Tanto lo sai: New York ti sorprende. Stai passeggiando lungo una piacevole strada circondata da piccole, graziose case di pietre marroni quando giri l’angolo: e improvvisamente, tutto intorno cambia e ti trovi smarrito come una formica in un canyon di grattacieli oppure spedito di colpo in India, circondato da ristoranti da cui esce penetrante profumo di spezie dove uomini dalla faccia seria ti invitano ad assaggiare il loro curry.
New York è una città dalle molteplici personalità e dai mille volti e basta poco, lo spazio di un isolato, per passare da un contesto elegante a uno molto più malmesso, dalla archeologia industriale alle atmosfere chic. Dal tipicamente a stelle e strisce a ambienti che paiono esotici. Ecco perché New York è sicuramente da vedere per i suoi musei, per le cose straordinarie che si possono scoprire in 48 ore di folle visita turistica ma anche solo camminando per le sue strade. Che pure a poca distanza tra loro sono assai diverse. L’esempio più evidente è il Downtown di New York: dove troverai un concentrato di Grande Mela.
Downtown di New York: partiamo dal paradiso del dollaro
Una visita nella zona di Downtown di New York parte per forza di cose da paradiso del dollaro, ovvero dal distretto finanziario. Questa è una buona zona per andare per musei e siti storici (come il Memoriale e il Museo dell’11 settembre) e per scoprire le architetture ma anche per avere un comodo accesso a Ellis Island, alla Statua della Libertà e al Ponte di Brooklyn. In compenso se cercate vita notturna e ristoranti di tendenza andate altrove.
La zona che si trova a sud di Chambers Street è quella dove è nata New York. Che poi sarebbe quella che un tempo fu New Amsterdam. Si tratta di un’area che ha lo stesso valore storico delle aree coloniali di Boston e Philadelphia: è qui infatti, a Wall Street, che George Washington ha prestato giuramento come primo presidente americano e fu qui, alla Fraunces Tavern, che i Figli della Libertà si riunirono per complottare l’indipendenza dagli inglesi. Fu ancora qui intorno, a Castle Clinton e poi a Ellis Island, che milioni di immigrati inondarono la città nei secoli XIX e XX scoprendo per la prima volta l’immagine, diventata icona, di quella che per tanti fu la terra promessa.
I grandi squali della finanza con il tempo hanno fagocitato questa fetta di Downtown di New York – e continuano a farlo nonostante crisi e crac storici – e una visita a questi canyon di avidità e potere all’inizio della giornata o intorno alle 17, quando gli uomini in cravatta e le donne in tailleur e smania di arrivare si riversano sulle strade, è uno spettacolo emozionante.
La tragica storia di Ground Zero
Ci si rende conto di essere dove le cose accadono. Anche quelle che ci spaventano. Questo vale in molti sensi: la storia recente ha infatti acceso i riflettori sui grattacieli della parte sud di Manhattan e per molti visitatori questo è diventato semplicemente il luogo dove ricordare i caduti di Ground Zero rendendo omaggio al Museo e al Monumento dell’11 settembre. Altri importanti musei della zona sono quelli dedicati agli Indiani d’America e il Museo del patrimonio ebraico.
Downtown di New York: Chinatown & Little Italy
Si viene da queste parti per cercare ristoranti a basso prezzo e negozi economici. E se cercate tranquillità e musei proseguite verso nord. La zona di Chinatown è grosso modo compresa tra Broome Street a nord, Allen Street a est, Worth a sud, e Lafayette Street a ovest e per molti aspetti evoca, come il nome indica, più Shanghai che America. Qui ci sono folle per strada, vetrine con gli ideogrammi, gli schiocchi della lingua cinese e si tratta di un’area che si espande e che ha colonizzato quelli che un tempo erano Little Italy e il Lower East Side ebraico.
Infatti, ad eccezione di due isolati di Mulberry Street (da Canal a Broome), con le sue luci colorate, la Little Italy ha smesso di esistere già da tempo ed è in realtà solo una trappola per turisti in cerca di un passato che non c’è più. Ci sono una manciata di posti che resistono dove ancora si trova cibo italiano, se siete in astinenza di un vero gelato o di un caffè italiano, ma non ci sono ristoranti degni di nota e pochissimi veri italoamericani in giro. Quelli li potrete trovare in altri distretti della città. Per la maggior parte, i ristoranti economici e i negozi sono ormai tutti in mano ad asiatici. E se cercate suoni di mandolino e vecchie canzoni preparatevi a sonore disillusioni.
Downtown di New York: ecco TriBeCa, Nolita e Soho
Abbiamo parlato di dollari e immigrati: ora parliamo di locali alla moda, vip a passeggio e shopping. Le gallerie di moda no: quelle sono a Chelsea. Ma partiamo dai nomi: SoHo significa a sud di Houston Street. Questo quartiere alla moda si estende fino a Canal Street, tra la Sixth Avenue a ovest e Lafayette Street (un isolato ad est di Broadway) a est. Nolita è l’area appena a nord di Little Italy (Mott, Mulberry Street e Elizabeth Street a nord di Kenmare Street). Confinante con il fiume Hudson a ovest, l’area a nord di Chambers Street, a ovest di Broadway e a sud di Canal Street è il Triangle Below Canal Street, o TriBeCa. Per arrivare qui, prendi la 1 metropolitana fino a Chambers Street.
