Lo scrivono tutte le guide: Rodi è il luogo dove il passato incontra il presente. E per una volta le guide non esagerano. Si perché non si può non restare colpiti da una città che ha 2400 anni di storia e se ne fa vanto. Ma che intanto offre servizi turistici più che moderni. E fonde mura medievali, viali lastricati di impronta italiana e resort per amanti del mare che arrivano dal profondo nord ammaliati da un posto dove il sole splende 300 giorni all’anno. E in più spiagge deserte o affollate – a piacer vostro – borghi da scoprire uscendo dal capoluogo e molte piacevoli scoperte. Quindi, volendo scrivere una guida su cosa vedere nella città antica di Rodi occorre ammettere che di materiale ce n’è tanto. E forse è meglio iniziare ad esplorare.
Rodi è il capoluogo dell’isola più grande e importante del Dodecaneso ed è divisa, fondamentalmente, in due parti: la Città Vecchia, ovvero quella medievale e la parte nuova. La Città Vecchia è circondata da maestosi muraglioni ed è uno dei più grandi e meglio conservati insediamenti medievali d’Europa. Questa città fortificata deve essere percorsa lentamente per scoprire i tanti edifici che testimoniano il passato e la storia dell’isola che, partendo ovviamente dall’antichità greca, arriva all’epoca bizantina scollinando poi nel Medioevo e nel periodo del dominio turco. Senza scordare l’occupazione italiana. La parte nuova della città iniziò a sorgere quando gli abitanti che vivevano all’interno delle mura della Città Vecchia costruirono nuovi insediamenti fuori dalle mura, dopo l’assedio e la conquista da parte di di Solimano il Magnifico nel 1522. Iniziò una lunga dominazione turca che finì quando nel 1912 il Dodecaneso divenne una provincia italiana. E le tracce di questo periodo qui più che altrove sono evidenti con parchi e piazze e viali nati dalla volontà di italianizzare l’isola. Intorno poi si è sviluppata la parte turistica che in alcuni punti, in effetti, appare abbastanza sgraziata, frutto di uno sviluppo eccessivo sull’onda del grande successo delle isole greche nel pubblico scandinavo. Di conseguenza nel vostro vagare alla ricerca di cosa vedere nella città antica di Rodi troverete di tutto: taverne con aria quasi d’altri tempi e fast food da evitare, negozi di paccottiglie e infilate di locali per tirare tardi bevendo birra e guardando partite di ogni sport. Scegliete quello che volete e godetevi l’isola del Colosso.
Cosa vedere nella città antica di Rodi: il palazzo dei Grandi Maestri
Il punto che domina il centro storico, in cima alla via dei Cavalieri, ospita il palazzo dei Grandi Maestri, una roccaforte difesa da un triplo recinto di mura. Costruito sul sito di una vecchia cittadella bizantina è stato voluto dai Cavalieri di San Giovanni, un ordine militare cattolico, che ha governato l’isola dal 1309 al 1522 (prima di trasferirsi a Malta). L’edificio ha una forma regolare, intorno ad un grande cortile centrale, e per molto tempo fu usato come prigione e poi abbandonato cadendo in rovina per colpa di una esplosione. Fino a quando, almeno, gli italiani lo restaurarono, rimaneggiandone non poco l’aspetto. In pratica questa fortezza, che poi era il cuore della fortezza più grande, rappresentava il punto centrale dell’insediamento voluto dai cavalieri e, in casi estremi il nucleo ultimo di difesa come si capisce dalla presenza originaria di torri e di zone per il combattimento. Ora, durante la visita, si possono vedere reperti antichi provenienti da Rodi e da altre isole, tra cui Kos, tra cui alcuni splendidi mosaici.
Andando avanti alla scoperta del reticolo di strade, ammirando quello sta intorno a allungando la lista di cosa vedere nella città antica di Rodi si passa per forza nella via dei Cavalieri. Questa strada di ciottoli corre dall’Ospedale dei Cavalieri fino al Palazzo dei Grandi Maestri ed è fiancheggiata da edifici in pietra con archi gotici che danno l’impressione di non essere cambiati poi troppo dai tempi in cui qui passavano a cavallo i soldati con le armature. Lungo questa strada i cavalieri avevano le loro “locande” divise per lingue: in pratica, visto che all’epoca non esistevano gli stati come li conosciamo oggi, i cavalieri si riunivano in base alla lingue parlate e questi edifici, di rappresentanza ma anche usati come alloggi, erano appunto il punto di riferimento per i diversi gruppi di lingua francese, germanici, italiani e ancora altri. Quando però i turchi conquistarono Rodi e i cavalieri fuggirono le case vennero occupate dai residenti e per secoli furono manomesse fino a che l’arrivo degli italiani negli anni ’30 portò ad un complesso, ma non si sa quanto filogico, recupero.
