Siamo liguri: non buttiamo via nulla”. E così che da queste parti han riciclato, dopo quarant’anni di abbandono, perfino le gallerie rugose della ferrovia vecchia, facendone una delle ciclabili più belle ed accoglienti di tutta la Liguria. Da Levanto a Framura, la ciclabile sul mare e ritorno, passando per Bonassola, ecco le nuove “Tre Terre” che fanno sistema, proprio accanto alle più blasonate “Cinque Terre”. Il tutto grazie ad un treno che non c’è più. O meglio passa ancora, ma più in la, sotto le verdi balze dell’entroterra. In auto sarebbe un lungo viaggio fra colline scoscese e strade impervie tra i borghi di Liguria.

Levanto a Framura, la ciclabile sul mare

A piedi? Bello, certamente, ma bisogna calcolare una mezza giornata di escursione fra tratturi e scalette spacca fiato da lasciare agli amanti del trekking più che delle spiagge. Ed ecco che allora qui la ruota ha sconfitto non solo le gambe, ma perfino il ferro del treno e tutti, d’estate come d’inverno, turisti ed abitanti, si spostano in bici con una pedalata che, in sei chilometri e meno di mezz’ora, unisce tre mondi diversi. Per scoprire le molte spiagge della zona, questa è la miglior scorciatoia. Che appunto da Levanto a Framura, la ciclabile sul mare è bella. Ma anche comoda.

Levanto a Framura, la ciclabile sul mare

Da Levanto a Framura, la ciclabile sul mare dove prima c’era il treno

 C’è chi la paragona alla High Line, la sopraelevata newyorchese dismessa e rinata a parco urbano in centro a Manhattan. Ma qui, tra gli ulivi cantati da Montale, scomodare la “grande mela” non serve: basta avere una bici munita di luce e, tutt’al più, un golfino per i tratti più ombreggiati in galleria. Perché il mare qui lo si respira anche da sottoterra: sotto le arcate ad ogiva c’è chi corre, chi pattina, chi pedala, chi si gode il fresco e l’alternanza di luce e ombra regalata dalle finestre nella roccia. La “terra” più lontana è Framura, una manciata di borghi appesi alla montagna: da Castagnola giù per Costa, Setta, Ravecca ed Anzo tutti scendono a mare lungo una “Creusa de ma” e l’appuntamento è per tutti alle spiagge Arena, Vallà o Torsei, davanti al porticciolo dove uno scoglio e una Madonnina riparano dai marosi. Qui c’è anche un avveniristico ascensore per i più pigri e da Levanto a Framura, la ciclabile sul mare conduce dritta alle arcate dove oggi ci si crogiola al sole o si gioca a calcio balilla fra le barche dei pescatori.

Levanto a Framura, la ciclabile sul mare

L’aperitivo alla Cueva  è un rito: “Era la grotta dove dormivano i pescatori per non tornare in montagna: il treno per distribuire il pesce nei paesi passava all’alba e non si poteva rischiare di perderlo”, spiega Carlo, cultore delle tradizioni locali. Meno di un chilometro e ci si può riposare nella caletta rocciosa di porto Pidocchio oppure sulla sabbia fine di Bonassola.

Da Levanto a Framura, la ciclabile sul mare per andare in cerca di sapori

Il paese, protetto dalle arcate del treno, è un susseguirsi di piazzette dove ancora si gira scalzi e i bimbi giocano a pallone. Di nuovo in sella, meno di tre chilometri ed ecco Levanto la “capitale” di queste terre: qui si può scegliere tra le onde buone per il surf e i fondali per i sub ma anche le colline più adatte a perdersi in quel “labirinto” – così lo hanno soprannominato – di sentieri e paesini che sono oggi il paradiso non solo per escursionisti e biker. Ma anche vignaioli. Come la famiglia Bertolotto: una vetrina in città dove fare acquisti e i vigneti di Bosco, Albarola e Vermentino dove lavorare sodo fin dall’alba. “Non è questione di campanile, ma rispetto al Cinque Terre Dop, il nostro Levanto Bianco Dop è meno secco; e facciamo pure un po’ di rosso!”, spiegano Mario e Santina.

Levanto a Framura, la ciclabile sul mare

In bici è meglio bilanciare i calici con un assaggio di focaccia, quella originale, solo farina, acqua, sale e ovviamente olio ligure da addentare bollente nei tanti forni del paese che ha conservato la sua tradizionale divisione in due, in un derby di arte e storia. C’è il borgo vecchio con il castello medievale e la chiesa di Sant’Andrea, la loggia del mercato e la torre dell’orologio e poi i vicoli Finollo e Paraxo che con via Guani e Garibaldi incorniciavano l’antico porto canale. “Eravamo gente di montagna: il mare una volta portava solo buriane di vento e pirati”, ripetono tutti. Eppure, sul lungomare trapuntato di ville e giardini, sembra impossibile che tutto quel blu possa far male.