L’isola di Paros ha tutto quello che ci si aspetta da una destinazione greca nell’arcipelago delle Cicladi: paesi bianchi, chiese dalle cupole blu, spiagge di sabbia dorata, piccoli porti di pescatori su cui si affacciano le immancabili taverne ma anche, per compiacere tutti,  bar moderni e locali per fare tardi. Il paesaggio non è forse drammatico e struggente come in altre isole dello stesso arcipelago ma nel complesso è vero: c’è tutto. E se si parla dell’isola di Paros lo si deve riconoscere. Aggiungendo che una gita in motorino lungo la costa regala sempre imbattibili scorci sulle isole vicine.

guida dell’isola di Paros nelle Cicladi

Isola di Paros: una lunga storia

Il primo straniero nella nostra epoca che ha fatto conoscere l’isola è stato Kevin Andrews, che nel suo libro “Il volo di Ikaro” racconta, tra le altre cose, la sua permanenza a Paros, nel 1948, ospite di una famiglia locale nei pressi di Naoussa. Era un’isola povera e quasi dimenticata quella che esce dalle pagine del libro. Ma da allora le sorti dell’isola sono cambiate completamente e piano piano ha conquistato un posto come tappa obbligata (insieme alla vicinissima Antíparos) lungo le bizzarre migrazioni degli hippie che iniziavano a scoprire nuove mete tra Ibiza e l’Asia.

Un mutamento che ogni guida dell’isola di Paros nelle Cicladi ricorderà essere diventato evidente nel 1981 quando un articolo del New York Times dal titolo “Ecco il tranquillo cuore delle Cicladi”  ufficializzò il lanciò nel grande giro del turismo trendy. Da allora, e non solo, Paros tranquilla non lo fu più anche se in qualche modo l’isola è riuscita a conservare una certa integrità e un minimo di difesa dello spirito del  luogo.

E si tratta di un risultato che molte altre isole non sono riuscite a difendere. Nel 2014 poi l’isola ha visto le prime navi da crociera gettare l’ancora ma, per fortuna dicono alcuni, il porto principale è troppo piccolo per i giganti delle crociere e quindi le navi devono ancorare nella baia, mentre le barchette fanno la spola dalla terra alle scalette di sbarco.

Guida dell’isola di Paros nelle Cicladi

Quando venire sull’isola di Paros

Come per tutte le altre Cicladi uno dei momenti più suggestivi per la visita è la tarda primavera il paesaggio è ancora verde, il mare si è riscaldato ad una temperature che rende i bagni piacevoli ma la folla dei turisti non è ancora arrivata a straziare il silenzio delle isole degli dei. Lo stesso si può dire per l’inizio dell’autunno, quando le orde estive si sono allontanate e il mare, ancora meglio, da del suo meglio a chi voglia nuotare.

In più, in entrambi i casi, i prezzi sono più bassi e visto che la Grecia non è più il posto super economico che era un tempo anche a causa della crisi che ha colpito Atene anche questo conta.  Ma non aspettate troppo però: alla fine di settembre molte strutture chiudono e i collegamenti si riducono (a Mikonos e Santorini la stagione dura molto di più, ricordatelo). In più tra settembre e ottobre qui è facile essere infastiditi da sciami di vespe e calabroni.

Guida dell’isola di Paros nelle Cicladi

Isola di Paros: cosa vedere

A Paros si viene per il mare e le spiagge. Ma tra un bagno e una piacevole e lunga dormita al sole coccolati dal meltemi ci sono alcune cose che meritano di essere viste come racconta la nostra guida dell’isola di Paros. Il punto di partenza è per forza la capitale, che si trova a circa nove km dall’aeroporto sul versante occidentale dell’isola e che si chiama Parikia. Questo è anche il principale porto dell’isola ed è quindi facile intuire che si tratta di uno dei luoghi più vivaci e movimentati di Paros.

Ma non solo movida: la città conserva una sua eleganza non snaturata del tutto dallo sviluppo turistico con un lungomare grazioso sulla baia, ristoranti e belle case bianche con i cortili ombreggiati da alberi. Per prima cosa andate un po’ a zonzo tra le stradine e godetevi un caffè e poi dedicate un po’ di tempo al Museo archeologico che conserva alcuni reperti dell’era in cui questa era la capitale della scultura greca. Quest’arte infatti è stata assiduamente praticata fino dall’era arcaica e ancora all’epoca romana visto che il marmo locale era considerato il più prezioso al mondo. Non a caso la pietra per la tomba di Napoleone viene da qui.

Poi andate senza indugio verso la poco lontana chiesa di Ekatontachoni: significa dalle cento porte. Controllate pure ma sono molte meno.  Ogni guida dell’isola di Paros vi dirà che è una delle più importanti della Grecia e che la leggenda vuole sia stata fondata dalla madre dell’imperatore Costantino durante un pellegrinaggio. Se sia vero, è chiaro, non v’è certezza. Ma la visita è più che meritata e colpiscono il battistero e le splendide decorazioni in marmo.

Guida dell’isola di Paros nelle Cicladi

Il panorama dal vecchio monastero

Quindi salite sulla collina e andare a vedere il monastero di Agii Anargiri. Fondato nel 1660 ha visto andarsene l’ultimo monaco nel 2000 ma un custode vi permetterà di visitarlo. Se volete portatevi una bottiglia: qui sgorga una sorgente che si dice sacra e potrete raccogliere l’acqua.

Poi si può proseguire per Naoussa, la seconda città dell’isola di Paros. Si tratta di un piacevole paese sulla costa settentrionale, spaparanzato in una bella baia. Il turismo è arrivato anche qui e si vede. E parecchio. Ma resta comunque una gradevole atmosfera ed è piacevole fermarsi a mangiare in una taverna ricavata magari in uno dei depositi una volta usati dai pescatori che ancora tengono le loro banche ormeggiate in rada.

Non siete stanchi ancora? E allora puntiamo sul villaggio di Marpissa, a circa 9 km verso sud, nell’interno e soprattutto verso Prodromos, uno splendido villaggio dove è bello passeggiare labirinto di vicoli e passare sotto archi delle case, buttando l’occhio nei rari caffè e scattando foto alle immancabili cascate di bouganville.

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Alla scoperta della antica capitale

Da Pródromos, per chi ama esplorare, si può prendere il vecchio sentiero acciottolato verso l’interno che arriva a Lefkes, la capitale antica dell’isola di Paros. Infine passiamo il mare: no, non temete, sono poche decine di metri per sbarcare sul vicinissimo isolotto satellite di Antiparos. Qui la visita obbligata è a una grande grotta conosciuta fin dai tempi antichi che non manca mai di stupire nonostante le brutte passerelle di cemento con ringhiere che non riescono tuttavia a togliere la bellezza delle gallerie trasformate in gioielli dal bosco di stalattiti e stalagmiti.

Hanno 45 milioni di anni e ancora lasciano a bocca aperta i visitatori. Tra di loro ricordiamo quello più eccentrico: il marchese di Nointel, ambasciatore francese presso la corte Ottomana, che nel 1673 ha voluto che fosse celebrata la messa della vigilia di Natale per lui e il suo seguito di almeno 500 persone, utilizzando una roccia come altare. Come lo sappiamo? Semplice: scrisse un ricordo e il suo nome sulle pareti della grotta. All’epoca, certe cose, almeno ai marchesi, erano consentite. E l’isola di Paros, tollerante, ha lasciato fare.