Grattacieli e villaggi turistici: se uno pensa alla Malesia non è certo questa la prima immagine che viene in mente. Eppure Penang, la seconda isola più grande della Malesia, si presenta proprio così, con la costa orientale costellata di palazzi multipiano e resort per viaggiatori all inclusive. I viaggiatori che hanno bazzicato l’Asia e conoscono questo continente forse vi diranno che ci sono luoghi con la natura più incontaminata e mare più trasparente. Eppure, in fondo sbagliano perché la vera attrazione di quest’isola sta altrove: nella sua cultura, nella storia e pure la cucina.
Quindi se la domanda è cosa fare e vedere a Penang in Malesia la risposta ovvia è quindi visitare la città di Georgetown che si presenta con una fascinosa combinazione di architettura interessante che va dal periodo coloniale britannico al globalizzato presente multiculturale ma che offre anche così interessanti musei e luoghi di culto. E il cibo è un favoloso mix di cucine da tutto il mondo, condito con un sacco di specialità locali.
Cosa fare e vedere a Penang in Malesia: la storia
La vivace Penang di oggi è ovviamente molto diversa da quella che fu un passato. Governata da litigiosi sultani fino alla fine del 18° secolo, grazie alla sua posizione strategica all’ingresso nord dello Stretto di Malacca è stata un punto di riferimento per i marinai che attraversano il Golfo del Bengala – e per i pirati che aspettavano quei marinai per razziargli le merci. Poi fu la volta di commercianti olandesi, portoghesi, francesi e britannici che si diedero battaglia per garantirsi l’influenza nella regione tanto che per due secoli quest’isola fu il fondale per turpi scambi e sotterfugi coloniali – e l’oppio veniva spedito senza problemi tra i carichi di sete indiane e spezie. In alcuni casi i contrasti economici venivano risolti a colpi di cannone. Alla fine vinse Sua Maestà e mentre gli olandesi regnarono su Melaka, all’estremità meridionale dello Stretto, sono stati i britannici, o meglio la British East India Company (EIC), che ottenne il controllo su Penang. Seguendo le pratiche coloniali tipiche del tempo, il commerciante britannico Francis Light (più tardi diventato ovviamente sir) mescolo sapientemente l’astuzia, l’inganno e parecchie bugie per approfittare di una situazione politica confusa. Ebbe ragione: e il 11 agosto 1786 prese formalmente possesso di Penang, chiamandola isola Principe di Galles. Poi dichiarò Penang porto franco attirando un rapido afflusso di immigrati, soprattutto cinesi, ammaliati dalla promessa di nuove opportunità e dalla promessa di offrire terre a chi arrivava. In questo modo l’isola divenne un centro internazionale specializzato nel commercio di oppio tra Cina e India e le licenze per bische e bordelli rendevano molto bene alle autorità. Non solo a loro: arrivarono anche le società segrete della mafia cinese. E si scatenò la violenza. Se allora qualcuno vi avesse chiesto cosa fare e vedere a Penang in Malesia la risposta sarebbe stata scontata: poco di lecito almeno fino al 1826 quando divenne capitale delle colonie dello Stretto composte anche da Melaka e Singapore. Singapore però vinse. Ed è diventata la grande tigre ruggente dell’Asia che conosciamo ora governata da Kuala Lumpur.
Cosa fare e vedere a Penang in Malesia: la tolleranza
La capitale Georgetown, l’abbiamo detto, merita di essere vista. E non a caso è un Patrimonio dell’Umanità anche perché qui si cammina tra una miscela frastornante di architetture e stili diversi ma anche personaggi degni di essere incontrati, indirizzi per lo shopping. Anche la gola troverà da divertirsi. Il centro storico è un luogo dove è piacevole vagare, con eleganti viali alberati che si incrociano con piccoli vicoli assai meno sontuosi. Edifici storici, gallerie d’arte e una miriade di templi sono le altre citazioni che meritano di entrare nell’elenco di cosa fare e vedere a Penang in Malesia sgomitando tra negozi, ristoranti e la gente del posto che non vi degnerà di uno sguardo mentre appende il bucato proprio davanti a voi. Non lo fanno con cattiveria: proprio non ci fanno caso.
