la sacralità del luogo, senza fare rumore o interferire con le attività dei fedeli. Ricordate di vestire in modo appropriato, con pantaloni e maniche lunghe, e di togliersi sempre le scarpe prima di entrare. Attenzione anche alla frenesia della foto: scattate ma con discrezione e se possibile visitate il tempio all’alba e al tramonto. Ogni foto sarà splendida.
Le cose da vedere a Yangon: i ricordi di Sua Maestà
Una visita la merita anche un altro tempio chiamato Sule Paya: anche qui oro e segni del tempo ma anche il rumore dei clacson e dei motori delle auto che stridono con la pace della meditazione. Come detto i segni del lungo e importante periodo coloniale a Yangon sono ben evidenti. La parte sud della città che si spinge sino quasi al mare è quella progettata dai tecnici di Sua Maestà nel passato e ancora si nota anche se alcuni edifici avrebbero bisogno di una rinfrescata.
Yangon non conquista certo i visitatori con la sua vita notturna. Per trovare qualcosa da fare occorre andare negli alberghi e in alcune strade dove si trovano ristoranti e bar come una parte di Chinatown Street. Per concludere una notazione sulla gente di Yangon, la antica capitale del Myanmar. Incontrerete tante persone sorridenti e che vogliono conoscervi e scambiare con voi due parole. Alla gente di qui piace condividere le storie. Le loro sono tante, spesso anche difficili. Ma sarà un piacere starli ad ascoltare.
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