Un certo Cicerone, che arrivò da queste parti molti secoli fa, si sbilanciò dicendo che era la città più bella del mondo. Se sia vero non osiamo dire: ma che sia ancora splendida è certo. E le cose da vedere a Siracusa sono tante. Tutte insieme formano un quadro unico che unisce la Grecia e il Nordafrica, la Spagna e l’Italia, dando vita ad un ricco concentrato di Sicilia. E un perfetto mix di Mediterraneo.

Cosa vedere a Siracusa, simbolo del Mediterraneo

Una straordinaria combinazione che si coglie appieno arrivando nel suo quartiere più speciale: Ortigia, il cuore della città, il suo centro storico racchiuso in questa isola dove la storia si tocca passeggiando. Qui la cosa migliore da fare e lasciare andare le gambe e alzare gli occhi per farsi prendere dall’atmosfera unica delle sue strade medievali intervallate da siti archeologici e punteggiate da palazzi e chiese barocche.
I restauri fatti con amore hanno fatto tanto ma  alcuni  mostrano ancora gli sgarbati segni del tempo. E altre che paiono proprio abbandonati con balconi fatiscenti e finestre da cui, oltre il tetto smangiato, si vedono scorci di cielo.

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Ortigia e i suoi tre ponti

Ortigia è unita alla terraferma da tre ponti. Il ponte centrale, Ponte Umbertino, prosegue l’ampio Corso Umberto, una delle arterie principali della città nuova. Mentre nel centro storico, il benvenuto lo danno pietre del passato.
Appena entrati sull’isola come vi dirà qualunque guida di Siracusa, infatti, si incontrano, da una parte il suo antico mercato e dall’altro le maestose rovine del Tempio greco di Apollo oltre il quale, proseguendo, si arriva in piazza Archimede con la sua fontana che rappresenta una ninfa. Da queste parti le leggende sono di casa. E le cose da vedere a Siracusa ancora tante.

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Percorrendo via Cavour, infatti, una stretta via fiancheggiata da alcuni locali e parecchi negozi si sbuca infine in piazza Duomo. E qui dare ragione a Cicerone viene facile.
Si tratta di una grande piazza circondata da edifici imponenti di pietra chiara come il palazzo Senatorio, oggi sede del Municipio, il  palazzo Beneventano del Bosco e il palazzo Vescovile. Voi fermatevi in un tavolino di un bar per un caffè o una granita e riempitevi gli occhi di bellezza.

Il tempio di Atena diventato duomo

Davanti a voi, tra l’altro, spicca poi il Duomo che, dettaglio non banale, nell’antichità era un tempio dedicato ad Atena. E per un periodo fu anche moschera. Questo fa capire la stratificazione di storie e vicende. La cattedrale nacque intorno alla originaria struttura del tempio, incorporando le sue colonne del settimo secolo e fu poi dedicata alla Natività di Maria Santissima. Le colonne doriche che si affacciano su via Minerva contrastano con la facciata barocca e le statue degli apostoli Pietro e Paolo.

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All’interno poi la struttura originaria fu stravolta per dare vita a tre navate che sfruttano ancora la cella della dea e le colonne. E l’ingresso spostato. Infine ci si mise la terra a dare la propria firma: dopo il terremoto del 1693, Andrea Palma costruì la facciata barocca ma di alcune delle sue aggiunte oggi si è perso la memoria dopo i restauri del 1927.
Il risultato è una compresenza di antichità greca, di parti normanne e affreschi rinascimentali. E pure di aggiunte nate dalla devozione popolare che qui venera la patrona Santa Lucia.

La storia e i musei di Siracusa

Abbiamo parlato di resti antichi. E allora tra le cose da vedere a Siracusa non si dovrebbe perdere una visita al museo Archeologico regionale Paolo Orsi, ospitato nella villa Landolina. Si tratta del secondo museo archeologico più importante nell’isola, dopo quello di Palermo.
Le sue collezioni vanno dalla preistoria all’epoca bizantina con particolare interesse per quelle di epoca classica. Si trovano pezzi molto interessanti con vasi, reperti dell’età del bronzo, armi trovate nella vicina necropoli di Montagna e informazioni sulla colonizzazione greca.
Un’intera sezione è dedicata ai modelli di templi siracusani, con filmati dettagliati e manufatti tra cui statue perfettamente visibili e conservate.

