Venezia non è una sola. C’è quella di piazza San Marco e del Carnevale, quella degli hotel di lusso e dei campielli che paiono usciti da una commedia di Goldoni, quella delle enormi navi da crociera e quella della folla che la invade e, spesso, la profana. Ma c’è anche quella delle isole della laguna veneta, tra Murano, Burano e Torcello. E tante altre meno famose.
Si, perché stiamo parlando della Venezia silenziosa e spesso dimenticata dalle masse, quella fatta di isole dove si coltiva il carciofo come a Sant’Erasmo o dove si cammina nel silenzio di un cimitero come a San Michele. Oppure quelle votate alla meditazione come San Francesco del Deserto, abitata solo dai pochi monaci del monastero fondato da San Francesco, e persino quelle che sono scomparse. E di cui resta solo il ricordo, pali infilati nel fango e barene coperte d’erba umida.
Le isole della laguna di Venezia: da quelle turistiche a quelle disabitate
In totale le isole della laguna veneta sono oltre una sessantina ma molte sono abbandonate come San Giorgio in Alga e Sant’Angelo della Polvere mentre altre, come il Lazzaretto nuovo, con il suo forte napoleonico e soprattutto la zona dove venivano segregati i sospetti appestati, è visitabile con visite guidate. Alla ricerca dell’altra faccia di Venezia.
Ma prima di arrivare a quelle più lontane e disabitate partiamo per il nostro viaggio tra le isole della laguna veneta che si raggiungono facilmente. E che meritano la visita.
Iniziamo da una di quelle meno affollate. Che il silenzio, dopo una passeggiata tra Rialto e piazza San Marco, è quello che ci vuole. Parliamo di Torcello, nella zona nord della laguna, una delle più suggestive, resa speciale dal suo attuale aspetto quasi abbandonato e trascurato che cozza con i resti di quando questa era una piccola metropoli. Secondo gli storici qui hanno abitato anche 30mila persone: oggi sono solo una decina. E di quel periodo restano tracce negli edifici religiosi, che si immaginano un tempo ricchi e sfarzosi, e la magia di un ponte medievale.
Torcello: a spasso nel silenzio
Torcello fu fondata dagli abitanti di Altino, una città romana, che si spostarono nell’isola della laguna, sotto la guida del loro vescovo, anche per sfuggire alle invasioni dei barbari. L’insediamento crebbe di importanza fino all’anno Mille quando lo sviluppo della vicina Venezia iniziò a farla declinare.
Il resto lo fece la laguna che, in questa zona, divenne sempre più una palude malsana spingendo gli abitanti ad andarsene, lasciando i loro palazzi esposti alla cattiveria del tempo. E oggi quella che è la piazza del paese è ricoperta di erba e le due chiese di Torcello si ergono in un contesto quasi surreale. Lo capirete subito scendendo dal vaporetto: davanti avrete un sentiero e un canale che tra alberi e distese di prati portano al centro del paese.
I segni della storia di Torcello
È molto difficile immaginare la città e la cultura che si sono sviluppate qui. È solo arrivando nella piazza principale che appaiono i segni della storia.
Nella piazza romanticamente spesso deserta sorge, infatti, una delle chiese più suggestive delle isole della laguna veneta e forse una delle più antiche di Venezia: la basilica di Santa Maria Assunta. Fondata nel VII secolo, la cattedrale odierna è frutto di diversi rifacimenti e una sezione del precedente pavimento a mosaico si può sbirciare grazie ad pannello di vetro. Sulle pareti e sull’abside ci sono alcuni fantastici mosaici che giustificano la fatica di arrivare sino a qui. E colpisce in particolare una rappresentazione spaventosa del Giudizio Universale con fantasiose pene per i dannati.
La Chiesa di Santa Fosca, accanto, è molto diversa ma non meno bella con la sua forma circolare e il porticato. Poco lontano, poi, ecco il campanile che segnala da lontano questo luogo e quasi di fronte altri due palazzi originari del ‘300 che erano un tempo i luoghi del potere civile mentre ora ospitano un piccolo museo che racchiude reperti sia antichi, da preromani a bizantini, e altri che seguono la storia della Serenissima.
Nel rientrare al vaporetto sostate al ponte del Diavolo, un antico ponte senza parapetto che risale al XV secolo e le cui pietre raccontano mille leggende. Ma se invece volete sentirvi un po’ come Hemingway fermatevi per il pranzo ( o per dormire) alla celebre locanda Cipriani. Non è certo una taverna a buon mercato ma qui sono passati tutti. E il posto è unico.
Come arrivare a Torcello
Con i mezzi pubblici, partendo da piazza San Marco, prendere il vaporetto “4.1” per Fondamenta Nove e poi proseguire con la linea “12” fino a Burano. Da Burano si deve prendere la linea “9” per Torcello che parte ogni 30 minuti
Vogliamo andare a vedere altre isole della laguna veneta? Allora rientrando da Torcello facciamo sosta a Burano. E sarà un tuffo tra i colori. Burano, tra le isole della laguna veneta è quella perfetta per i fotografi e per chi cerca like su Instagram visto che questo è il paradiso dei merletti ma soprattutto delle case basse affacciate sui canali. E ognuna di una tinta differente.
Si tratta, tra l’altro, di una perfetta gita da fare in giornata lasciandosi alle spalle la Venezia più caotica magari andando poi a rilassarsi nella confinante Mazzorbo dove ancora si coltiva ancora un vitigno tipico della zona. E altrove dimenticato.
