Qui è nata la Nouvelle Cuisine ma il vanto locale sono i Bouchon, locali semplici e informali dove un tempo mangiavano per pochi franchi gli operai dei setifici si abbuffano di cervella e formaggio. Ma Lione, città del cibo e del vino, ha anche molto di più da offrire: il suo centro storico è Patrimonio mondiale dell’UNESCO con strade e tanti sono i monumenti tra cui passeggiare.

Per poi, con rinnovato appetito, fermarsi in uno dei mille splendidi locali per un assaggio. In più Lione ha puntato molto anche sulla cultura e negli ultimi vent’anni si è affermata come un centro culturale grazie ad una politica di investimenti coraggiosa e rivolta al futuro con decine di eventi internazionali (musica, teatro, danza, cinema) ogni anno.

Lione, città del cibo e del vino

Il rinnovamento di una città

Quello che si sta rivelando come il più evidente simbolo della nuova vocazione culturale di Lione è il progetto di rinnovamento della vecchia zona che ospitava il suo porto. Si chiama la Confluence e il nome è chiaro: era il punto di incontro dei fiumi Saona e Rodano – e per il suo sviluppo è stato preparato un progetto misto pubblico-privato da oltre tre miliardi di euro.

L’idea alla base dell’intervento è quello di raddoppiare le dimensioni del centro storico creando un quartiere moderno e a basso impatto che unisca stili e costruzioni diverse. Con antichi palazzi e moderni grattacieli uniti senza soluzione di continuità. Qui sorgeranno sedi di nuove società tecnologiche e negozi di tendenza, centri media e scorci che riprendono il passato di quella che fu un tempo la capitale della Gallia e che per secoli poi divenne la città più importante per la tessitura: Fino a quando, dopo la guerra, al traino della illuminata visione di Paul Bocuse si convertì nella seconda capitale di Francia dopo, ovviamente, Parigi. Stiamo parlando di Lione, città del cibo e del vino e la scelta era obbligata: quella della gastronomia.

Lione, città del cibo e del vino

Lione, città del cibo e del vino. Ma anche dell’arte

Il Musée des Confluences, è un fantascientifico edificio che rappresenta il cuore del nuovo quartiere e in un certo modo la risposta di Lione alla provocazione del Guggenheim di Bilbao. Estremamente visibile anche da lontano vuole diventare una sorta di emblema e di biglietto da visita.

Pare ci stia riuscendo. Dal momento della sua recente inaugurazione ha attirato centinaia di migliaia di visitatori incuriositi dalla sua raccolta di circa due milioni di oggetti di ogni tipo: da una mummia ultramillenaria a pezzi di rocce lunari. Insomma, è una struttura molto particolare, diversa dai classici musei, che raccoglie curiosità e affronta temi come l’evoluzione in un modo decisamente fantasioso e innovativo.

Lione,-città-del-cibo-e-del-vino---Affreschi

Volete qualcosa di più tradizionale? Non perdetevi allora il Musée des Beaux Arts. Siamo a Lione, città del cibo e del vino. Ma anche dell’arte e questo museo lo dimostra. E’ chiamato anche Piccolo Louvre per la grande collezione di artisti importantissimi che vanno da Rubens a Monet, da Picasso a Braque. La collezione è ricca abbiamo detto: ma a differenza dal Louvre si visita senza code, la tranquillità è assoluta e dopo la visita è imperdibile sostare un attimo nel bel cortile prima di una pausa per un caffè in un’accogliente brasserie che nulla hanno da invidiare a quelle celebri parigine.

Se invece i quadri li volete vedere passeggiando per Lione, città del cibo e del vino, non avrete altro da fare che seguire il percorso delle opere sparse per le strada dal gruppo CitéCréation. Si tratta di circa un centinaio di grandi dipinti murali sparsi per la città che raccontano per immagini la storia dei quartieri di Lione e dei suoi figli più celebri. Insomma, una guida colorata e grande come una parete.

