Una barriera di cemento e filo spinato di centocinquantacinque km di lunghezza con 300 torri e 20 bunker che per 28 anni ha diviso in due una città. Anzi, due mondi. Provocando anche oltre 150 morti mentre una generazione ha vissuto straziata, divisa. Sconfitta. Parlare ora del Muro di Berlino, nella ricorrenza della sua caduta, vuol dire partire da questi numeri e da questo dolore. Sapendo che di tutto quello che stiamo dicendo molti, i più giovani certamente, sanno poco e che il muro di Berlino oggi sopravvive solo in piccoli tratti. E che la sua memoria va conservata.

Ma una visita alla capitale tedesca non può essere neppure pensata senza dedicare qualche ora a quello che resta del muro di Berlino oggi. Vagando per i luoghi che sono più di un museo a cielo aperto. Ma un monito, un memoriale e un ricordo da tenere vivo.

Muro di Berlino oggi

Il Muro di Berlino oggi: la East Side Gallery

Il punto più celebre adesso di quello che fu il Muro per antonomasia è la East Side Gallery, lunga più di un chilometro sulla Mühlenstrasse, accessibile sia da Warschauer Strasse che da Ostbanhoff,  sulla riva del fiume Sprea. Ed è, di fatto, la galleria d’arte più lunga al mondo, in una città di grandi musei, mentre dall’altra parte della strada c’è la più grande arena di Berlino, la Mercedes Benz Arena, utilizzata per molti eventi che vanno dalle partite di hockey su ghiaccio ai concerti delle star del rock.

Questo pezzo di muro era praticamente ai confini del settore sovietico e americano, accanto all’Oberbaumbrücke, uno dei ponti storicamente più importanti. L’accesso attraverso questo valico di frontiera era limitato ai cittadini di Berlino Ovest, a differenza di alcune altre aree aperte anche ai cittadini della Germania orientale. Il ponte è ciò che separa i quartieri di Kreuzberg e di Friedrichshain. E ai tempi del Muro di Berlino era una differenza fondamentale: Friedrichshain era Est mentre Kreuzberg respirava il vento dell’Ovest.

Poco dopo la caduta della separazione tra le due parti di Berlino, 118 artisti provenienti da 21 paesi hanno deciso di partecipare alla creazione della East Side Gallery, contribuendo ciascuno con una propria opera. Attraverso i loro dipinti, che sono ben di più di graffiti ma veri e propri esempi di street art, questi artisti hanno voluto raccontare il proprio mondo e le proprie ispirazioni raffigurando eventi e sensazioni legate a ciò che è accaduto tra l’inizio del 1989 e la fine del 1990. E ancora oggi più di di 100 opere d’arte splendono nella East Side Gallery.

Il bacio e la Trabant

Alcune di queste opere sono famosissime: basti pensare al celebre murale di Dmitri Vrubel che raffigura l’ex segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, Leonid Brezhnev che bacia il tedesco Erich Honecker. Definitivo il titolo: “Mein Gott hilf mir, diese tödliche Liebe zu überleben”, che si traduce con “Mio Dio aiutami a sopravvivere a questa storia d’amore mortale“. Celebre anche il murale di Birgit Kinder che rappresenta una Trabant, l’auto più popolare nella Germania Est che attraversa il muro.

Per raggiungere la East Side Gallery con la metro le fermate più vicine sono quelle di Ostbahnhof oppure Warschauer Strasse.

Per visitare il Muro di Berlino oggi un altro luogo simbolo è Checkpoint Charlie. E lo era anche all’epoca della Guerra Fredda quando questo era il punto di passaggio più importante tra Est e Ovest. Si trova al numero 43 di Friedrichstrasse e si raggiunge con le fermate Kochstr./Checkpoint Charlie o Stadtmitt.

Nel cuore della Guerra Fredda questo luogo iniziò con una semplice baracca in legno che fungeva da confine e questa era l’unica porta attraverso cui la Germania dell’Est consentiva ai diplomatici alleati, al personale militare e ai turisti stranieri di passare nel settore sovietico di Berlino. Dalla parte all’Est poi la zona di controllo era molto più incombente con torri di guardia e zone di osservazione e perquisizione.

