Spiace dare torto a Caravaggio, ma a Malta il sole non è “nero”. Lui lo vedeva così, esule sull’isola e preso dal furore, mentre dipingeva, nel più classico dei suoi chiaroscuri, due tele molto sofferte. La “Decollazione di San Giovanni” e “San Girolamo”, che i Cavalieri di Malta gli commissionarono nel 1608, prima che Michelangelo Merisi si cacciasse nuovamente nei guai, da sole varrebbero il viaggio a Malta e Gozo. Il bello è che sono vicine, a fronteggiarsi,  nella sacrestia della Co – Cattedrale di La Valletta.

Viaggio a Malta e Gozo tra spiagge, storia e monumenti

Viaggio a Malta e Gozo: due isole e molte bellezze

Co – Cattedrale? Il nome ci incuriosisce. Si, perché questo scoglio blu fra Sicilia e Africa, di accontentarsi non ne ha mai voluto sapere E così anche di cattedrali ne ha due. Oltre a quella di La Valletta, c’è San Paolo, a Mdina, dedicata proprio al santo che qui naufragò nei pressi di Mistra bay nel 60 d. C. A differenza di Caravaggio, però, si trovò subito benissimo con questo popolo “cordiale e accogliente”, fra le prime genti a convertirsi in tutto l’Impero romano. Il sole qui, tutt’altro che cupo – pensiamo -, splende da secoli alto e caldo. Con buona pace di santi come Paolo e peccatori come Merisi che in un viaggio a Malta e Gozo diventano quasi   vecchi amici.

Viaggio a Malta e Gozo tra spiagge, storia e monumenti

Malta, Gozo e i Cavalieri

“Siamo da anni in Europa, ma da sempre ne siamo l’ombelico”, spiega l’archeologa Sharon Agius, “e solo qui la geografia si fa storia”, aggiunge orgogliosa, prima di passare in rassegna, sintetica ma pignola, le fasi più importanti della vita di questa isola. Dalla preistoria che ha regalato siti megalitici misteriosi che ricordano mille “Stonehenge” bruciate dal sole. Ai bombardamenti delle forze dell’Asse nella seconda guerra mondiale, quando Malta era una delle più strategiche basi degli Alleati.

Nel mezzo l’arrivo dei Cavalieri in fuga da Rodi nel 1530, poi il grande assedio dei Turchi nel 1565, lo sbarco di Napoleone nel 1798 e l’annessione all’Impero britannico, fino all’indipendenza, pur nell’ambito del Commonwealth, nel 1964. Ognuno ha usato la sua lingua e loro, i maltesi, con pazienza, le hanno imparate tutte.

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La strana lingua di Malta

Già, l’italiano, tuttora parlato e compreso, mentre l’idioma ufficiale è il maltese, codificato solo negli Anni Trenta, e che appare come  un impasto di suoni arabi espressi con alfabeto latino che nell’abbondanza di “X” e “Q” ci ricorda i nostri messaggi cifrati. Sharon ride al paragone che le suggeriamo e ci ricorda che è un modo per contenere tutto: “Se ci ascolta parlare, prima o poi le sembrerà di capire qualche parola, ma ricordi che Madonna da noi è Sultana e Dio si dice Alla”.

Già, la lingua come la religione: cattolicissimi nel credo, i maltesi hanno un fervore che si direbbe islamico nell’osservanza, a giudicare, per esempio, dall’attenzione che si presta alle processioni pasquali e alla festa d’estate della Imnarja (Luminarie), quando per i Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, le vie delle città si trasformano in suq e mercati di giorno, illuminandosi la notte di fiaccole e cantastorie.

“Ci piace il folk, ma ci sentiamo anche metropolitani!”, precisa Sharon e dall’alto degli Upper Barakka Gardens di La Valletta – come fossimo sull’Empire State Building di New York – , ci mostra il fiordo brulicante della capitale e delle sue “Tre città” satellite, che, come chele, chiudono la morsa sulla baia.

Birgu, la “Vittoriosa” è un dedalo di viuzze ed edifici in pietra calcarea, Isla ribattezzata “Senglea” tutta a scale e poi Bormla rinata come “Cospicua”, dove corre ancora oggi la linea difensiva seicentesca della Cottonera, a protezione del Grand Harbour. Appellativi che profumano di vittorie e battaglie e derivano dai cognomi dei Gran maestri dei cavalieri. “Le Tre città con Valletta sono il nostro cuore – aggiunge Sharon – perché a Malta un solo centro, appunto, non bastava”.

Viaggio a Malta e Gozo tra spiagge, storia e monumenti

Viaggio a Malta e Gozo: la cultura

Ora che dal 2008 gli affari si fanno in euro, La Valletta si rifà il look, permettendosi di chiamare Renzo Piano alla sua corte, con un progetto dell’area fra City gate e nuovo parlamento che non ha, però, convinto tutti. Anche così la più piccola “metropoli” del Vecchio Mondo, si appresta  a diventare capitale della cultura europea: Malta ha davvero ingranato il turbo.

“Per anni siamo stati la scuola d’inglese più soleggiata e meridionale del Regno Unito”, scherza ancora Sharon, riferendosi al business, mai tramontato, dei corsi estivi d’inglese per ragazzi. Lungo lo struscio multietnico di Triq – ir – Repubblika e sotto le variopinte gallerijas (simili a bow-windows) di Merchants Street, la gente si da appuntamento, magari per un “pastizzi” al cafè Cordina: sembra facile pensare che con le crociere e il casinò la sintesi di Malta sia completa.

