Qui ogni anno arrivano nove milioni di persone che si accalcano per vedere la Gioconda, la Venere e la Nike. E c’è solo un posto al mondo dove si concentra tanta bellezza: è nel museo del Louvre di Parigi. E non c’è altro da aggiungere. Questo spazio enorme e ricco di fascino e storia è infatti tra le primissime mete di chiunque arrivi nella capitale francese. Ed è giusto che sia così anche se questo, che è il museo più visitato al mondo è da molti ritenuto anche il più bello e importante, lascia però facilmente smarriti. Ché non è facile affrontare in un colpo solo tanti capolavori. E non uscire tramortiti dopo aver percorso chilometri tra trentacinquemila oggetti esposti (dei 380mila che compongono il fondo complessivo di cui 11.900 dipinti). Ecco perché è utile prepararsi una guida su cosa vedere al Louvre. Ricordando che comunque, per visitarlo tutto, occorrono diversi giorni. E scarpe buone.
La pianificazione attenta della visita, quindi, è fondamentale: scorri queste note, informati e decidi cosa vedere al Louvre per poi scegliere quella delle otto sezioni che più attira la tua attenzione e compiace i tuoi gusti. Ricorda che qui si spazia dall’arte antica, egizia, greca e romana, alla pittura del Rinascimento italiano e alle scuole spagnole, fiamminghe e ovviamente francesi. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Cosa vedere al Louvre: da fortezza a museo dei record
Il Louvre di Parigi fu originariamente costruito come fortezza intorno all’anno 1200 e fu ricostruito di nuovo intorno al 1650 come palazzo del re. Fu però nel 1793 che i rivoluzionari francesi, dopo aver cancellato la monarchia, decisero che questo dovesse diventare il primo museo nazionale francese. Ad accumulare il grosso delle opere furono Francesco I e Luigi XIV ma anche Napoleone, che era solito spogliare i paesi dove arrivava da conquistatore, contribuì in modo determinante a creare il museo che conosciamo. Ovviamente un simile numero di capolavori nascondono una infinità di storie.
Basti pensare, giusto per citarne una, che nel 1911 la Gioconda fa rubata da un impiegato del museo, Vincenzo Pietro Peruggia, che semplicemente la prese e la portò nella sua soffitta. Fu ritrovata dopo due anni e l’uomo si giustificò dicendo di volerla vendere agli Uffizi di Firenze per dare lustro all’Italia. Se fosse vero non si sa: ma gli fu concessa comunque l’infermità mentale.
Cosa vedere al Louvre: oltre la piramide
L’ingresso al Museo del Louvre di Parigi è una piramide di vetro, uno dei simboli più conosciuti della città tanto che è diventata un’attrazione turistica di per sé. E nessuno resiste ad un selfie davanti a questa struttura in vetro e acciaio.
Ci sono come abbiamo detto poi diverse sezioni che rappresentano le diverse anime delle collezioni: una volta scesi nella piramide arriverete a quella che si chiama Hall Napoleon da dove ci si può dirigere verso le tre principali ali del museo che portano ovviamente nomi importanti: quella dedicata a Richelieu, quella di Sully e quella intitolata a Denon. Il biglietto però è unico. Scegliendo Richelieu verrete portati immediatamente tra le pennellate dei pittori francesi, fiamminghi e nordici del periodo che arriva al XVII secolo ma con anche splendidi esempi di scultura.
Tra l’Oriente e la Grecia
L’ala Denon invece conduce ad un itinerario tra le arti antiche dell’Oriente e della Grecia, Romane ed Etrusche ma anche dell’Egitto e alla pittura italiana e spagnola. Quindi l’ala Sully, sempre per sommi capi, racchiude altre antichità greco-romane, egizie, mediorientali e disegni e incisioni.
Insomma, l’elenco di cosa vedere al Louvre è pressoché infinito: ecco perché si può solo provare a stilare una lista di cose imperdibili a cui dedicare una parte della visita. Prima di una doverosa sosta per rilassarsi in una delle tante brasserie della città.