Il museo dei tessitori

Il muro che illustra la storia dei Canuts (gli antichi tessitori di seta) nel quartiere di Croix-Rousse è stato il primo ad essere dipinto una trentina di anni fa e, cosa curiosa, periodicamente viene rivisto e arricchito. L’Affresco dei Lionesi invece riunisce in un solo quadro una trentina di nomi celebri nati qui: da citare tra gli altri lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry, i papà del cinema, ovvero i fratelli Lumière, il regista Bertrand Tavernier e il grande chef Paul Bocuse.

Lione da scoprire camminando nei  vicoli

Lo abbiamo detto: Lione, città del cibo e del vino. Ma non solo: anche della seta. In passato la città fu infatti una delle capitali della tessitura e per spostare le merci nel Medioevo si dovevano sfruttare anche i fiumi.

Ecco allora che i traboules, ovvero una enorme rete di vicoli coperti e scale collegate che portano a cortili e case sulle sponde del fiume furono la via utilizzata, nel quartiere di Croix Rousse, dai canuts (i tessitori di seta) per trasportare le loro merci senza bagnarsi. Purtroppo servirono anche più tardi per scopi assai più dolorosi: e alcuni divennero nascondigli e vie di fuga durante l’occupazione tedesca. La loro origine comunque era quella di costruire enormi depositi sotto le case per poi accedere alle rive e scaricare i battelli, immagazzinare le merci, potendo poi con ripide scale raggiungere le vie. Girando tra le traboules si possono trovare veri gioielli con volte acute e scorci suggestivi.

Ricordate che se non volete fare fatica questo non è il posto giusto: la città era costruita sul fianco di una collina e quindi spesso ci sono da affrontare lunghe scale: alcune come quelle nella zona di Lione Vecchia sono a chiocciola. Ancora oggi questi passaggi sono proprietà private anche se si possono esplorare. Ma mantenete un po’ di rispetto per chi li abita.

Lione, da vivere anche all’aperto

Un bel modo per conoscere la città è affittare una bici e percorrere il lungo fiume del Rodano. In breve arriverete al Parc de la Tête d’Or, un area verde molto piacevole e frequentata. Qui si trova un lago e vicino lo zoo ma nei dintorni anche il Museo d’Arte contemporanea ospitato in un edificio progettato dall’italiano Renzo Piano. D’estate poi ci sono anche piscine e aree per rilassarsi al sole.

Lione, città dei mercati

Abbiamo parlato del culto per il cibo:  e non è solo un modo di dire. Secondo le statistiche in questa città ci sono migliaia di ristoranti e la bellezza di quindici stelle Michelin. Ma il vero cuore goloso di Lione è il mercato coperto, ovvero Les Halles dedicate ora al grande cuoco Paul Bocuse.

E’ qui che ogni abitante della città viene per fare spesa sapendo che qui si trova di tutto. E della qualità migliore. Ci sono spazi per ogni tipo di alimento, dai formaggi alle carni e ai pesci e ci si può fermare per uno spuntino ma anche pranzare in veri locali raffinati. Scegliete secondo il vostro gusto: ma una sosta con le ostriche e un bicchiere di Macon non la dimenticherete facilmente. Il giorno migliore poi è la domenica: la gente è tanta e rilassata. E voi fare come loro. Godetevi Lione, città del cibo e del vino.

 

Alla scoperta dei bouchon

L’altra caratteristica imperdibile di Lione sono i bouchon: l’origine del nome è sconosciuta ma una cosa è certa. Qui un tempo venivano gli operai tessili che lavoravano nei setifici, la forza lavoro che ha regalato la ricchezza per secoli alla città. Ai canut era stato persino dedicato un piatto, la cervelle de canut, un formaggio fresco con aglio e erbette fini.

La cucina di questi locali, spesso assai semplice, si fondava su alimenti a basso costo come le interiora o i salumi e per tradizione erano a gestione familiare: l’uomo serviva il vino in sala mentre la donna cucinava pochi e semplici piatti. Oggi è ovviamente tutto cambiato e molti bouchon sono poco affidabili e turistici. Ma alcuni posti ancora sinceri ci sono: per trovarli seguite le indicazioni di una insegna che Gnafron, la maschera tipica della città, che indica gli “Authentiques bouchons lyonnais”. La città si vanta: Lione, città del cibo e del vino. Sta a voi scoprire quanto sia vero.