Guida di Parma: le chiese, i borghi e i monumenti
Il punto di partenza per andare a vedere Parma è sua piazza Duomo: il cuore religioso della città e forse il suo gioiello più prezioso. La piazza, su un lato, ospita la cattedrale, dall’altro il palazzo vescovile e, di fianco al Duomo, il battistero. Sia sotto il sole feroce dell’estate e nella foschia dell’inverno arrivando in questa piazza il batticuore è assicurato. Il monumento simbolo di Parma, la cattedrale, fu costruita nel 1074 ed è uno dei più begli esempi di architettura romanica nel nord Italia. La sua magnifica cupola è ricoperta di affreschi del Correggio, un capolavoro che da solo merita la visita.
La cattedrale dedicata all’Ascensione
La sua grandezza è sconvolgente e resta uno dei grandi esempi di arte rinascimentale: rappresenta l’Ascensione di Maria in cielo e per farlo usa un vortice di corpi e immagini straordinario e per l’epoca quasi scandaloso. Tanto che qualcuno scrisse che Parma fu per il Correggio quello che per Raffaello fu Roma. Inoltre, all’interno della cattedrale si possono ammirare anche altre affreschi realizzati dagli artisti più rappresentativi del Rinascimento italiano come il ciclo affrescato da Lattanzo Gambara o il grande Cristo in gloria di Gerolamo Mazzola Bedoli. Questa la pittura: ma poi c’è un capolavoro dell’arte gotica come la Deposizione di Benedetto Antelami. Risale al 1178 ed è un bassorilievo: ma ancora oggi colpisce per la sua forza.
Il battistero: rosa e ottagonale
La guida di Parma ci suggerisce, quindi, di spostarci di qualche metro ed entrare nel Battistero. Ma già da fuori colpisce per la sua perfetta eleganza. E’ un edificio ottagonale in marmo rosa costruito tra il 1196 e il 1216 ed è uno dei simboli della città oltre ad essere il considerato il punto di congiunzione tra il periodo romantico e il primo gotico. Maestoso per altezza, con quattro ordini di logge, si affaccia sulla piazza con portali scolpiti che raccontano la storia della Bibbia e in maniera simbolica vicende del Vangelo. Il più importante è quello della Vergine da cui entrava il vescovo e che porta “la firma” dell’Antelami: sulla trave c’è inciso “scultur Benedictus” e la data di inizio dell’opera. All’interno poi cicli pittorici e soprattutto delle sculture attribuite al solito Antelami che rappresentano i mesi e le stagioni.
Di fronte, sull’altro lato della piazza, c’è il museo Diocesano – che ospita anche la biglietteria per visitare il battistero – che anche attraverso una discesa nei sotterranei della piazza consente un viaggio nella storia della città con un percorso nelle vicende di Parma dall’epoca della fondazione da parte dei Romani arrivando alla fase de Medioevo. Oltre a raccontare le vicende della cattedrale e di alcuni suoi monumenti.
Il monastero di San Giovanni e la sua cupola
Alle spalle della Cattedrale sorge la chiesa di San Giovanni che fa parte dell’omonimo monastero che oltre alla chiesa comprende anche una storica spezieria e un convento sorto nel 980 su resti preesistenti dedicati a San Colombano, il fondatore di Bobbio. Dopo un incendio la chiesa venne ricostruita intorno al 1490 e, oltre a diverse opere importanti, ospita la seconda grande cupola affrescata dal Correggio nel 1520. La decorazione rappresenta la Visione di san Giovanni, e in alcuni punti paiono evidenti gli influssi dell’opera di Michelangelo nella Cappella Sistina. Ai lavori partecipò anche un giovane pittore destinato, in seguito, alla fama; il Parmigianino.
Un teatro e un museo unico: cosa vedere nel palazzo della Pilotta
Proseguendo la guida di Parma la tappa successiva deve per forza essere al palazzo della Pilotta che risale al XVI secolo e che prende il nome dal gioco della pelota. Nei suoi cortili, infatti, giocavano i soldati mentre oggi, pur dopo i danni dovuti alle bombe della guerra, si proteggono grandi tesori. Le grandi mura di mattoni, alternati a enormi cortili lastricati, contengono la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo Archeologico e anche il teatro Farnese: è interamente in legno e fu voluto in quella che era prima una sala per l’addestramento alle armi dal duca Ranuccio I Farnese nel 1617: dove servire per lasciare a bocca aperta il granduca di Toscana, Cosimo de Medici di passaggio per Parma.