Cosa vedere al Louvre: la Venere simbolo di bellezza
Partiamo da uno dei simboli dell’arte greca: la Venere di Milo, scoperta nel 1820 in un campo dell’isola delle Cicladi. Si trova nella stanza 7 dell’ala Sully e rappresenta un modello dell’ideale greco della bellezza ed arriva a noi dal 100 a.C..
E’ parzialmente mutilata ma resta uno dei grandi capolavori del periodo ellenistico: ciò che rende questa statua un capolavoro è la composizione equilibrata, il senso dello spazio e il modo in cui il drappeggio cade sui suoi fianchi. Alcuni credono che possa aver tenuto in mano una mela, uno scudo o una corona. Un’altra ipotesi è che la Venere sollevasse uno specchio per ammirare la propria bellezza.
Sua maestà la Gioconda
Non si può proporre una guida su cosa vedere al Louvre senza nominare la Monna Lisa, ovvero la Gioconda di Leonardo che si trova nella sala 6 dell’ala Denon. D’altra parte molti visitatori vengono al Louvre solo per vedere questo dipinto che è l’opera d’arte, probabilmente, più famosa del museo. Il risultato è che il piccolo dipinto, protetto da un foglio di plexiglass è perennemente circondato da una folla di turisti. E non è facile vederlo con calma. Per chi ama la storia: si ritiene che la donna ritratta sia Lisa Gherardini, moglie di un mercante fiorentino di nome Francesco del Giocondo. Ma di questo non v’è certezza.
Sempre rimanendo nel mondo magico dell’arte italiana non si può perdere il quadro di Paolo Veronese detto delle Nozze di Canaa che si trova nella sala 6 dell’ala Denon e occupa una intera parete della galleria, dal pavimento al soffitto. Veronese creò questo sontuoso dipinto nel 1553 a Venezia. La composizione raffigura la scena biblica della festa di nozze in cui Cristo compì il miracolo di trasformare l’acqua in vino.
Veronese ha creato una scena straordinaria composta da oltre 100 figure che appaiono disposte con una armonia unica e con una attenzione ai dettagli straordinaria. Il gioco più divertente è cercare le figure curiose come il nano, il pappagallo e un gatto che si aggira tra la folla.
Il capolavoro dell’Ellenismo: la Nike
La Nike di Samotracia è un capolavoro dell’arte ellenistica e si trova sulla Escalier Daru, una scala che porta al primo piano del museo. Scolpita intorno al 190 a.C, la dea della Vittoria alata fu trovata sull’isola di Samotracia ma gli storici credono che il monumento fosse un’offerta religiosa del popolo di Rodi in commemorazione di una importante vittoria navale. La dea è raffigurata come sulla prua di una nave che naviga attraverso forti venti e la la composizione ha un effetto a spirale che crea un senso di movimento, con le ali trattenute e la gamba destra posta davanti a sinistra. Una brezza sembra soffiare gli abiti tra le sue gambe, il che conferisce alla scultura uno straordinario senso di realismo.
Cosa vedere al Louvre: la casa di Napoleone
Siamo in Francia, a Parigi: possiamo dimenticare Napoleone? Certo che no. E quindi nella nostra lista dedicata a cosa per forza vedere al Louvre deve essere il quadro che racconta, appunto, “L’incoronazione di Napoleone” dipinto da Jacques-Louis David e che si trova nell’ala Denon nella stanza 75. La storia dell’opera è nota: Napoleone commissionò a Jacques-Louis David questo dipinto monumentale come testimonianza della sua cerimonia di incoronazione avvenuta nel maggio del 1804 dopo un colpo di stato deciso in seguito alle sue vittoriose campagne militari in Italia e in Egitto.
Il pittore partecipò alla cerimonia di incoronazione e quindi rappresentò l’evento con dettagli impeccabili ma lo scopo era anche un altro: trasmettere un messaggio simbolico e politico, glorificando Napoleone per dargli un posto unico nella storia. Un altro capolavoro di David si trova nella stessa stanza: è il celebre “Giuramento degli Orazi”, considerato uno dei manifesti Neoclassicismo pittorico.
