Storia del Muro di Berlino: la fine della guerra
La storia del Muro di Berlino inizia con la fine della Seconda Guerra mondiale e con la sconfitta della Germania. Durante le conferenze di Yalta e di Potsdam fu deciso dai vincitori il destino della Germania devastata che fu di fatto divisa in quattro zone sotto l’influenza di altri paesi. La parte orientale dell’Unione Sovietica e la parte occidentale degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Nonostante Berlino fosse interamente posta al centro della parte orientale del paese la città subì lo stesso destino e fu suddivisa in aree e questo accrebbe la tensione.
La storia del Muro infatti nacque dal fatto che Berlino Ovest appariva come una enclave occidentale e capitalista nel cuore della zona orientale comunista. E come disse il leader sovietico Nikita Krusciov era “fastidiosa come come un osso conficcato nella gola sovietica”.
I rapporti diventarono così tesi che la Russia tentò di cacciare definitivamente Usa, Gran Bretagna e Francia da Berlino e nel 1948 venne organizzato un blocco sovietico che di fatto chiudeva tutti gli gli accessi ferroviari e stradali a Berlino Ovest. In un primo momento si pensò di forzarlo con le truppe corazzate ma il rischio di una guerra parve troppo grande. Così si scelse la via di un ponte aereo gestito dagli Stati Uniti e dagli alleati che rifornirono dall’aria i propri settori della città. Il ponte aereo durò 462 giorni e vennero fatti oltre 270mila voli che portarono più di 2320 tonnellate di cibo e carbone e macchinari mentre bambini e malati vennero evacuati.
Dopo il ponte aereo la fuga della gente
Poi tornò la calma. Ma la storia del Muro di Berlino era ormai segnata. Nel 1958 la tensione tornò a salire. La causa fu il flusso continuò di rifugiati che da est passavano ad ovest. E molti di loro erano i lavoratori più qualificati e utili per il paese. Si svolsero vertici e conferenze senza esito. Mentre l’esodo continuava tanto che nel giugno del 1961 circa 19.000 persone lasciarono la DDR attraverso Berlino. Il numero continuò ad aumentare fino al 12 agosto 1961, quando circa 2.400 disertarono a Berlino, il maggior numero di persone che lasciarono la Germania dell’Est in un solo giorno. Quella notte, il leader sovietico Kruscev diede al governo della Germania Est l’ordine di fermare il flusso chiudendo definitivamente il confine della città.
La gente preme. E alla fine si aprono i cancelli
In una notte, una parte del muro di Berlino fu eretta, sconvolgendo il paese ma bloccando le fughe. Nel corso degli anni oltre 150 persone morirono cercando di fuggire mentre più di 5000 riuscirono a passare ad Ovest. Tutti finì di colpo tre decenni dopo: il 9 novembre 1989 il portavoce del Partito comunista di Berlino Est annunciò la cancellazione del divieto di viaggio da Berlino Ovest verso l’Occidente. Quando gli fu chiesto da quando sarebbe entrato in vigore la nuova regola egli sorpreso dichiarò: da subito.
Fu come una onda liberata di colpo: migliaia di berlinesi dell’Est iniziarono a premere sul muro urlando ai soldati “Tor auf!” (Apri il cancello!). Le guardie confuse e sconcertate tolsero i posti di blocco e la città fu riunita. Più di 2 milioni di persone provenienti dall’est e dall’ovest si ritrovarono per festeggiare la fine di un incubo e nacque spontanea la più grande festa di strada nella storia del mondo. La Germania si ritrovò unita di nuovo dopo il 1945. E la storia del Muro di Berlino iniziò ad essere scritta al passato.
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