Nella sua canzone Heartbreak Hotel, Elvis Presley parlava dell’hotel dei cuori infranti alla fine della strada delle anime solitarie. Una frase perfetta per raccontare gli Usa, terra di uomini che hanno nel concetto di una vita on the road una delle loro immagini più ricorrenti. Ecco perché, idealmente o in concreto, salendo su una auto e indossando un paio di “scarpe in pelle scamosciata blu” si può partire per un viaggio negli Usa di Elvis Presley. D’altra parte anche parecchi decenni dopo la sua scomparsa non saresti solo perché tanti fans ancora oggi vanno a visitare i luoghi simbolo della parabola luminosa di The pelvis, partendo dalla sua iconica proprietà di Graceland per arrivare a Las Vegas, teatro dei suoi grandi successi.
Viaggio negli Usa di Elvis Presley: Graceland, Tennessee
Anche se Elvis è salito nell’empireo dei miti del rock’n’roll nel lontano 1977, il suo spirito e le sue tracce sono ancora vive nella sua proprietà, ovvero Graceland, al numero 3734 del Boulevard Elvis Presley a Memphis. La casa in stile coloniale che Elvis comprò nel 1957 per 100mila dollari attira ancora oggi più di 600.000 visitatori ogni anno ed è, non sembri un paradosso, una delle grandi attrazioni negli Stati Uniti meridionali. E la seconda residenza privata più visitata dopo la Casa Bianca di Washington.
Se amate il rock potrete anche voi fare come loro e partire per avvicinare l’universo di The King: la visita gratuita della dimora dura circa due ore. Passeggerai per molte delle stanze con gli improbabili arredamenti voluti da The King in persona negli anni ’70 tra cui la celebre “Jungle Room“, che ospita anche una tutt’altro che sobria cascata interna. Quindi si prosegue passando per il lungo corridoio dove sono esposti gli infiniti dischi d’oro conquistati nella sua carriera e si ammira una parte dei costumi di scena e alcuni cimeli personali.
Non tutta la casa però può essere visitata: il piano superiore è in genere interdetto ai fans che vorrebbero, con gusto un po’ discutibile, vedere la camera da letto e soprattutto il bagno dove Presley fu trovato privo di sensi il 16 agosto del 1977. Quindi il viaggio negli Usa di Elvis Presley, in quella che la destinazione top del nostro vagare, prosegue nel giardino della Meditazione dove è stato sepolto il mito del Rock’n’roll. Per finire, dall’altra parte della strada ci sono, tra le altre cose, due aerei di proprietà di Elvis e l’Elvis Presley Automobile Museum e un hotel.
Stiamo facendo un viaggio negli Usa di Elvis Presley e quindi la prossima tappa non potrà che essere sempre a Memphis, in Tennessee, dove si trovano i Sun Studios. Qui è iniziato tutto. E qui dobbiamo sostare. Nel 1953, Elvis, allora 18enne, entrò nel piccolo edificio che ospitava Sun Studio al 706 di Union Avenue e pagò 4 dollari per registrare due canzoni che voleva regalare a sua madre per il suo compleanno. Un anno dopo, sempre nello stesso Sun, registrò la sua prima canzone di successo, That’s All Right. Gli appassionati adorano venire qui in quello che è considerata la culla del rock’n’roll. Nel leggendario indirizzo vengono organizzate visite guidate agli studi di registrazione veri e propri che per alcuni aspetti sono ancora simili a quelli utilizzati negli anni ’50. Per molti visitatori, il momento clou della visita è quello della foto ricordo stringendo in pugno il microfono vintage usato proprio da The King. Ma non solo Elvis: qui hanno inciso, tra gli altri, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, BB King e Roy Orbison e anche artisti di epoche molto più recenti come John Mellencamp e Chris Isaak. Per i pigri chiedete in giro: c’è anche un servizio navetta gratuito per Graceland.
