I portici di Bologna: e la storia dell’Università
La riprova arriva dal fatto che nel 1288 il Comune stabilì che le case da costruire dovessero avere il portico mentre quelle esistenti lo dovessero aggiungere. Non solo: si stabilì anche che fossero spazi pubblici costruiti da privati e che avessero precise caratteristiche come quella di permettere il passaggio di un uomo a cavallo e di non essere invasi da proprietà private. Anche allora evidentemente piaceva trasgredire visto che sono arrivati sino a noi verbali di contravvenzione per cittadini poco rispettosi delle regole.Ma soprattutto sono arrivati sino a noi i portici. Alcuni, meta di una sosta nella nostra passeggiata, sono antichissimi e addirittura in legno e mantengono lo stile originario visto che, è ovvio, i primi portici furono appunto in legno e solo in seguito rifatti in mattoni e pietra.
Le vecchie colonne in legno
Uno dei più celebri è il portico di Casa Isolani in strada Maggiore. E’ altissimo e antico: si innalza infatti per 9 metri e sostiene un allargamento del palazzo che si trova al terzo piano. E’ antico perché risalirebbe alla metà del 1200 con travi in legno e lo dimostra lo stile romanico-gotico. Tutto di legno era anche il portico di palazzo Grassi in via Marsala ma nei primi anni del ‘900 la struttura molto danneggiate venne restaurata e rimasero solo poche colonne in legno che si vedono ancora oggi. Da ricordare, tra gli otto portici ancora in legno quello di casa Azzoguidi in via San Nicolò, che risale al 1300, e di casa Ramponesi in via del Carro.
Ma quali sono gli altri tratti di portici di Bologna che meritano di essere visitati in una passeggiata speciale sotto le volte affacciate sulla strada della città? In una città come Bologna detta la Dotta non si può che partire dai portici della zona universitaria come quelli di via Zamboni. In questa strada nel cuore del centro si trovano portici tra di loro molto diversi ma che rappresentano il meglio di quelli costruiti nel Settecento. Tra quelli più importanti quelli che si trovano davanti a palazzo Poggi. Oggi sede della Università di Bologna, l’Alma Mater.
Il Pavaglione: lo struscio vicino al mercato di un tempo
Un altro tratto di porticato da percorrere certamente è quello chiamato Pavaglione che si trova da via Farini a via De’Musei. Qui si trova l’Archiginnasio, prima sede dell’Università. Il nome deriva curiosamente da una contrazione di una parola dialettale che indica il termine perché in questo spazio protetto si commerciava anticamente. Ora è uno dei portici più centrali ed eleganti, è lungo 139 metri, con negozi di lusso e caffè famosi come il celebre Zanarini.
Se poi vorrete camminare a lungo e vedere vetrine svoltate verso via Indipendenza, la strada che da piazza Maggiore porta alla stazione. E’ una lunga teoria di portici su entrambi i lati con alcuni alberghi di gran classe e negozi di ogni genere ma non per forza turistici. Anche per questo per molti una passeggiata lungo questa strada è una delle esperienze più tipicamente bolognesi.
Concludiamo con alcune curiosità sui portici di Bologna: il più alto arriva a dieci metri e si trova in via Altabella. Ma d’altra parte qui si trova anche il palazzo dell’Arcivescovo e questo spiega la grandiosità. Al contrario il più piccolo si trova in una piccola strada chiamata, curiosamente, via Senzanome. Il portico è largo appena una novantina di centimetri.
Mercantini di Natale? No, per Santa Lucia
Il più largo invece avvolge la basilica di Santa Maria dei Servi in strada Maggiore. Il portico prende il nome di portico dei Servi ed è amatissimo dai bolognesi: qui si tiene la Fiera di Santa Lucia e intere generazioni di bolognesi legano questo posto al Natale ben prima che arrivassero i mercatini importati dal nord. La Fiera si svolge qui dal XVI secolo e rivela ancora una volta il legame tra la città e i suoi portici. Che sono posti dove camminare, comprare, incontrarsi. Insomma vivere.
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