Ora che ci siamo tolti di mezzo il discorso di cosa accidenti significhino quelle sigle arriva il compito più difficile: spiegare perchè questa zona fatta di case di mattoni rossi e vecchie fabbriche piaccia così tanto ai ricchi e perché sia così’ di moda. Di sicuro un tempo i soliti ricchi e famosi non non avrebbero voluto lavorare o vivere in questa zona della Downtown di New York ma ultimamente queste aree precedentemente industrializzate e più popolari sono diventate terribilmente trendy.
La conseguenza è ovvia con la calata di nuovi ristoranti, boutique, centri benessere e zone per lo shopping: una evidente esplosione dei costi. Per chi come noi arriva da lontano però tutto ciò regala una specie di parco giochi urbano dove girovagare per strade (spesso) acciottolate circondate da vecchi edifici in ghisa (Soho ha la maggior parte di questo raro tipo di edifici al mondo). E spesso incontrare facce note.
Downtown di New York: andiamo nel Lower East Side e East Village
Per molti questo è il vero volto di New York con la sua grande offerta di ristoranti, bar, club e posti dove ascoltare la musica, gallerie d’arte, teatri d’avanguardia e negozi di stilisti tutti da scoprire. Eppure non si sbaglia, perché questa zona della Downtown di New York, tra Houston e le strade a est della Bowery, furono per un secolo la porta dell’America. In effetti, gli edifici che vedete sul Lower East Side furono costruiti appositamente per ospitare le masse brulicanti di immigrati che si riversarono a New York tra il 1840 e il 1930.
All’inizio del secolo scorso, questa era la zona più densamente popolata del mondo, con case affollate come formicai e carretti e persone che riempivano le strade ad ogni ora. Da allora tutto è cambiato e ora queste strade sono per lo più conosciute oggi per bar, lounge e club musicali. È in questi due quartieri che è più probabile trovare giovani designer che aprono i loro minuscoli negozi e i protetti dei grandi chef della città che provano i loro piatti in ristoranti destinati a diventare di moda.
Downtown di New York: ecco il Greenwich Village
E poi arriviamo al Greenwich Village, uno dei quartiere più celebri del Downton di New York. E se ne spiega facilmente la ragione. Qui si viene per passeggiare e mangiare in ristoranti di moda, per comprare il cibo – possibilmente etnico e bio– per godersi le belle strade e sentire musica dal vivo. In compenso gli hotel non sono molti e spesso il rapporto qualità-prezzo non è ottimale. Per orientarci sulla cartina questo quartiere si trova da Broadway ovest al fiume Hudson, delimitato da Houston Street a sud e dalla 14th Street a nord
Il Greenwich Village è sempre stato il luogo in cui gli estranei e i più stravaganti abitanti della città hanno trovato un rifugio. Nei tempi coloniali olandesi, si trovavano terreni agricoli fuori dalle mura della città, e un certo numero di schiavi ottenne la libertà in cambio del loro lavoro. Che poi permetteva di rifornire di cibo i coloni che in più li sfruttarono per la guerra ai nativi americani.
Questo in passato: all’inizio del XX secolo, l’area divenne nota come una sorta di enclave bohémien, dove artisti di ogni tipo, da Mark Twain a Edgar Allan Poe, trovarono alloggio a basso costo e la compagnia di persone con lo stesso stile di vita. Fu poi sempre così: negli anni ’50 divenne il cuore del movimento Beat mentre negli anni ’60 e ’70 l’area intorno a Christopher Street si trasformò nel luogo dove iniziò il neonato movimento per i diritti degli omosessuali. E qui negli anni ’80 e 90 si pagò un pesante tributo alla epidemia di Aids.
Il Village, zona di moda e dei soliti Vip
Oggi gli alti prezzi degli immobili hanno tolto buona parte del fascino di villaggio alternativo al Village ed è più probabile vedere dei papà con i passeggini piuttosto che dei poeti con i capelli lunghi che camminano per queste strade. Tra l’altro uno di quei papà potrebbe essere Alec Baldwin o una delle tante celebrità che hanno scelto come abitazione le case di mattoni scuri ombreggiate dagli alberi che rendono particolare l’atmosfera di questa fetta della Downtown di New York.
Ma il fascino dell’area è ancora intatto, così come regge l’illusione di essere entrati in un’altra città: pochissimi edifici nel quartiere raggiungono i 10 piani di altezza (la maggior parte sono molto più bassi, quasi fosse un quartiere residenziale europeo) e piccoli negozi vincono sugli shop tutti uguali delle catene. È un posto meraviglioso in cui semplicemente entrare e perdersi prima di puntare a Midtown pensando che è vero: New York ti sorprende. Tanto vale lasciarla compiere ogni volta la sua magia.
Scopri altre idee di viaggio
Prepara le valigie e tuffati nel mondo di TRAVELFAR