La storia di Checkpoint Charlie

Qui avvennero roccambolesche fughe (poche) e tesi scambi di prigionieri (parecchi) oltre a episodi che, solo per caso, non si sono trasformati in combattimenti veri e propri: il 22 ottobre 1961 il diplomatico americano Allan Lightner tentò di passare attraverso Checkpoint Charlie per andare ad assistere ad uno spettacolo all’Opera di Berlino Est. Fu bloccato dai soldati e riusci a passare solo quando si fece accompagnare da marines armati.

Pochi giorni dopo i carri armati russi e quelli americani si sfidarono per quello che fu uno dei momenti più tesi della Guerra Fredda e proprio qui, nel 1962 e nel 1974, due persone rimasero uccise durante un tentativo di passare il muro. Uno dei due, Peter Fechter, aveva appena diciotto anni.

La zona del muro di Berlino oggi intorno a Checkpoint Charlie è del tutto cambiata. I palazzi intorno sono stati abbattuti, la terra di nessuno è piena di case e negozi e ora nel punto dove spiccava la scritta multilingue “State per lasciare il settore americano“ c’è un fast food. Insomma, il luogo del dramma è diventato una specie di parco giochi con personaggi in divisa che si mettono in posa per i selfie dei turisti. E per chi arriva forse si nota anche una certa mancanza di rispetto.

Molto più toccante ed emozionante è invece la visitatore al Memoriale del Muro di Berlino che si trova in Bernauer Strasse, la via che è stata per decenni il simbolo della divisione e della follia del Muro. Il confine formato dal muro correva infatti in questa strada che separava due quartieri come Wedding e Mitte. Una separazione surreale: gli edifici sul lato sud erano parte di Berlino Est, quelli affacciati sul marciapiede di fronte erano parte dell’Ovest.

Il Muro di Berlino oggi: le fughe dal tetto e sottoterra

Qui sono state scattate foto diventate icone con persone che cercano di fuggire calandosi dai tetti o saltando il filo spinato e qui ci sono state molte vittime ma stranamente è stato anche il simbolo della caduta del Muro di Berlino: nella notte tra il 10 e l’11 novembre 1989, i primi segmenti del Muro furono abbattuti proprio tra Bernauer Strasse e Eberswalder Strasse.

Lungo il percorso ci sono bacheche e foto che mostrano come era la vita ai tempi del Muro ma soprattutto qui si trova il monumento più emozionante: si tratta dell’unico pezzo di Muro rimasto come era con le barriere di cemento, il tratto di terra di nessuno, le torri di guardia e che fa capire come doveva essere la vita oltre quel confine.

Di fronte si trova il centro per i visitatori, al civico 119 di Bernauer Strasse, inaugurato nel 2009, che fornisce informazioni e spiegazioni sulla storia anche grazie a foto, video e toccanti testimonianze sulla vita di chi il muro lo ha passato e chi invece è morto. C’è una torre che permette di vedere la zona del Muro conservata e per terra segni che mostrano dove passavano le barriere e altre che mostrano il percorso dei tunnel scavati dalle persone per fuggire. Oltre alle foto dei caduti che colpiscono sullo sfondo dei pali rossi che fanno rivivere The wall.

Poco più avanti, nella stazione della metropolitana di Nordbahnhof, si può vedere una mostra che racconta come anche sottoterra il Muro continuasse e come alcune stazioni divennero stazioni fantasma nell’epoca della separazione.

Muro di Berlino oggi

I pezzi del Muro in Potsdamer Platz

Anche nella celebre e centrale Potsdamer Platz ci si può fermare per conoscere il Muro di Berlino oggi e quello che è stato. Qui si trovano i segni di come le barriere attraversassero la città con il loro assurdo zigzag di metallo e cemento. Sul marciapiede spiccano delle lastre di cemento che sostengono anche delle tabelle che forniscono informazioni su dove è possibile trovare le poche parti rimanenti del Muro di Berlino, come la torre di guardia vicino al Parco Treptower.

Infine l’ultima traccia di dove fosse il confine e  il Muro di Berlino  si scopre guardando a terra dove il Senato di Berlino ha lasciato un segno concreto: lungo le strade e le piazze ci  sono blocchi di granito che mostrano il tracciato de Muro. Perché nessuno possa mai dimenticare.