Viaggio negli Usa di Elvis Presley: dove è nato il mito
Se c’è un luogo da cui si deve per forza passare nel nostro pellegrinaggio musicale questo non può essere che la casa natale di Presley, a Tupelo, in quella che adesso è il numero 306 di Elvis Presley Drive. Qui, in questa casetta di legno di due stanze, Elvis Aaron Presley è nato l’8 gennaio 1935 da Vernon e Gladys Presley. Dal punto di vista finanziario la famiglia del futuro Re non se la cavava troppo bene e chi arriva sino a qui può vedere la casa e un paio di statue del grande artista raffigurato ancora bambino. Poi si passa ad un piccolo museo e la visita prosegue alla piccola chiesa in legno in cui iniziò a cantare e che frequentava con la famiglia allargata a nonni e zii.
Un viaggio negli Usa di Elvis Presley non può fermarsi certo allo stato del Tennessee. Ma deve per forza portare oltre il mare anche se pochi lo sanno che in realtà Presley si esibì pochissime volte fuori dagli Stati Uniti. Amò invece molto le Hawaii e l’amore per questo arcipelago dell’Oceano Pacifico risale al suo primo concerto sull’isola di Oahu nel 1957. Per i successivi 30 anni, non smise mai di tornare alle Hawaii, sia per concerti sia per girare film ma anche per trascorrere le vacanze.
Nel 1973, Honolulu ha ospitato il famoso concerto televisivo “Aloha dalle Hawaii“, trasmesso in tutto il mondo via satellite e che ha avuto il record di un miliardo di spettatori. L’evento si è tenuto vicino al Neal S. Blaisdell Center, dove una statua in bronzo a grandezza naturale di Elvis ora si trova nei pressi dell’ingresso principale. La tradizione per i fans è di venire a rendere onore a The King lasciando una collana di fiori. Elvis ha girato tre film sull’isola in cui si vedono molti luoghi degni di essere visitati: nel film preferito dei suoi fan, Under the blue sky of Hawaii del 1961, ci sono riprese del vulcano spento Diamond Head mentre in Hawaiian Paradise del 1966 molte inquadrature sono state realizzate nei giardini tropicali e nelle lagune del Centro Culturale Polinesiano. Se poi volete portare fino alla fine il vostro viaggio negli Usa di Elvis Presley non potete che passare la notte all’Hilton Hawaiian Village Waikiki Beach Resort. Con un po’ di fortuna vi capiterà la stanza dove ha dormito The King.
Viaggio negli Usa di Elvis Presley: lui o un sosia
Per finire il viaggio arriviamo in un’altra capitale. Dello spettacolo e del gioco d’azzardo. Presley ha contribuito non poco a creare il mito di Las Vegas visto che qui, tra i casinò dello Strip, si è esibito per la cifra record di 837 concerti tra il 1969 e il 1976. E sono sempre stati eventi con il tutto esaurito. Anche l’inno non ufficiale della città, Viva Las Vegas, è tratto da un suo film del 1964. Il luogo per eccellenza delle sue esibizioni qui è stato il Las Vegas Hilton, che ora si chiama Westgate e non a caso nella hall c’è una statua in bronzo che lo raffigura. Ma non solo statue: ogni hotel o spazio per la musica di Las Vegas, dal Legends in Concert al Flamingo ai concerti all’aperto di Fremont Street, ha il proprio sosia-imitatore di Elvis che si dimena vestito con improbabili costumi bianchi come quelli che portava The King. L’ultima nota del nostro viaggio negli Usa di Elvis Presley non può che sfiorare il mito. Esiste una leggenda che dice che Presley non è morto ma si è ritirato dalle scene mondiali per rifugiarsi proprio qui a Las Vegas. Non è vero, ovviamente. Ma voi fateci caso: ogni Elvis che vedrete qui potrebbe essere vero. O almeno è bello pensare che possa essere così.
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