Ricordatevi: Zanzibar è diversa, non è come la terraferma. E’ questo vale anche se che questo arcipelago dista in alcuni punti giusto una quarantina di chilometri dal continente africano e dalla Tanzania. Di cui, tra l’altro, fa parte politicamente. Ma una guida di Zanzibar dovrà per forza ricordarvi questa fondamentale differenza che vale per quasi tutti gli aspetti della vita: la politica, la religione, la cultura, il cibo. Perché non c’è niente da fare:  Zanzibar è diversa. E non è un caso: per molto tempo è stata la base e il punto di approdo per mercanti della regione africana dei Laghi, dell’India e della penisola arabica e anche per questo è finita per diventare una specie di hub d’altri tempi.

Per tutti coloro che cercavano schiavi, spezie e fortuna. Il risultato è che la maggior parte degli abitanti si sentono a loro volta- e in effetti lo sono – differenti e questo in parte è riconosciuto dal fatto che Zanzibar ha un’autonomia amministrativa, con un governo proprio e un parlamento, un presidente e persino una propria costituzione. Anche se, lo ripetiamo, alla fine fa parte della Tanzania.

guida di Zanzibar

Guida di Zanzibar: un mix che fa innamorare

Stranezze? Certo ma non solo le sole. La terraferma della Tanzania è popolata da un mix di cristiani, musulmani e gruppi indigeni mentre l’arcipelago – che è stato governato per secoli dal Sultano dell’Oman – è quasi interamente musulmano. Se a questo ci aggiungi che le isole sono state contese e amministrate anche dai portoghesi e sono state un protettorato britannico fino al 1963 si comprende che molte cose possono apparire confuse.

Guida di Zanzibar: un’isola da scoprire piano piano

Una delle prime cose da capire, ad esempio, qui è il concetto di tempo. Ora la nostra frenesia occidentale in molti parti dell’Africa non ha attecchito. Ma qui in modo particolare e non è difficile sperimentare surreali esperienze. Secondo la cultura swahili il tempo si inizia a contare dal sorgere del sole e non da mezzanotte: quindi le nostre sette del mattino potrebbero essere facilmente a Zanzibar le tredici (e questo funziona perché l’alba e il tramonto sono relativamente costanti tutto l’anno dal momento che Zanzibar è vicina all’equatore). Ecco perché una guida minima dell’arcipelago vi suggerirà sempre di accertarvi che tutti condividano l’orologio di riferimento. Per evitare lunghe attese.

Usano comunque l’ora “occidentale” i mezzi che permettono di raggiungere l’isola dalla terraferma. Il viaggio può avvenire sia in aereo sia in barca, molto probabilmente con partenza da Dar Es Salaam. Il viaggio in aereo comporta circa mezz’ora di volo su traballanti aerei poco più che da turismo mentre  il traghetto è più conveniente e può garantire un modo  molto più piacevole di spostarsi. Le barche ad alta velocità corrono quattro volte al giorno e impiegano circa due ore per il tragitto e il prezzo dovrebbe essere circa la metà di quello dell’aereo.

Non siate catastrofisti: una guida di Zanzibar chi vi parli di un viaggi in mare pericoloso e terribile probabilmente esagera. E anche se soffrite di mal di mare dovrebbe essere sufficiente salire sul ponte superiore. Il vento aiuta a stare meglio e il panorama è certamente migliore.

Il caos calmo

Una guida di Zanzibar affidabile dovrà ricordarvi poi che siete su una isola al largo dell’Africa. E che quindi la vita si muove “pole pole” – che in swahili significa “piano piano”. Le cose quindi a Zanzibar non sempre hanno un senso, non sempre funzionano, oppure possono richiedere parecchio più del previsto.

E’ importante per godersi il caos calmo che qui regna abbandonarsi allo spirito dei luoghi. Hai ordinato una spremuta e dopo 45 minuti non è arrivata? Pazienza, prima o poi arriverà. E per di più sarà buonissima.

guida di Zanzibar

Due isole, una sola emozione

La prima cosa da sapere è che le due isole principali sono Unguja e Pemb. Il nome Zanzibar viene usato spesso per citare l’isola più grande che al proprio interno ospita Stone Town, un Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO da scoprire lentamente. Si tratta in pratica di un labirinto di tortuosi vicoli su cui si affacciano abitazioni, botteghe, bazar in un contesto architettonico segnato da mille influenze. Basta guardarsi intorno per ritrovare le tracce del passaggi degli arabi, degli indiani oltre che ovviamente del periodo coloniale europeo. Stone Town è il cuore culturale di Zanzibar e, per fortuna, poco è cambiato negli ultimi 200 anni.