Certamente il turismo di massa e la movida restano ancorati, a nord della capitale, alle lusinghe di St. Julian’s bay, Sliema e Paceville, ma perdersi tutto il resto sarebbe un peccato. Sharon ama dividere l’isola in tre “e mezzo”, includendo anche Gozo nel medesimo ecosistema di meraviglie.

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Uno scoglio in mezzo al mare

Il grande Nord e la costa ovest, innanzitutto, perché a Malta si viene in primis per il mare, intenso e multicolore. Gli approdi più facili sono fra St Paul’s bay, Mellieha e Paradise beach nella penisola di Marfa, ma sono le spiagge occidentali, più ampie e sabbiose, come Golden bay e Ghain Tuffieha, ad essere le più suggestive.

In piena stagione sembrano non bastare: allora la soluzione per un viaggio a Malta e Gozo  è imbarcarsi e costeggiare le falesie che incorniciano l’isola verso sud fino alle Dingli Cliffs, oppure spingersi ancora più a nord fino alla gemella Gozo, mezz’ora di navigazione da Cirkewwa, servita da traghetti di linea. Se a Malta c’è tutto, a Gozo – 30mila anime su un terreno che è un terzo di Malta – non manca nulla.

Un mondo in miniatura

Tutto è però in miniatura: si può decidere di tornarci più volte in diversi giorni o di trascorrervi qualche notte, per assaporare la pace, quando anche il traghetto della sera lascia il porto di Mgarr con gli ultimi turisti. Il fascino color biscotto del “Kastell” di Victoria ricorda quello delle grandi città barocche dell’interno di Malta, ma è più intenso, come più intense, quasi a distillare la bellezza, sono le scogliere occidentali di Gozo fra Dweira e Wardjia point con le conformazioni rocciose dell’”Azure window” e del “Fungus rock”. Ad est, invece, la lunga spiaggia di Ramla fa capire perché Ulisse non sia riuscito per anni – come racconta l’Odissea – a staccarsi da questa baia. Senza nulla togliere – s’intende – ai “meriti” della ninfa Calypso di cui si può visitare la presunta grotta.

Viaggio a Malta e Gozo: il cinema

“A questo punto – prosegue Sharon – di Malta e Gozo si pensa di aver visto tutto, tralasciando il centro e il sud”. E qui sta l’errore: “perché la bellezza di Malta è che nulla è più lontano di un’ora di viaggio”.

Così, o a bordo dei bus locali o in auto, prestando attenzione all’asfalto viscido e alla guida a sinistra, eredità dell’ex madrepatria inglese, si può e si deve andare alla scoperta del resto dell’isola. La vera anima di Malta è li: lontano dal mare, modellata nel calcare a tinte cremose che, in ogni secolo, ha dato colore all’isola. E che oggi affascina anche i registi di Hollywood. Già perché oltre a Ulisse, San Paolo, Caravaggio e Renzo Piano, fra gli sbarchi più celebri l’isola annovera anche Braccio di Ferro e Angelina Jolie.

Di Popeye, pioniere della Malta in celluloide, il villaggio costruito per il film del 1979 è ancora conservato su ad Anchor bay. Di Miss Jolie – Pitt, che qui ha accompagnato il consorte nel 2011, impegnato in “World war Z”, si ricorda la passione per il tramonto dalle mura di Mdina. Come darle torto: l’antica e silenziosa capitale forma, con la più vivace Rabat, un “unicum” di suggestioni che sembrano aver imprigionato il tempo fra medioevo e barocco. Come dire: un viaggio a Malta  e Gozo con in più l’arte.

Viaggio a Malta e Gozo tra spiagge, storia e monumenti

Viaggio a Malta e Gozo: il passato

Poco lontano la grotta dove visse San Paolo e le catacombe dei primi cristiani, da Cataldo ad Agata, raccontano di storie ancora più antiche, mai però quanto quella del complesso tombale ipogeo di Hal Saflieni utilizzato fra il 4000 e il 2500 a.C., scoperto per caso nelle viscere della sonnacchiosa città di Paola. Ecco la porta al grande sud, terza tappa alla scoperta dell’isola e della sua misteriosa preistoria.

Prima di tuffarvi nel passato fate sosta a Marsaxxlok, villaggio di pescatori battuto dallo scirocco: sul lungo mare beccheggiano pigri i tipici “luzzu” multicolore, con l’occhio di Osiride disegnato a prua per aiutare i marinai nella sfida con i flutti. Alle spalle del porticciolo, sulle alture si raggiungono con brevi passeggiate vista mare o a picco sulle scogliere i siti di Tarxien, del santuario ancora oggetto di scavi di Tas Silg, Hagar Qim e Mnajdra. Chi li abitava?

Ma soprattutto chi aveva potuto trasportare lassù monoliti di pietra così imponenti quando in Egitto ancora le Piramidi erano di la da venire? Le pietre se ne stanno li, impennate verso il cielo, testimoni del tempo e del mistero. E come sempre su quest’isola la risposta è una: “Se dal passato c’è una storia, Malta sa raccontarla”.