Ma questo è positivo così come da sottolineare è la tolleranza religiosa: intorno a Lebuh Aceh e Lebuh Armena, per esempio, c’è una vecchia moschea musulmana a pochi passi dalle antiche case dei clan cinesi inframmezzate ai loro templi. Ogni zona ha un colore e un accento: ma tutti vivono benissimo così. Ma l’abbiamo detto: Penang ha una lunga storia. E questa si vede camminando tra i palazzi e i luoghi citati nelle guide che spiegano cosa fare e vedere a Penang in Malesia: ad esempio Fort Cornwallis, ovvero il municipio con il suo prevedibile annesso di campo di cricket e il molto istruttivo Museo di Stato di Penang. Su Jalan Masjid Kapitan Keling chiamata non a caso “La strada delle quattro religioni” si affacciano altri indirizzi imperdibili: ovvero la chiesa di St Georges, il tempio indù di Maha Mariamman, la moschea di Kapitan Keling e l’affascinante tempio della Dea della Misericordia, uno dei santuari più antichi dell’isola. Interi quartieri che paiono poi villaggi costruiti su palafitte chiamati Clan Jetties sporgono in mare – ogni pontile appartiene ad un clan diverso. Sui bordi esterni della città si trovano poi alcuni dei templi più grandi e altri luoghi di interesse come la funicolare che sale Penang Hill, l’Orto Botanico e l’imponente Wat Chaiya Mangalaram, un tempio buddista tailandese.
Cosa fare e vedere a Penang in Malesia: la spiaggia
La principale spiaggia di Penang- Batu Feringghi – uno dei posti migliori per garantirsi una nuotata nella zona e allo stesso tempo una vivacissima località turistica – si trova a circa 15 km a ovest di Georgetown, lungo una strada costiera decisamente tortuosa. Quello che fu un villaggio affacciato su una spiaggia sonnolenta non ha visto molti cambiamenti fino al 1970, quando i locali hanno cominciato ad affittare i bungalow a pochi hippy che arrivavano qui da lontano. I prezzi all’epoca erano irrisori. Poi qualcosa è scattato e per durante il boom economico degli anni ’80, hotel e resort ha iniziato a comparire come funghi. Al posto degli hippy sono arrivati turisti da tutto il mondo. E addio atteggiamento rilassato. Oggi, soprattutto durante l’alta stagione che va da dicembre a settembre, orde di turisti convergono qui da ogni parte del mondo, riempiendo torri-albergo affiliate alle catene internazionali e mettendosi in fila tra i ristoranti di pesce e i negozi di paccottiglia. La prassi è quella di passare le ore di sole tra rombi di moto d’acqua, rodei su banana boat e parasailing: insomma la spiaggia non è proprio un posto tranquillo anche se la lunga distesa di sabbia dorata offre una spettacolare vista sulla costa terraferma. E volendo sarebbe davvero il posto migliore per godersi un libro al sole su una sdraio. Volendo poi si può noleggiare una moto o salire su uno degli autobus che fanno la spola lungo la costa per raggiungere luoghi più tranquilli come Shamrock o Moonlight. Quest’ultima prende il nome dalle miriadi di innamorati che hanno passeggiato qui sotto le stelle. Queste spiagge più tranquille in genere hanno un paio di caffè o ristoranti locali dove mangiare senza fretta e sono decisamente un piacevole rifugio lontano dalla follia di Batu Feringghi.
Non solo: volendo cercare cosa fare e vedere a Penang in Malesia c’è da percorrere ancora qualche chilometro: a soli pochi minuti dal caos di Batu Feringghi c’è Teluk Bahang: un piccolo e caratteristico borgo popolato per lo più da famiglie di pescatori musulmani, incuneata tra una piccola striscia di spiaggia e la giungla incontaminata. Una sosta qui è un modo semplice per sfuggire al caos di Georgetown e le solite spiagge Penang e permette ai viaggiatori di godere di un assaggio di un po’ di vero stile di vita malese.
La vita qui sembra andare più o meno avanti nello stesso modo senza particolari scossoni o cambiamenti. I vecchi caffè e i bungalow degli anni degli hippy sono scomparsi certo; ma sono stati sostituiti da qualche tranquillo viaggiatore zaino in spalla. Se vi capita di trovarvi qui su un lunedi sera, assolutamente da non perdere tra cosa fare e vedere a Penang in Malesia c’è il mercato notturno che è pieno di gente. E soprattutto di profumi e sapori. Provate il granchio fritto al curry tailandese o il pesce al vapore in un locale specializzato in frutti di mare che si chiama Tai Thong, circa 100 metri lungo la strada principale dal molo. La coppia cinese che lo possiede può sembrare invadente e chiassosa ma i prezzi sono ragionevoli e i sapori sinceri. Se preferite invece un tour tra i sapori più tipicamente malesi il Kedai Melati è una buona scelta: si trova appena passato il locale consigliato per il pesce, dietro la curva. Non aspettatevi però un locale elegante: le sedie sono di plastica e alle pareti ci sono foto di frutta e verdura. Dopo mangiato proseguite fino ad una piccola rotatoria e infilatevi in una stradina di fianco alla stazione di polizia. Davanti a voi, oltre qualche cortile di catapecchie c’è il mare. Sui moli delle case facilmente si incontrano pescatori. Sorridetegli: vi coinvolgeranno in lunghe e incomprensibili chiacchiere. Ma è bello così.
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21 Gennaio 2021