Le vecchie case arabe che incombono sulle strade strette e tortuose danno alla città il suo fascino unico. La maggior parte delle case a Stone Town sono state costruite nel diciannovesimo secolo quando era una delle più importanti città commerciali della etnia swahili nell’Oceano Indiano. Questa ricchezza è stata mantenuta e tutelata e molti dei punti di riferimento di Stone Town sono stati riportati al loro splendore originale tanto che parecchi degli edifici storici sono ora musei che si possono visitare.

La città ha anche un paio di chiese di importanza storica che meritano la nostra attenzione. Quindi la nostra guida  di Zanzibar non potrà trascurare di consigliarvi una passeggiata lungo Creek Road che conduce i visitatori di Stone Town nella zona del Mercato Centrale, del Municipio e della Cattedrale anglicana. Proseguendo la visita vale la pena di dedicare un po’ di tempo ai giardini Forodhani, all’ex casa dei sultani e alla struttura più antica di Stone Town, la vecchia Fortezza.

 Zanzibar: il piacere di un incontro

Quando sarete a Zanzibar cercate di entrare in contatto con le persone: ne vale la pena. Per farlo usate il modo più semplice: sorridete e salutate chi incontrate. Non partite dal presupposto che tutti vogliano solo cercare di vendervi qualcosa. Per di più lo shahili è una lingua facile da imparare e già in pochi giorni sarete in grado di fare un figurone. Nello stesso modo ricordate di rispettare gli usi locali: è ovviamente normale bere qualcosa e indossare il costume in spiaggia ma ci sono luoghi dove è meglio evitare abiti succinti così come è decisamente sconveniente girare con una birra in mano nel centro di Stone Town.

Per l’alcool scegliere alcuni bar frequentati da stranieri, i ristoranti turistici e gli alberghi più lussuosi della città e sulla costa. Un discorso a parte lo merita il cibo. Zanzibar ha subito tante invasioni e dominazioni nel corso dei secoli e la sua lunga, tragica storia ha creato una delle cucine più interessanti dell’Africa. Il risultato è un vero cibo fusion. Un delizioso mix di sapori indiani, arabi, cinesi, tradizioni culinarie portoghesi e africani. Il tutto tenuto insieme dalla presenza costante di spezie (questi sono conosciuti come le Isole delle Spezie, dopo tutto).

Tra le cose da provare c’è l’ugali africano, il chapati indiano e il curry alla maniera Swahili senza dimenticare il pesce sempre fresco e buono. Per scoprire i prodotti fate un giro al mercato Darajani, il bazar principale, dove è splendido girare tra i profumi dei generi alimentari locali.

E parliamo del clima

Per organizzare il viaggio occorre per forza parlare anche del clima: l’arcipelago ha due stagioni delle piogge, quelle lunghe e quelle brevi. La stagione delle lunghe piogge a Zanzibar dura all’incirca da marzo a maggio. Prenotare un viaggio in questo periodo se volete stare in spiaggia e godervi il mare può essere una pessima idea. Le isole vengono colpite da monsoni piuttosto violenti che renderanno praticamente impossibile la vita da spiaggia. Le brevi piogge si presentano invece generalmente tra novembre e dicembre e sono molto meno intense: di solito sono acquazzoni brevi e torrenziali che presto lasciano il posto al cielo azzurro.

guida di Zanzibar

Resort e barriere coralline. E safari

Una vacanza a Zanzibar per molti significa scegliere uno dei tanti resort di lusso sorti sulle spiagge. Se siete alla ricerca di una fuga sul mare, in ambienti eleganti e splendidi panorami puntate verso nord nella zona di Nungwi e Kendwa dove si trovano i resort che offrono sistemazioni all inclusive e ambienti esclusivi. Per chi voglia invece provare una esperienza più “vera” può essere una idea scegliere città più tranquille come Bwejuu o Jambiani dove la vostra fetta di isola del paradiso vi permetterà però di avvicinare di più i ritmi della vita del villaggio.

Infine: siamo in Africa ma non ci sono leoni, elefanti, giraffe. La Tanzania è famosa per i suoi safari mozzafiato ma Zanzibar è lontana dal Serengeti: qui la fauna selvatica è tutta sott’acqua anche se la pesca eccessiva e la mancanza di controllo sull’ambientale hanno compromesso molte delle migliori barriere di Zanzibar. Alcuni delle più belle esperienze di snorkeling si possono fare a Chumbe Island, un parco marino protetto a circa dieci minuti di macchina e 45 minuti di barca da Stone Town.

La gita di un giorno è molto più costosa che i pacchetti a basso costo offerti per la strada. Ma il denaro serve a dare lavoro anche alla gente del posto e viene in parte utilizzato per il ripristino di alcuni degli ecosistemi più fragili di Zanzibar. In ogni caso mettete la testa sott’acqua: le bellezze sotto il mare sono infinite.