Cosa vedere nella città antica di Rodi: le mura
Le mura, lo abbiamo detto, sono una parte fondamentale della città di Rodi e per secoli l’hanno protetta. Ora ne sono diventate quasi il simbolo grazie alla loro imponenza. Sono altissime, spesse in alcuni punti anche dodici metri, e si estendono per circa quattro chilometri. L’accesso avviene attraverso delle porte monumentali e il loro numero è ovviamente cambiato nel corso del tempo così come è mutato lo spazio all’interno. Anticamente la città era divisa in due parti: quella chiamata Collacchium dove abitavano i cavalieri e quella chiamata Bourg che ospitava la popolazione civile tra cui molti ebrei. Un simile tesoro ovviamente è tutelato- e ora fa parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco – e per chi voglia scoprire cosa vedere nella città antica di Rodi non c’è modo migliore che seguire le mura e poi deviare nelle strette strade interne fermandosi poi nelle piazza più monumentali come piazza dell’Arsenale o piazza Arkirokastro.
Cosa vedere nella città antica di Rodi: il museo Archeologico
I cavalieri di Rodi, come altri, facevano parte di un ordine militare e religioso che aveva, tra gli altri, il compito di curare i bisognosi. Per farlo costruirono, tra il 1440 e il 1489, un imponente ospedale, che si affaccia su un bel cortile, e che ora ospita il museo archeologico. Si tratta di un grande edificio, uno dei meglio conservati del genere in Europa, anche se durante l’occupazione venne trasformato in caserma. Il ripristino venne compiuto da una spedizione archeologica italiana negli anni ’30. Nel palazzo ora si entra da piazza del Museo da dove si accede ad un cortile con colonne. Quindi si sale ad alcune stanze, che furono quelle di degenza, al primo piano che ora ospitano il museo dove meritano di essere visti i reperti trovati nei vari siti dell’isola tra cui diverse statue e steli anche se il pezzo più importante è sicuramente l’Afrodite di Rodi, una statua della dea rappresentata nuda mentre sta per fare il bagno.
Proseguendo il viaggio tra cosa vedere nella città antica di Rodi si arriva al cosiddetto quartiere turco con una particolare e riconoscibile architettura. Al suo centro si trova la famosa moschea di Solimano il Magnifico – una delle quattordici presenti a Rodi – costruita nel 1522 quando i turchi presero la città e basata sulle strutture di una precedente chiesa. L’edificio, di colore rosa con un elegante minareto doveva esaltare il leader turco anche se la più bella è quella dedicata al pascià Rejep Ibrahim. Non lontano si trovano anche i bagni turchi che si possono visitare ancora oggi.
Uscendo dal centro antico e andando verso occidente, su una collina, si trovano i resti della vecchia agorà della città e si gode di una splendida vista. I resti, recuperati da spedizioni italiane, mostrano la presenza di edifici pubblici e di culto costruiti su gradoni. Tra questi i resti dei templi di Atena e di Zeus e si possono ancora scoprire i segni del teatro e dello stadio. Sul mare si trova invece il porto di Mandraki e l’attuale porto commerciale. Il primo ha una lunga storia: fu costruito nel 408 a C quando venne fondata la città. Per arrivare si costeggia un tratto di mura e poi si sfiorano tre vecchi mulino a vento ormai evidentemente inutilizzati. In fondo si trovano i resti di un forte del XV secolo e due colonne che portano in cima un cervo e una cerva, simboli della di Rodi. Un dettaglio: ai tempi dell’occupazione italiana in cima era stata messa una lupa romana. Sempre restando ai simboli: non è ovviamente per nulla certo ma qualcuno sostiene che le colonne si trovino nel posto dove anticamente si ergeva il mitico Colosso di Rodi. Da Mandraki partono le barche da escursione che offrono gite giornaliere nelle isole vicine di Symi e Halki e a Marmaris, sulla costa turca. Poco lontano poi si trova il porto commerciale che viene utilizzato dai traghetti che navigano da e per Atene, verso le altre isole del Dodecaneso come Tilos o Kastellorizo, oltre che dalle navi da crociera.
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