Scordatevi Miami Vice, dimenticate Sonny Crockett & Rico vestiti color pastello che sgommano sulla loro Ferrari bianca. Dai tempi del telefilm diventato una icona degli anni ’80 con il suo corollario di lusso, dolce vita e droga la tv è cambiata. E Miami ancora di più. La città famosa per la sua criminalità e che strizzava l’occhio alla trasgressione, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio 2000 ha invertito la rotta e ha deciso di puntare sulla cultura, sperimentare la rinascita. Arrivò la versione locale della fiera Art Basel e si iniziò ad installare una comunità artistica differente mentre lo skyline e i quartieri esprimevano in mattoni e acciaio questo cambiamento. Oggi, come vi spiegherà ogni guida di Miami,  molte zone viste allora non le riconoscereste. Anche se le spiagge ovviamente restano belle e sempre le stesse.

guida di Miami

Guida di Miami: la nuova Downtown

Un esempio è la zona di Brickell/Downtown dove qualche casa bassa è rimasta. Ma è un caso. Si perché lo sviluppo è frenetico: la popolazione del centro di Miami è raddoppiata in meno di 10 anni, i nuovi residenti hanno aperto ristoranti, bar e gallerie e in mancanza di spazio si è scelta la sola via: quella verticale. I giovani ricchi e di moda così fanno la fila per andare a mangiare carne e sushi al ristorante Quinto La Huella sul tetto del mega centro commerciale Brickell City Center ma soprattutto per bere i cocktail di Sugar, al 40 piano con vista sulla città.

Per avere un tavolo riservato occorre spendere almeno 100 dollari a testa ma al bancone è molto più democratico. Ma, per favore, niente pantaloni corti. Stessa fauna vip al 16° piano del Kimpton Epic Hotel al ristorante Area 31 e il panorama, forse, supera la bontà dei piatti. Ma non solo tortini di granchio: a 15 minuti a piedi si arriva al l Pérez Art Museum Miami, progettato ovviamente da archistar, che si sta ritagliando un posto come uno dei più innovativi spazi per l’arte occidentale del XX e XXI secolo. E anche questo è Miami oggi.

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Guida di Miami. L’icona South Beach

Ma se vogliamo veramente vedere cosa sta succedendo a Miami è a South Beach che dobbiamo prendere il polso alla città. Non temete: ci sono ancora le palme, quelli che corrono e pattinano, addominali a tartaruga e gli hotel Art Decò. Ma si è aggiunta una consapevolezza in più. I palazzi storici sono restaurati e il ricordo della zona frequentata da gangster è appunto solo ricordo.

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La casa che fu di Gianni Versace è ora un hotel di sole suite e all’hotel Mondrian i soliti noti svelano tra gioielli e dj set quanto si possa essere ricchi e belli. Per la cena l’indirizzo giusto ora è Juvia, all’ultimo piano di un palazzo di Lincoln Road: sotto i negozi di griffe globale, in alto la lotta per avere il tavolo top affacciato sulla città. E se il salmone grigliato pagato a peso d’oro vi pare dimenticabile consolatevi con un hamburger di Shake Shack: è qualche piano più sotto ed è la filiale locale dello storico chiosco di Madison Square Park, in Manhattan. Un doppio burger riempie per pochi dollari.

Guida di Miami: la zona cubana

Ma se vogliamo abbozzare la  nuova guida di Miami non resta che un tuffo a Little Havana. L’Avana , quella di Cuba, è poco più di 200 miglia e dopo il 1959 qui arrivarono 500.000 cubani in fuga. Molti sono ancora qui a Calle Ocho, il cuore dell’area che va dalla 17a alla 13a Avenue. E l’atmosfera è molto diversa da quella dei RoofTop Bar di downtown. Ma non meno interessante anche grazie al fatto che nel 2017 il distretto è stato nominato tesoro nazionale dal National Trust for Historic Preservation.

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Qualcuno si ostina a dire che possa essere pericolosa ma la sensazione è che il attentato possa al massimo essere quello alla linea tra i ciclopici panini con carne di maiale di Old’s Havana Cuban Bar & Cocina e i mojito al Ball & Chain di fronte al Domino Park. Qui, tutto il giorno si gioca a domino e si parla spagnolo. Un tempo si fumava il sigaro, ovviamente. Ora è proibito. E quindi è proprio vero: Miami è molto cambiata.