Per decenni è rimasto chiuso e isolato, schiacciato da una dittatura militare, uno stato paria citato solo per violazioni dei diritti e per i suoi simboli della lotta per la libertà come Aung San Suu Kyi. Il risultato è che per troppo tempo si è parlato più dei problemi sociali piuttosto che di cosa vedere in Myanmar e il turismo ha girato lontano.
Tanto che negli anni ’70 arrivavano 1500 stranieri all’anno. Ma da qualche tempo le frontiere si sono aperte, le elezioni sono diventate libere e quella che per tanti è ancora la Birmania ha iniziato a crescere dal punto di vista economico attirando turisti ammaliati da una destinazione diversa da ogni altra: un cocktail di culture, storia, sapori e misticismo che spiega perché adesso i turisti siano quasi due milioni. E destinati a crescere.
Stupe, rovine, giugle e fiumi: le mille cose da vedere in Myanmar
Questa destinazione del Sud Est Asiatico infatti riserva la sorpresa di un’incredibile varietà di attrazioni: stupa dorati alti come grattacieli, antiche rovine, incontro con popolazioni che vivono sulle colline con culture millenarie, giungle in apparenza inesplorabili ma anche placide distese di sabbia al sole a pochi passi dal lento sciamare di legioni di monaci che colorano città rese leggendarie dalle pagine di scrittori come Rudyard Kipling e George Orwell.
Governato da una rigidissima giunta militare, la Birmania rimase chiusa per quasi sessant’anni al mondo esterno. Quando finalmente si decise di allentare il controllo viaggiatori furono inizialmente limitati a una manciata di luoghi: i magnifici templi di Bagan, i villaggi galleggianti del lago Inle, i monasteri di Mandalay e Yangon, l’ex capitale, con le sue vestigia coloniali e le sue imponenti pagode.
Quello era prima. Con la fine del controllo occhiuto sui viaggi i viaggiatori fanno la fila per scoprire le bellezze da vedere in Myanmar, affascinati dall’idea di sbirciare da una fessura rimasta aperta nel tempo come fosse l’Asia prima che arrivassero i turisti. Gli stessi che scoprono una cultura affascinante e pervasa da un senso di accoglienza, pur se ancora sospesa tra tradizione e modernità.
I monasteri sono il fondamento della società birmana e nonostante la rapida espansione della vita di Yangon, sempre più occidentalizzata, niente e nessuno dimentica i rituali e i precetti del buddismo. Ovunque è tangibile il senso di devozione e soprattuto di fronte all’imponente Shwedagon Paya, che domina su Yangon come un’enorme colonna d’oro.
Cose da vedere in Myanmar, un paese dai molti volti
Mentre il Myanmar si è aperto al mondo esterno, i viaggiatori si sono spinti oltre il triangolo Bagan-Inle-Mandalay, visitando avamposti pacifici come Kalaw, Hsipaw e Kengtung e facendo trekking in villaggi tribali remoti. Piccoli gruppi di intraprendenti raggiungono anche le giungle del nord o i porti pieni di pioggia del sud e dell’ovest cercando di scoprire l’altra faccia delle cose da vedere in Myanmar che si insinua persino in una piccola zona dell’Himalaya, accessibile dal remoto Putao nell’estremo nord.
Tutto questo mentre il possente fiume Irrawaddy serpeggia come un tortuoso pitone birmano, offrendo alcuni delle più suggestive esperienze di viaggio fluviale nel sud-est asiatico. Insomma, natura e storia, religione e voglia di cambiare: il punto di partenza di ogni viaggiatore che arrivi qui sono certamente la moltitudine infinita dei templi di Began anche se poi molti si sentono più rapiti dall’esperienza surreale dei villaggi galleggianti del lago Inle. La città di Mandalay attira i visitatori con i suoi panoramici dintorni, il complesso del palazzo reale e il Mahamuni Buddha.