Cosa vedere a Parma: i segreti del palazzo della Pilotta
Il viaggio non avvenne e così fu usato poche volte per spettacoli di corte grandiosi tra cui battaglie navali. Un dettaglio: si trova al primo piano del palazzo e per le naumachie occorreva allargarlo. Si intende con le tecnologie del 1600. Ora fa parte del percorso della Pinacoteca nazionale ed è ai primissimi posti della lista di cosa vedere a Parma. Solo molto raramente oggi ospita spettacoli. Ma sedetevi in silenzio ad ammirarlo: lo spettacolo è proprio il teatro.
La guida di Parma poi prosegue: e la Pinacoteca nazionale merita una lunga visita. Ospitata nel Palazzo della Pilotta raccoglie ciò che resta della grande collezione dei Farnese più altri capolavori aggiunti in seguito anche grazie a Maria Luigia, moglie di Napoleone e duchessa di Parma. Tra i capolavori al primo posto la delicatissma Scapiliata di Leonardo da Vinci ma anche la Schiava Turca di Parmigianino e diverse opere di Correggio. Poi da citare, la Guarigione del cieco di El Greco e il ritratto di Paolo III Farnese di Sebastiano del Piombo ma anche opere di Beato Angelico, Canaletto, Guercino, Tintoretto, Carraci e importanti sculture.
Guida di Parma: il museo della moglie di Napoleone
Vogliamo andare a scoprire le altre cose da vedere a Parma? Nessun problema: bastano pochi passi e ci sono altre perle. Di fronte al palazzo della Pilotta, oltre il grande spazio verde creato dai bombardamenti e oltre il monumento dedicato a Giuseppe Verdi ecco il museo Glauco Lombardi.
Si tratta di un museo molto particolare che rende omaggio alla duchessa di Parma: questo spazio, infatti, espone una prestigiosa collezione di oggetti storici riguardanti la duchessa austriaca Maria Luigia. Detto così può sembrare poco ma stiamo parlando della moglie di Napoleone Bonaparte e appunto, dopo il congresso di Vienna, signora della città. La collezione, frutto del lungo lavoro del collezionista Glauco Lombardi raccoglie cimeli, lettere, oggetti e moltissime curiosità riguardanti il Ducato di Parma e la sua duchessa. Ed ecco allora il manto di Maria Luigia ma anche gioielli, biglietti autografi e molti pezzi unici.
Vedere a Parma: la culla del melodramma
Questo serve anche a capire quello che ogni guida di Parma vi confermerà: che la città di oggi nasce da quella che la Duchessa, molto amata, ha voluto e immaginato allora . Una ulteriore prova, se servisse, si trova poco lontano: ed è il celebre teatro Regio, uno tra i più importanti teatri di tradizione nel nostro paese. Fu voluto, in stile neoclassico, dalla duchessa che sentiva che il vecchio teatro era piccolo e sorpassato e il progetto, nel 1821, fu affidato all’architetto Bettoli. L’inaugurazione arrivò 8 anni dopo con una opera di Bellini e consacrò questo come uno dei templi del melodramma. Oggi è considerato uno dei teatri lirici più importanti d’Italia e ospita, oltre la stagione lirica, anche il Festival dedicato a Giuseppe Verdi, nato in provincia a Busseto, oltre ad eventi, concerti e balletti.
Stanchi di vedere Parma e i suoi tesori? Dopo una corroborante sosta in uno dei suoi tanti indirizzi golosi gustando un bicchiere dei vini dei suoi colli ci si può concedere una sosta alla Camera di San Paolo, una parte di un ex monastero che ospita la terza cupola affrescata dal Correggio. E al mondo sono solo tre. La sala, che era la residenza della badessa del convento evoca racconti mitologici a due passi da una altra galleria da visitare, ovvero la pinacoteca Stuard che raccoglie pezzi che vanno dal 14° al 20° secolo.
A spasso per il centro per scoprire la città
Quindi, per un momento chiudiamo la guida di Parma e lasciamo andare le gambe e gli occhi. Tutto il centro, dalla piazza Garibaldi alla parte oltre il torrente, va scoperta camminando, lasciandosi guidare dalla curiosità. Si scopriranno strette strade piene di fascino dove si allineano le vetrine degli antiquari e piazzette silenziose, zone di mercati e negozi di alimentari e il lungofiume da percorrere lasciando andare lo sguardo verso le cupole in distanza.
E ancora il parco Ducale, un tempo percorso dalle carrozze e ora dagli appassionati di jogging e il reticolo di borghi dell’Oltretorrente, zona ora multietnica e un tempo fieramente battagliera. Alla fine, comunque si arriva in un angolo, in uno slargo dove spicca il giallo delle case di quella che fu chiamata Crisopoli, la città d’oro, o magari si scopre un ponte di epoca romana. Ancora li, testardo, dopo duemila anni. In ogni caso quello che resta è la suggestione, la poesia, l’atmosfera di una città che si percorre a piedi. Ma che si guarda con il rispetto di una capitale.
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