Aristocratici palazzi neoclassici, una rossa fortezza, grotte che paiono colme di sculture e acqua cristallina. Il tutto in un fazzoletto di roccia davvero minuscolo. Questa è Kastellorizo, una delle più affascinanti ma anche più piccole isole del Dodecanneso. Kastellorizo, chiamata anche con il suo nome nei tempi antichi, cioè Megisti – ma il paradosso che questo significa il più grande – ha una lunga storia a partire dal Neolitico con la presenza di minoici e micenei.

Durante l’epoca ellenistica entrò nell’orbita di Rodi e fu sede di una flotta romana. Dopo il dominio bizantino, l’isola fu conquistata dal Sultano d’Egitto e fiorì come luogo di scambio privilegiata per la sua posizione geografica strategica sotto l’occupazione turca. Quindi il dominio inglese e italiano e la distruzione durante la guerra, quando la base della nostra flotta era a Leros,  per poi tornare Grecia nel 1948.

Kastellorizo

Il suo antico nome è stato in uso fino al Medioevo, quando i Cavalieri di San Giovanni – quelli dei palazzi di Rodi  costruirono il castello sulla roccia rossastra sopra il porto. Kastellorizo – castello rosso: è a quella fortezza con le spesse pareti e i merli che l’isola deve il proprio nome. La ricchezza, almeno quella arrivata prima del turismo arrivarono invece a grazie alla pesca e alla navigazione e a ricordare quei giorni ci sono i bei palazzi costruiti lungo il porto. Poi il turismo, lo abbiamo detto e una statuetta: quella dell‘Oscar vinto dal film di Gabriele Salvatores, “Mediterraneo”, girato nel 1991.

Kastellorizo

Kastellorizo: un castello nel nome

Resti archeologici hanno indicato che Kastellorizo ​​è stata abitata fin dal Neolitico dai Pelasgi, i minoici e i micenei. Durante i tempi ellenistici, Kastelorizo ​​è stato dominato da Rodi ed è servito come base navale per la flotta romana. Dopo il dominio bizantino, l’isola  fiorì come un luogo di scambio privilegiata per la sua posizione geografica strategica sotto l’occupazione turca. Seguito dal dominio britannico e italiano, Kastellorizo ​​è stata completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale fino alla sua incorporazione ufficiale nella Grecia nel marzo del 1948.

Kastellorizo

La piccola bellezza nel Mar Egeo

Al suo arrivo il turista sarà colpito dalla bellezza del porto. Intorno sorgono palazzi neoclassici a due o tre piani dipinti a colori vivaci che si specchiano nella acqua trasparente. Ad aggiungere fascino e colore il minareto e la cupola rossa della moschea che risale al 1755. E la tavolozza delle barchette da pesca ormeggiate di fronte. Il villaggio di Kastellorizo è l’unico punto abitato dell’isola ed è piacevole lasciare andare lo sguardo nei vicoli acciottolati tra i palazzi con i balconi in legno in stile anatolico.

Per avere una veduta d’insieme potrete salire al monastero di Agios Georgios Vounou. Per arrivare occorre affrontare la bellezza di 401 gradini. Ma la fatica sarà ripagata dallo spettacolo che avrete di fronte. Nella vostra passeggiata alla scoperta dell’isola noterete sicuramente la palazzina che ospitava i rappresentanti italiani durante l’occupazione. Lo stile è quello dell’epoca fascista e porta la firma dell’architetto italiano Florestano di Fausto, che ha anche progettato edifici nello stesso periodo a Rodi.

Kastellorizo

La quadrata piazza centrale si chiama Ethelondon e sopra la banchina, sul lato orientale del porto, c’è un sentiero che conduce al Castello dei Cavalieri. Salendo si raggiunge il quartiere chiamato Horafia con la sua elegante piazzatta e dove si trovano la chiesa di Agios Georgios e quella di Aghios Konstantinos e Eleni. Più a est, si trova la baia di Mandraki, il porto secondario dell’isola. Sul lato ovest della città e oltre la cima del castello sorge l’acropoli di Paleokastro.

Il mare e le sue poche spiagge

L’isola di Kastelorizo non è rinomata per le belle spiagge. Per godervi il suo splendido mare dovrete sfruttare le scogliere e le piattaforme ricavate in diversi punti dell’isola, in particolare nelle zone di Faros, Kavos e Plakes, sul lato orientale dell’isola. Il modo migliore però per godere del mare è salire su una delle barchette che portano alle isole vicine di Agios Georgios, Strongili e Ro. Una volta sbarcati si avrà la possibilità di godere di paesaggi incontaminati con acque cristalline.

Kastellorizo

Kastellorizo e l’isolotto di Ro

L’isolotto di Ro è una piccola isola rocciosa situata di fronte all’isola di Kastellorizo. L’isola era noto perché qui ha abitato per decenni la signora di Ro, ovvero Despina Achladioti. La sua è una storia incredibile: questa piccola donna arrivò sull’isolotto, allora popolato da pochissime persone nel 1927 con il marito. Quando Despina vide una bandiera turca sventolare sulla “sua” isola non perse tempo: abbattè quella turca e alzò la bandiera greca che lei stessa aveva cucito.

Poi gli altri abitanti se ne andarono ma lei rimase. E restò anche dopo la morte del marito nel 1940 continuando tutti i giorni ad alzare la bandiera greca fino al giorno della sua morte nel 1982. Da allora è ricordata come la signora di Ro e a lei sono stati dedicati i massimi onori in Parlamento e le fu dedicato persino un francobollo.

Kastellorizo, la grotta e la Pasqua

Un’altra esperienza imperdibile sull’isola di Kastellorizo è quella della Grotta Azzurra, la più grande e spettacolare di tutte le grotte marine non solo del Dodecanneso ma della intera Grecia. E’ nota in tutto il mondo per la bellezza delle sua stalattiti che grazie ai riflessi del sole nell’acqua sembrano prendere vita. Posta nella parte sudorientale dell’isola ospita anche gli ultimi esemplari di foca monaca. Se si prosegue più a sud si arriva ad una altra grotta imponente chiamata Kolones.

A Kastellorizo resistono anche alcuni riti antichi per la Pasqua come in molti luoghi della Grecia: il Sabato Santo, la liturgia della Resurrezione si svolge sul sagrato delle chiese di Aghios Konstantinos e Agia Eleni. Non appena le campane iniziano a suonare a mezzanotte, i giovani lanciano fuochi d’artificio e tutti accendono la propria candela con il fuoco sacro portato da Gerusalemme. La Domenica di Pasqua, si svolge una esibizione di danza delle donne accompagnate dai violini mentre il lunedì di Pasqua tutti gli abitanti si riuniscono nella piazza principale per mangiare e cantare insieme.

Infine una delle usanze più interessanti che resistono a Kastellorizo ricorre ogni anno il primo di maggio. In quella data le ragazze dell’isola portano un vaso riempito con acqua in un punto preciso fuori dall’abitato. Sulla via del ritorno, non possono assolutamente parlare e quell’acqua è chiamata appunto l’acqua del silenzio. Il motivo non si sa: ma si dice che porti fortuna alla famiglia.