La costa del Ngwe Saung attrae chi cerca il relax offrendo inattese spiagge bianche e una natura che ancora il turismo di massa non solo non ha danneggiato, Ma spesso neppure sfiorato. La stupefacente pagoda Shwedagon poi lascia senza parole con le sue cupole dorate, quasi che fosse una devota sentinella che troneggia sopra la città di Yangon. Infine non da dimenticare nella lista delle cose da vedere in Myanmar ci sono i sempre affollati e colorati mercati. Un modo divertente per provare ad entrare in contatto con un popolo e un mondo che sorride e che vuole conoscere chi viene da lontano.
Cose da vedere in Myanmar: un tuffo in quella che fu la capitale
Yangon, che molti si ostinano a chiamare Rangoon è la città più grande del Myanmar e il suo centro economico e culturale. E fino al 2006 è stata anche la capitale. La città fu occupata dagli inglesi nel 1852 quando divenne il centro del Raj birmano. Il conseguente afflusso di commercianti, diplomatici e la ricchezza che li seguì fu la molla che ne determinò lo sviluppo; l’eredità di quei tempi è evidente nei decadenti edifici coloniali che si trovano lungo il fiume Rangoon e verso il centro della città.
La città offre moltissime attrazioni che vanno esplorate con pazienza sopportando il traffico e il clima umido. Ma il fascino nasce anche dal contrasto tra monaci vestiti di arancione, insegne al neon e guglie di templi dorati che spuntano oltre i tetti di case in cemento di asiatica bruttezza. Oltre la pagoda dorata di Shwedagon è da non perdere il mercato Bogyoke Aung San e il quartiere coloniale intorno a Sule Paya.
Esplorando le città perdute di Mandalay
Fondata nel 1857, l’antica città reale di Mandalay non è antica come si potrebbe immaginare ma il centro storico all’interno delle mura è ricco di palazzi, stupa, templi e pagode. Ognuno la può visitare con il proprio ritmo ma impagabile è una passeggiata fino alla collina al tramonto dove facilmente sarete avvicinati da giovani monaci orgogliosi di poter usare le quattro parole di inglese che conoscono. Voi sorridete e poi andare a rendere omaggio all’immagine del Buddha incrostato di foglie d’oro all’interno della pagoda di Mahumuni.
Le colline intorno poi sono piene di retaggi di epoca antiche. Sagaing accoglie chi arriva con la distesa di pagode in mentre a Inwa si va per vedere il famoso monastero costruito in legno di teak nel XIX secolo. Quindi dedicatevi allo shopping: i mercatini offrono di tutto, dai gioielli ai mobili decorati, dalle lacche agli oggetti coperti in foglia d’oro. E per spostarvi nessuna paura: un mototaxi vi porterà al prossimo mercato.
Tra le zone da vedere in Myanmar c’è sicuramente il sorprendente sito archeologico dell’antica città di Bagan, costellato dai resti di circa 2.000 templi, pagode e stupa, per lo più risalenti all’XI secolo. Uno di modi più divertenti per visitare i templi è con la bicicletta: anche perché ci sono comodo piste dedicate. La grande estensione fa si che i turisti non affollino l’area e quindi può capitare di essere soli di fronte ad una pagoda.
Sentendosi come se lo si stesse scoprendo per primi. Il tramonto è poi un momento magico quando locali e visitatori si dirigono verso i templi più alti per gustarsi il calare del sole sulla pianura punteggiata di stupa. E per chi vuole di più si può anche sorvolarla in mongolfiera.
La vita sul lago Inle: case e templi su palafitte
Infine un altro luogo che non può mancare nella guida delle cose da vedere in Myanmar è il lago Inle, circondato da ripide colline verdi dove oltre 70mila persone vivono praticamente sul lago. Interi villaggi poggiano su palafitte circondate dall’acqua e la similitudine con Venezia è evidente. Gli uomini hanno adattato un modo unico di remare, avvolgendo una gamba attorno a un remo e restando sospesi sull’altra per avere le mani libere per lanciare le reti. Chi arriva da fuori può noleggiare una barca e e vagare tra mercati galleggianti e botteghe dove si producono sete e gioielli. E ovviamente c’è anche un imponente tempio di legno. Pure quello è sull’acqua. Ma in Myanmar alle meraviglie dopo un po’ non farete più caso.
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