Forse trovate detestabile la mediterranea passione per l’anice o ritenete che una sberla d’alcol, per quanto gelato, sia del tutto fuori luogo a metà di un rovente pomeriggio d’agosto in Grecia. Eppure, nonostante questo, quando Stella, la burbera cameriera della piccola taverna di Geraniu, sulla spiaggia di Patmos, dopo una merenda di pomodori, olive e feta vi offrirà un bicchiere d’ouzo, fate finta di niente e accettatelo. Poi, incrociate lo sguardo e il sorriso con il padrone, un omone irsuto, e sorseggiando il liquore biancastro e invadente, riempitevi gli occhi di quella matassa blu di cielo e di mare. Perché una guida di Patmos  si può iniziare anche così: da una coccola per la gola dopo le tante carezze per lo sguardo che offre quest’isola bella tra le belle dell’Egeo.

guida di Patmos nel Dodecanneso: la vista sull'isola

Guida di Patmos: pellegrini e gente di mondo

Da questa spiaggia bianca abbracciate dalle tamerici e bagnata da un mare trasparente, da questa taverna dove, già dopo due ore, ti senti di casa come se ci fossi nato e da questo piccolo rituale che scandisce il tempo su una isola dove pellegrini e bella gente, turisti con il sacco a pelo e innamorati dell’Egeo si ritrovano anno dopo anno. Ringraziando gli dei che nulla ancora sia cambiato a Patmos, l’isola del Dodecaneso delle belle spiagge e dell’Apocalisse.

Certo, nel frattempo l’isola è diventata grande e i suoi due villaggi, Skala sul mare e Chora sulla montagna, hanno figliato una piccola stirpe di altri agglomerati che nuove case bianche fanno lievitare estate dopo estate. Ma sulla sabbia e tra i tavoli dei ristorantini, nei vicoli abbaglianti che salgono al monastero dove San Giovanni ha scritto l’Apocalisse o sulle strade che costeggiano una costa rotta dalle baie si respira sempre la stessa aria di rasserenante tranquillità. I turisti si ritrovano per l’appuntamento immutabile della colazione nella piazza dietro il porto e poi ronzano sugli scooter verso le spiagge dove, salvo rare eccezioni, l’unica ombra è quella delle tamerici e il suono viene dai campanacci delle capre che pascolano poco più in la.

guida di Patmos nel Dodecanneso: la Chora

Guida di Patmos: l’isola con il broncio francese

Chi osa, si beve i 20 minuti di salita a piedi e si premia con Psili Amos, una mezzaluna di pace e mare, oltre le colline brulle pregustando la cena nelle taverne di Skala dove, alla sera, il menù lo fa quello che la rete ha raccolto all’alba. Tutto questo senza però le scomodità che scogli meno fortunati obbligano a sperimentare. Perché  la guida di Patmos lo chiarisce da subito: a Skala, sotto l’ombra grigia e un po’ arcigna del monastero, molte delle case celano scorci da riviste patinate d’arredamento e parecchi dei volti che si incrociano in bermuda e infradito possono ambire alle pagine colonizzate dai soliti noti dei giornali pop.

Ma nello stesso tempo, chi volesse discoteche di tendenza o mondanità becere da ostentare non troverà quello che cerca: Patmos, l’isola del Dodecaneso ma anche un po’  francese, per la sua popolata colonia di parigini e per quel suo broncio sempre un po’ sdegnoso da graziosa del Marais, ha scelto la via del turismo ma senza sbracate concessioni, sapendo sposare la tolleranza che ci vuole quando si fa della bellezza commercio ma senza cadute di tono o svendite sottocosto. Le stanze in affitto, spesso, offrono panorami mozzafiato e terrazze dove innamorarsi al tramonto, le taverne propongono frutti di mare e pesci a prezzi ancora comprensibili e quando si vuole fare tardi ci sono locali dove cuba libre e mojito sono buoni quasi come all’Avana.

guida di Patmos nel Dodecanneso : Psili Ammos

Il turismo nell’isola sacra. Ma con belle spiagge

Ma le atmosfere sono e restano profondamente greche, in particolare quando si sale a Chora. E’ un sogno in bianco e blu, un villaggio tradizionale con case candide, stretti vicoli acciottolati e cortili. I giardini interni sono circondati da alte mura che le proteggono dagli sguardi come se fossero una sorta di fortificazione. Un tempo proteggevano dagli attacchi dal mare: oggi la privacy di chi arriva da lontano.  Sopra il villaggio, in cima alla collina si trova il il famoso monastero di Aghios Ioannis  dedicato all’Evangelista, fondato poco dopo l’anno Mille dal monaco Christodoulos,  che attira migliaia di fedeli ed è uno dei luoghi più importanti per la religione della Grecia.

