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La funivia Skyway sospesa sul tetto d’Europa

La funivia Skyway sospesa sul tetto d’Europa

C’era una volta una vecchia funivia, nata da un sogno testardo di un ingegnere ancora più cocciuto che aveva però un’idea assai democratica: permettere a tutti di contemplare i grandi panorami alpini dei nostri Quattromila. Una dimensione diversamente adatta a chi avesse buone gambe, corda, piccozza, ramponi e fiato da grandi imprese. La funivia del Monte Bianco nacque così, dall’ingegno del conte biellese Dino Lora Totino. Oggi però, dopo quattro anni di lavoro e investimenti ciclopici, è si può dire che c’era una vecchia funivia. Ora non c’è più. Adesso verso il cielo e le vette parte la funivia Skyway, quella dei record. Quella che porta a due passi dal tetto d’Europa.

funivia Skyway

Da Courmayeur ai 3462 metri di Punta Helbronner, al cospetto del Monte Bianco, delle Grandes Jorasses e del Dente del Gigante, cime che han fatto la storia dell’alpinismo, il viaggio è sempre stato mozzafiato. Ma anche la storia di questo cantiere, il più alto d’Europa, è un record, una vera impresa da terzo millennio come lo furono, fra l”800 e il ‘900, il trenino che sale nelle viscere dell’Eiger sullo Jungfrau o quello che si inerpica sui pendii del Bernina.

Funivia di Punta Helbronner - Dalla-stazione-intermedia1

La funivia Skyway porterà tremila persone al giorno

La chiamano l’ottava meraviglia del Mondo: alpinisti, freerider o semplici turisti, curiosi di sbirciare dai piani alti il panorama delle nevi perenni e delle cime più alte d’Europa qui in Val d’Aosta. Di qui, con un ardito trio di ovovie sospese, la liaison, si sconfina in Francia fino ai 3842 metri dell’Aiguille du Midi e poi giù fino a Chamonix. Oggi la nuova funivia Skyway, sospesa sui ghiacciai,  si sviluppa solo su due tronconi, raddoppiando la sua portata oraria, da circa 1600 persone al giorno a un massimo di tremila. La partenza non sarà più nella piccola frazione di La Palud, ma a Pontal d’ Entreves, vicino all’autostrada che conduce al traforo del Monte Bianco. Cabine sferiche e rotanti garantiranno che la magia inizi già durante la salita.Alla prima fermata di Pavillon, 2175 metri sopra Courmayeur, un ristorante e una sala convegni, che può anche ospitare un cinema, con 150 posti si affiancano ai vecchi edifici della funivia che saranno in parte demoliti e in parte riconvertiti in museo, accanto allo storico rifugio di Toni Gobbi. È qui che per quattro anni si sono alternati, come al campo base di una grande cima gli oltre 200 lavoratori, trascorrendo una settimana in quota e riposando tre giorni a valle.

Funivia di Punta Helbronner - Sentiero-nella-neve

La funivia Skyway fino a punta Helbronner

Poco sopra se ne sta, fin dal 1898, a oltre tremila metri il vecchio rifugio Torino. Questa seconda «fermata» della funivia vecchia sarà invece riconvertita in locale logistico perché il nuovo impianto della funivia Skyway condurrà direttamente a Punta Helbronner. Come un cristallo, in perfetto equilibrio sulle rocce a 3462 metri di quota, la nuova stazione è un prodigio di tecnologia e forme irregolari. Vetri anti condensa e tanto spazio per ammirare il panorama, mentre all’esterno una serie di terrazze a sbalzo permetterà di contemplare da un lato il Bianco e dall’altro il Dente del Gigante con la Vallée Blanche e la Mer de Glace, il ghiacciaio amatissimo dai freerider, che scende fino a Chamonix. Dalla funivia di Punta Helbronner ci si può spingere un poco più su: sul tetto della stazione è stata realizzata una terrazza rotonda di 14 metri di diametro che servirà anche come atterraggio per gli elicotteri del soccorso. Ma c’è un’altra possibilità più alpinistica: ed è quella di ritagliarsi una mezz’ora, prima di proseguire per la Francia o di tornare ad ammirare il paesaggio per provare a scoprire che cosa voglia dire vivere ed abitare in un rifugio vero, di quelli dove la sera ci si corica presto dopo un canto e dopo aver sistemato corde e moschettoni e la sveglia viene prima dell’alba perché la strada sarà lunga.

Punta Helbronner la -cabina-della-vecchia-funivia

Completato nel 1952 il nuovo «Torino» non viene toccato dalle nuove funivie così come non lo era dal vecchio impianto. È però un punto strategico per ogni alpinista. Ora è in fase di restauro e sarà pronto pochi mesi dopo l’apertura della nuova funivia. E il bello è che per raggiungerlo basterà prendere l’ascensore. La grande novità della funivia Skyway di cui tutti parlano è proprio l’insieme di tunnel e ascensore scavati nella roccia per collegare il rifugio alla stazione di Punta Helbronner. Questo percorso, accessibile a tutti, permetterà a due mondi di incontrarsi, alpinisti da una parte e turisti dall’altra. E il conte ne andrebbe fiero anche oggi.

funivia Skyway

Quattro anni di lavoro, 500 persone impiegate nei cantieri, 110 milioni di euro per i costi dell’opera. Il punto più alto della  funivia Skyway, la funivia dei record  si trova a 3.466 metri a Punta Helbronner. L’impianto fotovoltaico che fornisce la corrente è formato da 84 per circa 120 metri quadrati per fornire energia pulita alla stazione in quota. Il dislivello della funivia è di  circa 2200 metri: dai 1300 metri della stazione di partenza. Ed è un viaggio velocissimo quello che percorre la funivia Skyway che da  Pontal d’Entreves al Pavillon  impiega solo 4 minuti; dal Pavillon a  Punta Helbronner altri 5 minuti. Impressionante la portata oraria: 800 persone primo tronco, 600 persone secondo tronco. Le cabine portano ognuna 80 persone e ruotano di 360 gradi lungo tutta la tratta, per garantire una vista completa sulle vette.  Un sistema di riscaldamento evita che si formi condensa, mentre dei sensori e pannelli posti sotto il pavimento impediscono la formazione di ghiaccio

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Giornalista professionista, è responsabile delle pagine di viaggi e turismo del quotidiano Gazzetta di Parma. Da tempo è convinto che l'unica parte spiacevole di ogni viaggio sia preparare la valigia. Ha scritto - e fotografato - per Panorama Travel, Viaggiando, That’s Italia, Corriere.it, I viaggi di Repubblica, Ilturista.info. Adora i salumi italiani, il mare della Grecia, le birre belghe, i romanzi americani e le moto tedesche.

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