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La guida di Siracusa: la fonte della ninfa

Ritorniamo poi all’esterno, a percorrere le vie dell’Ortigia andando verso la punta dell’isola dove, lungo il tragitto, si arriva ad uno dei simboli della città: la Fonte Aretusa. Si tratta di una sorgente d’acqua dolce la cui storia risale ai primi colonizzatori greci.
Secondo la mitologia, la fonte è un’incarnazione della ninfa Aretusa, trasformata in un corso d’acqua dalla dea Artemide per sfuggire alle attenzioni di un corteggiatore indesiderato.
Circondata da alti muri di pietra ombreggiata da da papiri importati dall’Egitto, la sorgente è un classico punto di soste nella passeggiata di Ortigia che si conclude al Castello Maniace.

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Il castello di Ortigia

Si tratta di un forte che risale al XIII secolo sorto dove, da sempre, erano state poste difese sulla baia e sull’isola. L’attuale forte fu costruito per ordine di Federico II e prende il nome da Giorgio Maniakes, un generale bizantino. La visita è interessante perché conduce attraverso i vari anelli di difesa, fino a raggiungere il cuore del complesso; una piazza con torri angolari rotonde.

In mostra all’interno del castello c’è una copia di una grande statua di bronzo di un ariete. L’originale si trova nel Museo archeologico di Palermo ed era una di una copia, risalente alla Siracusa greca o romana, che un tempo sorvegliava il castello.

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Il teatro e le altre meraviglie

A questo punto è doverosa una sosta in uno dei migliori ristoranti della città per assaggiare la ricca gastronomia di Siracusa. Anche perché la seconda parte della visita sarà molto ricca. E ci porta allo splendido parco archeologico di Neapolis. Dove, tra le cose da vedere a Siracusa, il teatro greco è il fiore all’occhiello.

Si tratta di uno dei più belli e grandi del mondo che rivaleggia con quelli di Delfi e Epidauro. Tagliato direttamente nella roccia, intorno al 460 a.C. da un costruttore di nome Demokopos, è stato ampliato e modificato più volte nel corso dei secoli, ed è ancora in uso oggi. Qui vengono rappresentati spettacoli greci ricordando che qui furono eseguite per la prima volta opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide.

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Siracusa e la Latomia del Paradiso

La profonda cava a est del teatro è chiamata la Latomia del Paradiso ed è un luogo tranquillo e verde, avvolto dal profumo dei limoni. Il punto più celebre e fotografato è l’enorme grotta chiamata Orecchio di Dionisio. Sembra sia stato Caravaggio a coniare il nome che, tanto per cambiare, si lega ad una leggenda. Dioniso era un antico sovrano che avrebbe origliato da qui i dialoghi dei suoi prigionieri grazie alla perfetta acustica della grotta.
Proseguendo oltre la Latomia, uscendo dal parco e seguendo via Romagnoli, si arriva ad una necropoli con tombe scavate nella roccia tra cui, una più grande, che secondo la tradizione sarebbe il luogo di sepoltura di Archimede. Che in realtà fu sepolto ad Agrigento.

Le cose da vedere a  Siracusa: ecco l’anfiteatro romano

Ma non è finito: sempre fuori dall’area del parco ma unito da un unico biglietto si arriva all’Anfiteatro Romano, del terzo secolo, ricavato dalla roccia esistente, con ingressi alle due estremità. Sotto la prima fila di posti a sedere c’era una passerella per i gladiatori e gli animali selvatici usati nelle competizioni.

L’arena originale era in blocchi di pietra ma fu completamente smontata dagli spagnoli e il materiale usato per costruire le mura intorno alla città vecchia. Oggi è per lo più coperta di verde e le rovine regalano scorci suggestivi. Quando i gruppi di turisti se ne vanno sembra di essere tornato al tempo delle ninfe e degli eroi.