Non a caso ogni guida di Patmos userà l’espressione di Gerusalemme dell’Egeo per esprimere il valore spirituale di questo luogo. E una visita a Pasqua a a quest’isola regala una esperienza unica. Poco lontano, sulla strada alberata e tutta curve che porta a Chora, si trova la  Sacra grotta dell’Apocalisse: mettetevi in fila e scendete in uno dei luoghi simbolo della Cristianità. Qui, appena sotto terra, ci si trova dinnanzi la roccia dove sedeva il santo e una spaccatura delle roccia divisa in tre parti. E’ un simbolo della Trinità ma anche il luogo da dove Giovanni sentiva la voce di Dio.

Skala, l’antico porto con sapore italiano

Sul mare, dove arrivano i traghetti invece si trova Skala che è anche il luogo più abitato, il punto di riferimento per i negozi ed i servizi sull’isola. Molte case sono state costruite dagli italiani durante l’occupazione del Dodecanneso  ed è piacevole passeggiare sul lungomare: ci sono parecchie taverne e locali da un lato mentre dall’altro beccheggiano le barche e gli yacht ormeggiati.  Oggi è il classico centro turistico ma un tempo, nel XVI secolo,  è stato un importante luogo di commercio e di manutenzioni delle navi quando l’Egeo era funestato dalla presenza dei pirati che solo all’inizio del XIX secolo furono annientati. La gente, che per paura viveva sulle colline, scese di nuovo sulle rive e nei primi anni ’70 il paese di Skala iniziò ad avere l’aspetto che conosciamo.

A circa 5 km a sud est da Skala si trova il villaggio di Grikos, il luogo che di più si è sviluppato in questi ultimi anni. Si tratta di un piccolo insediamento sorto lungo una baia dove ora si trovano anche un paio di hotel di lusso.  All’estremità del paese si trova Petra, una spiaggia di sabbia e ciottoli che finisce ai piedi di una enorme roccia che le da il nome, Anche qui si trovano camere in affitto e alcune buone taverne dove mangiare a due passi dall’acqua.

C’è poi un altro villaggio che in realtà sono due: si tratta di Kato Kambos  e Pano Kambos, piccoli gruppi di case con alcune case in affitto e qualche taverna. Poco lontano c’è anche una chiesa, San Nicola, che è considerata una delle chiese più antiche dell’isola ma anche la chiesa dedicata all’Annunciazione della Vergine Maria merita una visita con i suoi affreschi e le icone antiche.  Prima di andare a tuffarsi sulle spiagge.

Una isola dove il turismo non è ancora una profanazione

Ma per godere tutto questo si deve ancora salire sul traghetto e navigare l’Egeo come una volta, quando la sbrigativa comodità dell’aereo non aveva rovinato ancora tante spiagge e villaggi della Grecia. Per questo a Patmos, l’isola del Dodecaneso dove il turismo è risorsa, non profanazione, gli abitanti da tempo discutono se costruire o meno l’aeroporto e alla fine, anno dopo anno, decidono il rinvio e scelgono l’attesa.

Chi qui è nato sa che i charter fracassoni dal nord forse porterebbero più denaro ma sa anche che spezzerebbero il silenzio alle porte del monastero dell’Apocalisse e incrinerebbero la perfezione di certi momenti. Quando con un bicchiere di ouzo in mano, guardando il mare, si capisce da dove siano nati gli dei dell’Olimpo.

Guida di Patmos: come arrivare

Come detto a Patmos non c’è l’aeroporto. Gli scali più vicino sono a Leros e Kos. L’aeroporto di Leros riceve voli nazionali da Atene, mentre quello di  Kos è più frequentato e riceve voli giornalieri da Atene e voli internazionali in estate. In nave si può arrivare con il traghetto dal Pireo ad Atene ma si tratta di un viaggio decisamente lungo.  Più comodo arrivare partendo da altre isole come Leros, Lipsi, Kalymnos, Kos e Rodi.