La storia di Francia e Delacroix
Proseguiamo con un altro classico della storia dell’arte francese: ovvero il quadro chiamato “La libertà guida il popolo” di Eugène Delacroix (siamo nell’ala Denon nella stanza 77). Questo eccezionale dipinto illustra uno degli eventi più importanti della storia francese: la rivolta parigina del 27, 28 e 29 luglio 1830 nota come “I tre giorni gloriosi” quando i repubblicani hanno guidato una rivolta contro il governo della Seconda Repubblica colpevole, a loro dire, di aver violato la Costituzione.
La creazione di questa opera fu in pratica un atto patriottico, poiché Delacroix credeva appassionatamente nella causa repubblicana e utilizzò uno stile allegorico in cui la Libertà, rappresentata come una donna a seno nudo, tiene alta in mano una bandiera francese mentre i rivoluzionari marciano per le strade di Parigi in una scena di forte e drammatico realismo.
Di opere straordinarie al Louvre, lo abbiamo detto, ce ne sono tantissime. Ma probabilmente tra tutte le le sculture neoclassiche conservate nella galleria Pavillon de Flore il gruppo di Amore e Psiche di Antonio Canova è forse la più affascinante e romantica. Questa scultura è ispirata dalle Metamorfosi di Ovidio e rappresenta Psiche caduta in un sonno magico per avere bevuto una pozione. Amore si avvicina dolcemente a Psiche per baciarla e questa si sveglia e abbraccia languidamente Amore. Antonio Canova ha creato un pezzo pieno di emozioni, tipico della scultura neoclassica romantica ma con un realismo che lascia ancora oggi senza parole.
Cosa vedere al Louvre: il pizzo di Vermeer.
Non possiamo fermarci ancora. La nostra guida di cosa vedere al Louvre tra i capolavori da non perdere ci porta alla sala 38 dell’ala Richelieu dove si trova la Merlettaia di Jan Vermeer. Non a caso Renoir considerava questo come “uno dei dipinti più belli del mondo”. Il motivo del pizzo era spesso usato nei dipinti olandesi per simboleggiare le virtù femminili tradizionali e Vermeer amava dipingere scene di vita quotidiana raffigurando oggetti familiari in modo intenso. La giovane donna (molto probabilmente la moglie di Vermeer) è mostrata mentre è concentrata nel suo lavoro col merletto che rappresenta il punto focale dell’opera mentre gli altri oggetti sfumano. Anche Van Gogh ha elogiato questo dipinto per la sua miscela armoniosa di colori.
Arte italiana
Infine chiudiamo con un altro capolavoro dell’arte italiana che rientra per forza nella lista dedicata a cosa vedere al Louvre: si tratta dell’”Incoronazione della Vergine” del Beato Angelico che troviamo alla stanza 3 dell’ala Denon.
Guido di Pietro, detto il Beato Angelico, dipinse, tra il 1430 al 1432, questa eccezionale pala destinata ad uno degli altari del convento di San Domenico a Fiesole, fuori Firenze. Il tema dell’incoronazione della Vergine era molto comune nell’arte durante il 13 ° secolo ma la versione del Beato Angelico è unica grazie ad un uso attento dei colori. Un dettaglio da notare: Cristo è mostrato seduto sopra la moltitudine su un trono cui si accede da gradini di marmo. Notate come il pittore dipinse i nove gradini di marmo in diversi colori.
Il nostro piccolo viaggio finisce qui. Le opere del Louvre invece continuano. Per vederlo tutto, lo ripetiamo, servirebbero giorni. Ma di fronte a tante bellezze sarebbe un peccato fermarsi e non proseguire. Se poi volete sapere come evitare le code, come scegliere gli orari migliori e dove concedervi una sosta per uno spuntino cliccate qui. E Parigi vi svelerà una delle sue tante meraviglie.
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