Case colorate e merletti
All’arrivo a Burano ci si trova davanti un piazzale ombreggiato e di qui si può iniziare a camminare. In fondo si vedrà il ponte che congiunge con la già citata Mazzorbo ma soprattutto il gomitolo di colori che compongono il centro formato da case multicolori affacciate sui canali dove ancora oggi abitano circa 2200 persone. E sono i lontani eredi di quegli esuli di Altino fuggiti davanti ai barbari e in particolare Attila.
Noi non fuggiamo di certo ma piuttosto camminiamo lungo i canali sbirciando i cortili e le piazzette dove riempirsi gli occhi di questa atmosfera unica ammirando in distanza altre isole della Laguna come Torcello o San Francesco. Passeggiando per le stradine si possono vedere le barche ancora usate per la pesca e l’allevamento delle vongole e ci sono diversi ittiturismo per chi voglia scoprire la laguna in barca.
La strada da seguire è quella che costeggia il rio di Mezzo e che conduce a piazza Galuppi dove spicca il duomo del ‘500 e altri edifici religiosi ma anche il gotico palazzo del podestà e l’edificio che, come diremo poi, ospita il museo. Su tutto poi svetta il campanile che colpisce per la forte inclinazione dovuta ad un cedimento delle fondamenta infilate nella laguna. Come peraltro accade in tutte le case delle isole.
Pescatori e ricamatrici
Un tempo, quando i pescatori di Burano erano in laguna, le loro mogli si sedevano tradizionalmente fuori dalle loro case colorate a fare merletti. E quei ricami sono diventati famosi nel mondo tanto che molti abiti reali, nel corso dei secoli, erano resi ancora più preziosi grazie al merletto arrivato a quest’isola. Poi tra alti e bassi questa tecnica, che è giusto chiamare arte, passò di madre in figlia fino a rischiare di andare perduta. Venne per fortuna salvata ma alla fine degli anni ’70 l’ultima scuola chiuse e ora l’attività prosegue in maniera individuale come si vede nei tanti negozi.
Ma attenzione: un pezzo unico fatto dalle donne di Burano ha un costo molto elevato. E quindi spesso le cose che si trovano in vendita sono importate. O non hanno nulla in comune con il vero merletto. Per vedere i capolavori si può visitare il Museo del Merletto dell’isola che fa parte della rete dei Musei civici di Venezia. Qui si possono ammirare esempi di merletti realizzati localmente nel corso dei secoli, vedere le immagini di pezzi straordinari e talvolta seguire la lavorazione del merletto da vivo. Quindi cercate un localino dove bere qualcosa ammirando la tavolozza delle case colorate. Ci sono molte leggende che spiegano il perché di questo vezzo e non si sa quale sia la meno falsa. Ma ciò che conta per noi è che sono tanto belle.
Come arrivare a Burano
Il modo più semplice è prendere il vaporetto della linea 12 dall’imbarcadero di Fondamenta Nove.
E per concludere questo breve viaggio tra le isole della laguna veneta arrivano in una delle più celebri: Murano. Per tutti la patria del vetro.
Anche qui infatti ci sono alcuni bei palazzi, un Canal grande in miniatura, alcune chiese da vedere ma il suo blasone è dato dal vetro soffiato. E questo ha una spiegazione: nel 1291 le fornaci del vetro di Venezia furono trasferite su quest’isola, per proteggere la città dagli incendi.
Burano e i segreti del vetro
Venezia era già famosa per il suo vetro e quindi questa arte si trovò concentrata tra questi canali dove vennero sviluppate tecniche innovative come quelle del vetro-cristallo, quasi impalpabile. Ma per evitare che altri rubassero queste tecniche, anticamente i maestri vetrai erano praticamente rinchiusi in quest’isola, che è la seconda più grande della laguna e oggi ancora è abitata da 30mila persone.
Oggi però, negli onnipresenti negozi di vetri purtroppo, si trova molta paccottiglia che arriva da chissà dove. E quindi prima di comprare, riflettete. E ricordate che se costa troppo poco probabilmente è una fregatura.
La maggior parte di coloro che arrivano a Murano sono attirati dal vetro. Ma c’è anche altro da vedere, girovagando tra i canali e arrivando sino al Faro che serviva a permettere alle barche di tornare indietro con il buio. Poi fate una deviazione verso la basilica dei Santi Maria e Donato del XII secolo. All’interno si trova un bel pavimento a mosaico colorato e un grande mosaico bizantino nell’abside, raffigurante la Madonna su uno sfondo dorato. Oltre alle spoglie di San Donato, la chiesa secondo il mito possiede anche le ossa del drago che ha ucciso. Ma sono ossa di balena.
Le botteghe e le fornaci
L’altra importante chiesa di Murano è San Pietro Martire, che ha diverse opere d’arte importanti tra cui un dipinto di Giovanni Bellini. Dopo queste visita, come tutti, lasciate andare le gambe lungo la Fondamenta dei vetrai, lungo la quale si trovano una legione di botteghe e negozi ovviamente a tema. Quindi puntate al Museo del vetro che si trova in quello che fu il palazzo dei vescovi di Torcello e dove, dal 1861, si trova il meglio dell’arte del vetro con un occhio particolare a pezzi del recente passato e contemporanei.
Se poi dopo tanto parlarne volete vederlo nascere potrete visitare una delle molte fornaci: ma ricordate che poi, spesso, ci si aspetta che voi compriate qualcosa. E alcuni potrebbero essere insistenti. Ma Venezia si sa è anche un enorme shop. Dove la bellezza, quella vera, per fortuna non costa. Ed è ovunque intorno a voi.
Come arrivare a Murano
Da San Marco prendere la linea 4.1 che parte ogni 20 minuti. Per arrivare servono 20 minuti circa.
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