Allo scoccare di ogni ora  il passato scende dall’alto ad accarezzare la città. Ad ogni ora, giorno e notte, per 365 giorni all’anno, da secoli senza interruzioni, un uomo si affaccia ad una delle finestrelle della torre di destra della chiesa di Santa Maria, nel cuore della città, sulla piazza del mercato, nel cuore del centro storico di Cracovia. Allo scoccare di ogni ora da quella feritoia un uomo suona con la tromba una breve melodia che si interrompe con una nota tronca. Quel suono ricorda quando la vedetta, nel 1241, annunciò alla città addormentata che i Tartari stavano per arrivare. Mentre quella nota tronca, ancora oggi, ricorda il sacrificio del trombettiere colpito alla gola da una freccia tartara, che ne spense la vita e ne azzittì la voce. Leggenda o storia? Difficile dirlo, anzi inutile. Perché una volta arrivati in Rynek Glòwny, la sterminata piazza del mercato di origine medievale, fulcro del centro storico di Cracovia, non vi chiederete più se quella vicenda sia reale. Ma vi farete accompagnare da quel suono come se per voi fosse da sempre normale che una tromba scandisca le ore. E che i tartari scalpitino alle porte della notte.

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A spasso nel centro storico di Cracovia

Miracolo di Cracovia, città nobile e timida insieme, capitale di un tempo e prezioso gioiello d’ambra risparmiato dalle battaglie e dalle bombe che, invece, hanno fatto scempio di Varsavia. Qui i palazzi sono ancora quelli dell’epoca del re Sigismondo, l’atmosfera profuma della tradizione e la gente, più o meno apertamente, continua a pensare di vivere nella più bella città del paese. Passeggiando per il centro storico di Cracovia, Patrimonio dell’Umanità, tutelato dall’UNESCO dal 1987,  chiunque pensa che non sbagliano. Per capirlo non serve la guida. Basta percorrere il reticolo di strade che si intersecano all’interno delle vecchie mura ora abbattute e trasformate in un parco quasi circolare, bianca oasi di neve nel lungo inverno polacco, dove i bambini scivolano sulle slitte a fianco di ragazze bionde che camminano in fretta, con i libri sotto braccio, verso le lezioni all’università Jagiellonski, nel Medioevo uno degli atenei più celebrati e famosi. Nelle stradine intorno palazzi nobiliari e chiese, bancarelle di capolavori scolpiti nell’ambra del Baltico ma anche musei e pinacoteche dove, con stupore, trovarsi davanti alla “Dama con l’ermellino” di Leonardo, esposta a fianco di altri capolavori dell’arte. Ma tutto senza enfasi o vanterie. Cracovia infatti, soprattutto d’inverno, si svela con lentezza, scandendo il tempo della visita con le doverose soste nei suoi mille locali. Bar, pub, caffè, ogni angolo e ogni scala porta ad un ritrovo diverso e, molte spesso, bellissimo e fascinoso.

Centro-storico-di-Cracovia---il-quartiere-di-Kazimierz

Se nel quartiere di Kazimierz, vecchio ghetto ebraico che vide le vicende raccontate in Schindler’s List, si può sostare in caffè di pietra e legno, illuminati solo da candele e soffusi delle note delle sonate di Chopin, a poca distanza, nelle cantine dei palazzi del ‘700 di Szewska, anche qui a pochi passi dal centro storico di Cracovia, nuovi club popolati da studenti risuonano al ritmo della tecno che viene da Berlino. Mentre si beve birra buona e poco costosa e la notte diventa mattina. Tutto, e il suo opposto, in una città di 800mila abitanti, ora spesso citata per avere dato i natali a Karol Wojtyla (che ne fu arcivescovo), ma che tuttavia guarda avanti senza paure sapendo che internet sarà la lingua di domani anche se molti tra gli anziani ancora scuotono la testa inermi sentendosi rivolgere parole inglesi. Il paese intorno cresce, l’Europa che lievita e ingloba è ormai il presente, ma nelle stradine di Stare Miasto, la città vecchia, o tra i contrafforti del castello di Wawel pare ancora di respirare l’aria di un passato glorioso che decenni di totalitarismo che veniva dall’est non hanno spento. Merito anche di un uomo che notte e giorno vigila sulla città. E con la sua tromba racconta che va tutto bene.